Al Paolo Pini di Milano in campo per PPP  calcio, poesia e umanità, di Maurizio Porro

All’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano, per la rassegna “Da vicino nessuno è normale”, si è tenuta di recente, dal 1 al 3 luglio 2016,  la straordinaria “performance” Pier Paolo!, organizzata come una partita teatrale di calcio, tra verità sportiva e momenti di spettacolo popolare ispirati a suggestioni e testi pasoliniani. In queste repliche milanesi  del lavoro, che ha debuttato a Rieti già nel 2014, il valore aggiunto e la novità sono venuti dalla presenza in campo di undici ragazzi arrivati in Italia nel settembre 2015 da Mali, Gambia, Senegal, Nigeria.
Aspetto umanitario che è ben sottolineato dal critico Maurizio Porro nella sua recensione a questa originale forma di teatro-vita, creata dalla sensibilità artistica di Giorgio Barberio Corsetti, cui per le date milanesi si è unita anche l’esperienza della pedagogia teatrale del Teatro delle Albe di Ravenna, artefice di  pratiche non convenzionali di “non scuola”.

Rifugiati, non è una partita persa. Calcio, palcoscenico e realtà
di Maurizio Porro

http://milano.corriere.it/ – 5 luglio 2016

S’avvicina l’arbitro e contesta il giocatore che, essendo di pelle nera, riceve subito un’ammonizione, cartellino giallo o rosso, per un dichiarato esercizio di razzismo. Non siamo in una vera partita, ma in una partita più vera del vero, momento teatrale d’incredibile poesia, forza e civiltà intestato a Pasolini, il più grande profeta del ‘900 insieme a Fellini (è ampiamente citato con la banda-clown uscita da 8 e mezzo). I giocatori sono quasi tutti immigrati veri e “confessano” il loro disagio senza un filo di retorica.
La squadra arancione Asnada è parte dell’associazione legata alla onlus Olinda che promuove formazione e intervento sociale per richiedenti asilo, rifugiati e migranti, per sostenere reciproca conoscenza, creazione di relazioni di familiarità e costruzione di una nuova lingua. I vecchi filosofi socratici ne andrebbero fieri: sono 11 ragazzi arrivati in Italia a settembre e vengono dal Mali, Gambia, Senegal, Nigeria. La cosa straordinaria di questa «performance» di calcio, poesia, teatro, musica, cinema (con valore umanitario aggiunto) giocata da venerdì a domenica nell’ex Paolo Pini per la rassegna “Da vicino nessuno è normale”, è che i goal, le cadute, gli spintoni e i dribbling (a un certo punto sono tutti a terra, maxi dribbling catastrofico, trovata geniale del regista Giorgio Barberio Corsetti, classe ‘51), sono veri, non da copione, mentre irrompe sul campo un attore che sembra Pasolini stesso accompagnato dal cineoperatore. E ci sono i personaggi del suoi film, le puttane di Mamma Roma, il poliziotto, i tre crocefissi della Ricotta con croci montate davanti alla porta, due amici in cerca della nuova Mecca e a un certo punto si mettono tutti a ballare anche l’hully gully. Risuonano le strabilianti parole del grande scrittore, alcune scritte per il “Corriere”, a disagio nell’Italia omologata del ’70.

Un momento della partita teatrale "Pier Paolo!" all'ex Paolo Pini di Milano
Un momento della partita teatrale “Pier Paolo!” all’ex Paolo Pini di Milano

Fa un certo effetto, dopo il tifo collettivo di sabato e mentre in città esplode l’emergenza profughi, questo tifo culturale per lo sport più nazional-popolare amato da Pasolini che era nella squadra attori e se la prese molto quando il cast di Salò perse contro quello di Novecento di Bertolucci che si giravano nelle stesse zone padane nel 1975. Avrebbe quindi gradito il tifo espresso, come da copione, dai cori, ragazzi seduti sugli spalti provenienti dalla «non scuola», il laboratorio di teatro legato a Olinda e al Teatro delle Albe di Ravenna che da otto anni lega in questa attività di spettacolo figli di persone che vivono nelle periferie milanesi testoriane tra la Comasina e Affori, figli di seconda generazione di comunità famiglie protette che vengono da Albania, Marocco, Ghana, Ecuador.