Il 2017 si apre con molte interessanti novità sul fronte della poesia, spesso data per scomparsa e invece oggi al centro di un vivace ritorno d’interesse da parte di diverse case editrici. Tra i poeti di cui è rilanciata l’opera anche Pier Paolo Pasolini, autore inserito nel prestigioso catalogo dell’editore Guanda.
Qui di seguito un approfondimento di Antonio Prudenzano e una riflessione di Claudia Tarolo, editore di Marcos y Marcos, casa editrice milanese che, da sempre, dà grande spazio alla poesia. Entrambi i testi sono usciti su www.illibrario.it, rispettivamente il 20 gennaio 2017 e il 23 settembre 2015.
La rinascita (editoriale) della poesia?
di Antonio Prudenzano
www.illibraio.it – 20 gennaio 2017
Come per il rock, anche nel caso della poesia troppe volte se n’è – affrettatamente – annunciata la morte. Avviene con cadenza periodica. Nella realtà, nuove rock band nascono ogni settimana, così come non passa giorno senza che vengano scritti nuovi versi, più o meno riusciti. Da sempre l’essere umano è predisposto alla poesia, e neppure internet e i social hanno potuto fermare questa necessità, anzi.
Diverso è il discorso se si osserva la situazione dal punto di vista del mercato editoriale: effettivamente negli ultimi anni alcuni importanti editori hanno – o avevano – rallentato la produzione di raccolte di versi, vista la scarsa risposta, in gran parte dei casi, da parte dei lettori (come pure dei media, va aggiunto); ultimamente, però, pare di assistere a un’inversione di tendenza: circa un anno fa, ad esempio, Marcos y Marcos ha avviato una nuova collana, “Le ali”, affidandola al poeta Fabio Pusterla.
A proposito di ritrovata vitalità della poesia, il 2017 si apre con la Garzanti – tra i marchi di riferimento per questo genere letterario – che propone Via provinciale di Giampiero Neri che, come ricorda nel testo di copertina Antonio Riccardi, poeta a sua volta, è «autore di un numero esiguo di opere, sempre molto ponderate e necessarie», e «fin dall’esordio nel 1976 con L’aspetto occidentale del vestito si è imposto per l’originalità dei suoi versi come della sua prosa poetica». Scrive ancora Riccardi, già direttore letterario della Mondadori e, attualmente, editor della nuova Società Editrice Milanese: «(…) Fedele a se stesso, poi, Neri lo è sempre stato anche nelle scelte di stile. La sua scrittura, sempre sul crinale tra la poesia e la prosa, ha la precisione vertiginosa e inquietante di certa pittura fiamminga».
E veniamo a Guanda (presidente Luigi Brioschi, ndr.) che fa debuttare in questi giorni «una collana di poesia, che si aprirà a titoli nuovi e insieme si alimenterà a uno dei più rilevanti cataloghi di poesia moderna e contemporanea, quello guandiano appunto». Tra i primi titoli pubblicati (in versione tascabile, con una nuova grafica), opere di Séamus Heaney, Pablo Neruda, Federico García Lorca, Jacques Prévert, Thomas Bernhard, Charles Bukowski, Yves Bonnefoy, Pier Paolo Pasolini. La primissima uscita è un inedito del maggior poeta arabo contemporaneo, Adonis, dal titolo La foresta dell’amore in noi.
In casa Rizzoli c’è attesa per il ritorno in libreria di Guido Catalano. Parliamo ormai di un fenomeno “pop” (non a caso anche la tv si è accorta di lui): il 2 febbraio è in uscita Ogni volta che mi baci muore un nazista, «un’antologia di versi che raccontano l’Italia da nord a sud: fidanzate vecchie e nuove, sbronze sotto la luna, dialoghi surreali e trovate esilaranti. Ma anche tanta vita quotidiana, in presa diretta e senza filtri, con l’ispirazione che non arriva, i black-out estivi e un mondo di rondini, muratori e passanti ubriachi, fuori dalla finestra, che si fa beffe del poeta al lavoro». L’autoironico Catalano, torinese classe ’71, come scrive sul suo sito «a 17 anni decide che vuole diventare una rockstar, più tardi ripiega sulla figura di poeta professionista vivente, che ci sono più posti liberi».A differenza di gran parte dei suoi colleghi, i versi di Catalano raggiungono un pubblico ampio e giovane, grazie al passaparola sui social e all’intensa attività di letture in giro per l’Italia.
Quanto a una storica collana come Lo Specchio di Mondadori (“supervisionata” – nell’ambito degli Oscar – dal poeta e scrittore Maurizio Cucchi) nel corso del 2016 sono uscite raccolte come La piuma del Simorgh di Roberto Mussapi e Madre d’inverno di Vivian Lamarque. Sono ben otto le novità in arrivo nei prossimi mesi, tra cui Poesie 1969-2016 di Milo De Angelis e Chilometri da casa di Nicola Vitale.
Da Segrate a via Biancamano: tra le non poche uscite poetiche del 2016 in casa Einaudi, troviamo Osare dire di Cesare Viviani e Animali in versi di Franco Marcoaldi. Anche nella prima parte del 2017 la casa editrice torinese porterà sugli scaffali numerosi libri; in ordine d’uscita, Il prato bianco di Francesco Scarabicchi, Dall’interno della specie di Andrea De Alberti, Mausoleum di Hans Magnus Enzensberger, Fatti vivo di Chandra Livia Candiani, Tutto qui di Franco Marcoaldi e Paradossalmente e con affanno di Maurizio Cucchi.
Da Torino ancora a Milano. Nell’anno in cui festeggia il decennale, Chiarelettere il 3 febbraio pubblica la sua prima raccolta di versi: Cedi la strada agli alberi – Poesie d’amore e di terra del paesologo irpino Franco Arminio, in cui ecologia e desiderio, passioni intime e passioni civili si intrecciano.
La prima volta non fu quando ci spogliammo
ma qualche giorno prima,
mentre parlavi sotto un albero.
Sentivo zone lontane del mio corpo
che tornavano a casa.
(Franco Arminio)
«Perché continuiamo a credere nella poesia (e cosa cerchiamo dai giovani poeti)»
di Claudia Tarolo
www.illibraio.it – 23 settembre 2015
La poesia è viva, quindi, risuona ancora; i festival che si moltiplicano per l’Italia sembrano dimostrarlo. Il desiderio di un momento sacrale intorno alla parola è tutt’altro che spento. Ritorna, anzi, più forte, dopo giornate davanti agli schermi. In un mondo in cui si scrive, in realtà, molto più di un tempo, ma tutto scorre molto più veloce, chissà che non sia proprio la poesia a riprendere terreno, ad avere il giusto respiro, a riprendere il posto d’onore che anche in Occidente aveva e poi ha perso. Noi ci crediamo, e facciamo la nostra parte.