di Mena Zarrelli
www. momento-sera.it – 3 marzo 2014
Si sono da poco concluse al Teatro Tordinona di Roma le repliche del monologo Pasolini a Villa Ada, ricavato dall’omonimo racconto di Giorgio Manacorda (Ed. Volland, 2014) e interpretato dal regista-attore Ivan Festa. Sullo spettacolo, andato in scena dall’11 al 23 febbraio, una recensione di Mena Zarrelli.
Dopo due settimane di scena, si è appena concluso al Teatro Tordinona di Roma Pasolini a Villa Ada di Giorgio Manacorda.
Una scenografia essenziale con una panchina tra le foglie rievoca Villa Ada. È lo sfondo su cui si muove, al Teatro Tordinona di Roma, l’esile figura di Ivan Festa, regista e interprete dell’omonimo racconto di Giorgio Manacorda. In un gioco di luci e ombre, l’attore a tratti scompare dalla scena, quasi volutamente. Non è la sua presenza quella essenziale al racconto, a restare sempre in primo piano è invece la voce narrante dell’attore: parole intense pronunciate in tono sommesso, parole penetranti, emozionanti e mai urlate in modo altisonante. Raccontano la delicata amicizia tra Pier Paolo Pasolini e Giorgio Manacorda, che solo recentemente ha deciso di rivelare, proprio in questo racconto, il suo legame con uno dei più controversi personaggi del panorama culturale italiano del Novecento.
È la loro amicizia la vera protagonista della scena. Giorgio Manacorda ha insegnato letteratura tedesca in molte università d’Italia e si è interessato di poesia fin da giovanissimo. Per questa ragione ha conosciuto Pasolini che lo ha scoperto come poeta e ne ha presentato le opere agli intellettuali a lui contemporanei. Ivan Festa e Manacorda hanno realizzato insieme la trasposizione teatrale del racconto in cui Festa riesce a dar vita ad un’ora di monologo in cui vengono ripercorsi i momenti fondamentali del loro stare insieme e il significato di quel particolare rapporto.
La voce di Ivan Festa prende per mano lo spettatore e lo conduce attraverso l’incontro di due anime: due poeti, due scrittori, due intellettuali si confrontano sul senso della poesia e un affetto autentico alimenta i loro appuntamenti, i loro incontri, i loro dialoghi.
Manacorda, dopo tanti anni di rimozione, ha deciso di riportare alla luce questo pezzo sommerso della sua vita, non per ostentare al grande pubblico vicende personali che richiamano l’attenzione sul nome di Pasolin, ma perché sembra una sua esigenza impellente quella di elaborare quel rapporto. La figura del grande Pasolini ha avuto molteplici significati e molteplici ruoli per Manacorda che hanno avuto bisogno di essere metabolizzati e integrati nella sua esperienza personale ed artistica.
Per questo Ivan Festa tratta con tatto l’intero lavoro. Una trasposizione teatrale elegante, così come eleganti sono le immagini che dal foyer accompagnano lo spettatore nella piccola sala del Teatro Tordinona. Le foto di scena,con una piccola mostra della fotografa Angelina Chavez, con garbo accompagnano il pubblico e lo proiettano in quella che sarà la confessione intima di un rapporto di amicizia. Un lavoro toccante che emoziona perché a portarlo in scena è un attore che si annulla per dare spazio alla parola, un lavoro non semplice che Festa porta avanti con costanza per tutta la durata dell’intenso racconto. Il risultato è un monologo pregno di storia, di arte, di emozione: un lavoro che lascia il segno e la voglia di rivedere.
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Il bel video caricato da Radio Città Futura con il racconto di Giorgio Manacorda sulla sua amicizia con Pasolini e sullo spettacolo di Ivan Festa .
[info_box title=”Ivan Festa” image=”” animate=””]nato nel 1972, inizia presto a recitare in teatro dove è chiamato ad interpretare vari ruoli, dalle voci dei vicoli di Raffaele Viviani fino agli adattamenti di novelle di Luigi Pirandello e di monologhi di Anton Cechov, Adelbert von Chamisso o Italo Svevo. Nella sua carriera artistica importanti sono gli incontri con Mico Galdieri, ex presidente dell’Ente Teatrale Italiano, Ernesto Calindri e Giorgio Manacorda.[/info_box]