Venerdì 4 aprile dalle ore 17.30, per il terzo appuntamento del progetto INCIPIT.3, è in programma al Centro Studi Pasolini di Casarsa della Delizia un articolato focus tra fotografie e immagini filmiche sulla geografia di Roma, la città a cui, assieme al Friuli giovanile, Pasolini ha maggiormente legato la sua vita, ritagliandovi itinerari congeniali alla sua sensibilità di uomo e d’artista. Ne darà testimonianza, innanzitutto, la mostra fotografica “Pasolini, Roma e la casa delle Ceneri”, con cui il Centro Studi prosegue la sua tradizionale attività espositiva per i tanti visitatori del periodo primaverile ed estivo. In questo caso, con una piccola mostra-gioiello (durata fino al 28 giugno), sono venti scatti in bianco/nero della torinese Monica Cillario, che ha saputo fissare in dettagli di delicata discrezione evocativa la normalità piccolo-borghese della casa di Monterverde Vecchio in cui Pasolini visse dal 1955 al 1959 e concepì Le ceneri di Gramsci. Alla vernice, con la presenza della stessa Cillario, sarà illustrato anche il catalogo che correda l’esposizione e che è impreziosito dai testi dello scrittore Fulvio Abbate, autore del mirabile saggio Pasolini raccontato ai ragazzi, di imminente ripubblicazione con titolo mutato. Il pomeriggio sarà poi completato da uno sguardo immancabile sulle povere periferie popolari della Capitale cui maggiormente Pasolini rivolse la sua adesione affettiva e artistica. E proprio abitando a Monteverde Vecchio, egli ebbe modo di conoscerne uno squarcio nella vicina via di Donna Olimpia, scenario dei primi capitoli del romanzo Ragazzi di vita.
Queste atmosfere di autenticità umana oggi perduta saranno rievocate a Casa Colussi grazie alla proiezione del recentissimo docu-film Un intellettuale in borgata (prod. TamTam Online/ SAS Cinema) firmato nel 2013 dal regista Enzo De Camillis e fresco vincitore nella sezione documentari del Festival napoletano Omovies. “Raccontiamo Pier Paolo Pasolini – commentano il regista De Camillis e il produttore Elio Matarazzo , che saranno presenti a Casarsa – nei primi difficili anni del suo arrivo a Roma con la madre. Proprio la quotidianità e la contiguità con le durissime condizioni di vita di questa “borgata” romana saranno l’osservatorio sociale attraverso il quale il poeta muoverà i primi passi di quella esperienza umana che descriverà nelle opere di indagine e denuncia sociale della maturità intellettuale ed artistica. E’ da queste riflessioni che nasce il romanzo dei ragazzi di Donna Olimpia, i Ragazzi di Vita, che suscitò violentissime polemiche negli ambienti degli intellettuali di sinistra e, in particolare, all’interno del PCI. Erano le accuse di un mondo politico miope in contrapposizione alla lungimiranza culturale di Pasolini, che avrà il suo tragico epilogo proprio nelle pagine di Petrolio con la denuncia di un mondo economico che si stava preparando alla globalizzazione dei nostri giorni”. Tale lungimiranza culturale si spinse fino alla lucida denuncia delle trame oscure del potere affidata alle celebri parole di “Io so … ma non ho le prove”, pubblicate nel 1974 sulle pagine del “Corriere della Sera”. Ed è proprio la lettura di “Io so … ma non ho le prove” da parte dell’attore Leo Gullotta che fa da filo conduttore della narrazione del docu-film, che è intarsiato poi dalle testimonianze e dai ricordi di tante voci autorevoli: Stefano Rodotà, il compianto Gianni Borgna, Otello Angeli, Maurizio Ponzi, Silvio Parrello, Umberto Mercatante, Antonio Del Guercio, Luciana Capitolo, Citto Maselli, Ugo Gregoretti, Nino Russo, Goffredo Bettini, Vincenzo Vita, Renato Parascandolo, Osvaldo Desideri e Pupi Avati.
Catalogo della mostra
*Foto in copertina: © Federico Garolla (1960)