Di Sana’a e del cemento, di Valentina Veneroso

Di Sana’a e del cemento

di Valentina Veneroso

articolo apparso il 25 marzo 2013 su http://www.iljournal.it

La capitale dello Yemen, Sana’a, rischia di sgretolarsi e di non essere più patrimonio dell’umanità, come la dichiarò l’Unesco nel 1968, perché la cementificazione sta facendo i suoi danni anche lì.

“Ci rivolgiamo all’Unesco perché aiuti lo Yemen a salvarsi dalla sua distruzione, cominciata con la distruzione delle mura di Sana’a.
Ci rivolgiamo all’Unesco perché aiuti lo Yemen ad avere coscienza della sua identità e del paese prezioso che esso è.
Ci rivolgiamo all’Unesco perché contribuisca a fermare una miseranda speculazione in un paese dove nessuno la denuncia.
Ci rivolgiamo all’Unesco perché trovi la possibilità di dare a questa nuova nazione la coscienza di essere un bene comune dell’umanità, e di dover proteggersi per restarlo.”

Era il 1970 quando Pier Paolo Pasolini lanciava all’opinione pubblica, ma soprattutto all’agenzia dell’ONU, questo suo appello per salvaguardare la capitale yemenita. Dopo aver girato alcune scene de Il Decameron nella città, decise, quell’anno, d’impiegare bene la pellicola rimasta per realizzare il documentario Le mura di Sana’a. L’intervento dell’intellettuale bolognese portò i suoi frutti e nel 1986 Sana’a venne dichiarata patrimonio dell’umanità. Oggi rischia di perdere il suo status a causa dell’edilizia sregolata, che non ne risparmia il fascino né la storia. Nuove colate di cemento si riversano infatti senza pietà sugli antichi basamenti, ponendo in serio pericolo la sua architettura tradizionale e la salvaguardia di tanti, troppi edifici. L’Unesco non ci sta.
Dopo Pasolini, è Nagi Thowabeh, presidente dell’Organizzazione yemenita per la tutela delle città storiche, a mandare un nuovo SOS, chiedendo aiuti finanziari internazionali per fronteggiare le ingenti spese che le politiche della salvaguardia richiedono.
Come spiega lui stesso infatti: “Tutte le case necessitano di essere mantenute e ristrutturate. Una piccola porzione, pari a circa il 20-25 percento, necessita di essere ricostruita. Certo, ricostruire non è come edificare un nuovo palazzo. Un nuovo palazzo costa circa 20-30.000 dollari, ma siccome questi palazzi sono considerati Patrimonio dell’Umanità, il loro restauro costa oltre 150.000 dollari a casa.”
La bellezza di questa splendida città, una volta seppellita, non tornerà indietro. E’ Il 2013, eppure l’azione distruttiva dell’edilizia contemporanea rischia di essere per Sana’a quello che la brutale potenza di un’eruzione vulcanica fu per Pompei quasi venti secoli fa.