Un termine che si collega all’antico, alla classicità, per parlare di arti contemporanee. O meglio indicare una vasta cornice, per accogliere e presentare intersezioni tra generi musicali e contaminazioni temporali. Da sempre, la cifra del “Festival Aperto”, che a Reggio Emilia apre la programmazione della Fondazione “I Teatri” tra settembre e novembre, è l’originalità, poiché, nel pensare i possibili accostamenti, si creano situazioni nuove, sorprese impreviste.
Dopo il termine “Epifania” dello scorso anno, per il 2015 è invece la volta di “Eretico”, parola attorno alla quale la manifestazione si sviluppa con 31 spettacoli, 28 artisti, 46 autori e con le figure catalizzatrici di Giordano Bruno, Pier Paolo Pasolini e Luigi Nono, un filosofo, uno scrittore e un musicista. «Eretico è il pensiero che si oppone all’ortodossia e all’opinione, scardina dogmi e dottrine, al limite distrugge, ma per costruire nuovi significati e comportamenti, mentre spinge la vista oltre gli orizzonti consueti» – spiega Roberto Fabbi, curatore del Festival.
La parola non poteva dunque non chiamare in causa Pasolini, cui è dedicata nel 40.mo dalla morte l’opera, commissionata e prodotta dalla Fondazione “I Teatri”, Corpi eretici (alla Cavallerizza, 30 ottobre e 1^ novembre 2015), su musica di Mauro Montalbetti, libretto di Marco Baliani e regia di Gabriele Vacis, con Francesco Lanzillotta alla guida dell’Icarus Ensemble.