Nei quarant’anni dalla tragica scomparsa di Pier Paolo Pasolini, e nell’approssimarsi del 2 novembre che rievoca i dolorosi scenari dell’Idroscalo di Ostia dove in una domenica del novembre ‘75 veniva ritrovato il corpo senza vita del poeta, approda in scena PPP Nuovi versi per musica antica, l’evocazione dei fondamentali anni giovanili e friulani dell’artista, quando – nei primi approcci al teatro, all’arte e soprattutto alla musica – prendeva forma l’humus determinante per la sua ispirazione poetica. «Perché – spiega il poeta e scrittore Gian Mario Villalta, direttore artistico di pordenonelegge – Pier Paolo Pasolini nasce poeta a Casarsa e nasce poeta in friulano. Mentre infierisce il tempo più crudo della Seconda Guerra Mondiale, il poeta, sfollato a Versuta a causa del pericolo che incombe sul nodo ferroviario di Casarsa, inventa un’altra realtà di libere e appassionate creazioni, con il coinvolgimento di giovani e giovanissimi amici, con i quali tenta il teatro e la pittura, si interessa di musica e avvia uno straordinario sodalizio in versi friulani, rinnovando dalle radici una tradizione esausta. Con l’amica concertista Pina Kalc proverà a suonare il violino, ma soprattutto ascolterà da lei quelle musiche, poi a lungo care, che gli muoveranno considerazioni profonde sulla musica della poesia».
Nella serata del 31 ottobre 2015, al Teatro Verdi di Pordenone (ore 18, ingresso libero) la magia e la musicalità di quegli anni di invenzione poetica capaci di attingere dalle radici per rinnovarle diventeranno evento scenico, per iniziativa della Fondazione Pordenonelegge.it e del Teatro Verdi di Pordenone, grazie all’attrice Piera Degli Esposti che proprio con Pier Pasolini esordì nella sua carriera in Medea: la sua voce ripercorrerà appunti, ricordi, episodi, momenti giovanili del Pasolini di Casarsa, la scoperta di musiche antiche e il sodalizio creativo nato con amici e giovani artisti. Il pianista Alexander Gadjiev eseguirà le amate musiche di quel tempo, intessute in un ordito di parole, in prosa e in versi, a firma dello stesso Pier Paolo Pasolini, nelle quali vibra e si dispiega il rapporto tra la parola poetica e la musica. Letture dei versi friulani saranno a cura di Marta Riservato. «Per me ormai lo scrivere in friulano è il mezzo che ho trovato per fissare ciò che i simbolisti e i musicisti dell’ottocento hanno tanto cercato (e anche il Pascoli per quanto malamente), cioè una “melodia infinita”… ». «Con quest’affermazione di Pier Paolo Pasolini – spiega ancora Gian Mario Villalta – inizia un itinerario di parole e musica che porterà nel cuore della sua invenzione poetica, accompagnati dalle risonanze di una musica amata e sentita come fondo creativo dell’espressione. Ecco il momento in cui Pasolini sente e accoglie il dialetto come un’epifania». Nel corso della serata, realizzata con il contributo ideativo di Maurizio Baglini, Roberto Calabretto e dello stesso Villalta, il programma prevede musiche di Chopin, dai Preludi, e Bach-Busoni, la Ciaccona: una musica antica, sentita quale melodia sorgiva dell’anima, e per Pasolini unica radice con la rigenerazione poetica di una lingua innocente e ferita, quel friulano che vive e trema in poesia con la sua musica senza pari.
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Info e prenotazioni già operative presso Teatro Verdi Pordenone
t 0434 247624
biglietteria@comunalegiuseppeverdi.it
*Foto in copertina: © Vittorio La Verde