Un’iniziativa di grande spessore, culturale, umano e artistico, apre il ricco programma di iniziative che il Centro Studi Pasolini di Casarsa ha in animo di organizzare nel 2015, anno che, con il quarantennale della scomparsa del grande poeta, sarà speciale e tutto pasoliniano. Alle ore 18 di sabato 31 gennaio, presso Casa Colussi di Casarsa della Delizia (pn), sarà inaugurata dunque la mostra “Pasolini alla casa della madre” con le straordinarie fotografie che la grande fotografa siciliana Letizia Battaglia scattò a Pasolini nel 1972 e alle quali, per questa occasione eccezionale, ha voluto affiancare anche la serie degli “Invincibili”, omaggi-decoupage ai grandi spiriti liberi del mondo, da Pasolini appunto a Freud, al Gesù del Michelangelo diciassettenne, Marguerite Yourcenar o Joyce. Nell’esposizione, con catalogo curato da Angela Felice in collaborazione con Giovanna Calvenzi, MariaChiara Di Trapani e la stessa Battaglia, Pasolini però resta stella fissa, protagonista di una splendida teoria di 18 ritratti in bianco e nero che , dopo la mostra e per volontà dell’autrice, saranno donati al già ricco fondo fotografico di Casa Colussi. Come per un ritorno “alla casa della madre”, appunto, secondo il commosso titolo che l’autrice ha voluto fermamente per questa mostra casarsese.
Letizia Battaglia scattò le sue foto pasoliniane nel novembre 1972, quando Pasolini fu invitato al Circolo Turati di Milano a discutere della “Libertà d’espressione tra repressione e pornografia”, insieme a Morando Morandini, Giovanni Raboni, l’avvocato Marco Janni e Giancarlo Ferretti, moderatore del dibattito. Lo spunto veniva dall’ultimo film di Pasolini, I racconti di Canterbury, continuamente bloccato e sbloccato dalla censura in ragione di una presunta offesa al comune senso del pudore, ai sensi dell’articolo 529 del Codice Rocco. E’ uno dei tanti capitoli dell’incredibile odissea giudiziaria di Pasolini, che pure in occasione di quell’incontro fu fatto oggetto di attenzione, ma anche di accuse arroventate di disimpegno e di deviazionismo decadente. Accuse dal “Movimento” e da sinistra, in quel caso, a cui il regista si sottopose con la consueta mite e acuminata lucidità. Di quella giornata accalorata resta una straordinaria documentazione nella galleria di primi piani realizzati da Letizia, che era in mezzo alla folla accaldata e anche da quella lacerante occasione avviò la scelta di diventare fotografa, coraggiosa, appassionata e militante, poi celebre per i tragici scatti ai delitti di mafia o ai volti dolenti e bellissimi delle donne siciliane, prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di “Life”. Se per il Centro Studi è un onore averla come amica, per lei, stupenda “ragazza” di 80 anni, venire nella terra di Pier Paolo è senza retorica il coronamento di un sogno.
Letizia Battaglia palermitana (1935), inizia la sua carriera di giornalista nel 1969 lavorando per il giornale palermitano “L’Ora”. Nel 1970 si trasferisce a Milano dove incomincia a fotografare collaborando con varie testate. Nel 1974 ritorna a Palermo e crea, con Franco Zecchin, l’agenzia “Informazione fotografica”, frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna. Qui si formano i fotografi Luciano del Castillo, Ernesto Bazan, Fabio Sgroi, nonché la figlia Shobha. Nel 1974 si trova a documentare l’inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia per comunicare alle coscienze la misura di quelle atrocità. Suoi sono gli scatti all’hotel Zagarella che ritraevano gli esattori mafiosi Salvo insieme ad Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo. Diviene una fotografa di fama internazionale. Ma Letizia Battaglia non è solo “la fotografa della mafia”. Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, si prefiggono di raccontare soprattutto Palermo nella sua miseria e nel suo splendore, i suoi morti di mafia ma anche le sue tradizioni, gli sguardi di bambini e donne (la Battaglia predilige i soggetti femminili), i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città contraddittoria. Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985, ex aequo con l’americana Donna Ferrato, il Premio Eugene Smith, a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999.
Ha esposto in Italia, nei Paesi dell’Est, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Il suo impegno sociale e la sua passione per gli ideali di libertà e giustizia sono descritti nella monografia delle edizioni Motta, Passione, giustizia e libertà . Nel 2008 appare in un cameo nel film di Wim Wenders Palermo Shooting. Tra i suoi libri pubblicati in Italia, Siciliana, con testi di Giovanna Calvenzi, Claudio Fava, Michele Perriera (Belvedere Electa, 2006); Passione, Giustizia, Libertà, con testi di Alexander Stille, Renate Siebert, Roberto Scarpinato, Leoluca Orlando, Simona Mafai, Melissa Harris, Angela Casiglia Battaglia (Federico Motta Editore, 1999); Dovere di cronaca, con Franco Zecchin (Peliti, 2006); il recente Diario. Nel 2010 Giovanna Calvenzi le ha dedicato la monografia Letizia Battaglia. Sulle ferite dei suoi sogni (Bruno Mondadori, Milano).
Catalogo mostra