Pier Paolo Pasolini, dopo alcuni sopralluoghi in Palestina, scelse nel 1964 principalmente Matera e i suoi Sassi per il suo “sole ferocemente antico”, quale luogo ideale per realizzare il Vangelo secondo Matteo. Le foto di Domenico Notarangelo – di cui le pagine pasoliniane hanno spesso scritto nel corso degli anni – così intense e partecipate riportano alla memoria quelle scene senza colore che diffusero in tutto il mondo lo sguardo su una città caratterizzata da un bianco abbagliante e, allo stesso tempo, conservarono dietro un ciak l’integrità dei Sassi e la memoria della loro cultura materiale nel tempo.
Notarangelo conobbe Pasolini, con lui instaurò un vero e proprio rapporto di amicizia come con molti dei protagonisti dell’Italia degli anni ’60, fotografandone uno spaccato e divenendone lui stesso attivo protagonista. Corrispondente dell’Unità durante gli anni della nascita della questione meridionale, dirigente politico e amministratore locale è stato punto di riferimento del Pci in Lucania e nel Mezzogiorno.
Mimì, come lo chiamano comunemente i suoi amici, appassionato di fotografia anche se non professionista, ha raccolto e documentato testimonianze di costume e di tradizioni popolari e religiose in Puglia e Basilicata. Guardando le sue foto emerge proprio questa sua propensione a narrare per immagini.
Gli scatti, realizzati durante la lavorazione del film pasoliniano riescono infatti a cogliere l’umanità vissuta in quel set evidenziando le inquietudini di un regista che si divide tra l’essere vicino ai suoi attori, alla madre Susanna, allo studente ribelle Irazoqui che impersona il Cristo e la ricerca tutta interiore che lo porta spesso a isolarsi dal contesto; è forse in quei momenti che Pasolini medita circa la possibilità, attraverso la sua opera, di restituire a un mondo contadino relegato ai margini una dignità letteraria.
Le foto narrano di passeggiate in compagnia degli interpreti, tra i ruderi di una città che in quegli anni si stava svuotando della sua popolazione contadina, di dialoghi muti, di paesaggi bruciati e scene girate sotto un sole cocente. Ricordi radicati in Notarangelo che, nel Vangelo secondo Matteo, vestiva i panni di un giovanissimo centurione.
Ringrazio Enrique Irazoqui, indimenticato interprete del Vangelo per avermi inoltrato quelle immagini. Suo tramite, ringrazio inoltre Mimì Notarangelo. Le splendide foto vengono qui pubblicate perché tutti i visitatori di “Pagine corsare” – le pagine web dedicate da quasi un ventennio a Pier Paolo Pasolini e alle sue opere – possano fruire e condividere lo stupore e la bellezza di tali preziosi scatti.