In mostra a Casarsa  67 scatti del fotografo Elio Ciol, maestro della luce

Casarsa della Delizia rende omaggio al maestro fotografo Elio Ciol, nato nella cittadina friulana nel 1929 e amico di gioventù di Pasolini. Gli sarà dedicata infatti una grande mostra antologica che raccoglie alcune delle sue opere più famose, già esposte nei più importanti musei internazionali, a partire dal Metropolitan Museum di New York e dal Victoria and Albert Museum di Londra. “Elio Ciol nei Musei e nelle Collezioni fotografiche internazionali” –questo il titolo dell’esposizione-  sarà inaugurata, alla presenza dell’autore, sabato 27 maggio alle 18.00  nel nuovo spazio espositivo di piazza IV Novembre, nella sala consiliare del vecchio municipio, che nelle intenzioni dell’amministrazione potrà diventare in prospettiva un polo d’eccellenza per la fotografia d’autore. Una bella iniziativa, dunque, che, accanto alla Città di Casarsa della Delizia, con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e di Fondazione Friuli, vede la collaborazione di Ambiente Servizi, Centro Studi Pier Paolo Pasolini, Coop Casarsa, Friulovest Banca, Studio Il Glifo, Pro Casarsa della Delizia e Vini La Delizia.
Sulla mostra pubblichiamo un redazionale uscito su https://pordenone.diariodelweb.it del 22 maggio 2017.
 

Elio Ciol nei Musei e nelle Collezioni fotografiche internazionali
redazionale

https://pordenone.diariodelweb.it –   22 maggio 2017

Lo sguardo di uno dei narratori del Novecento attraverso le sue intense fotografie in bianco e nero, autentica e fedele firma artistica con la quale ha saputo “raccontare la luce” e affascinare grandi intellettuali come Pier Paolo Pasolini e padre David Maria Turoldo.
“Elio Ciol nei Musei e nelle Collezioni fotografiche internazionali”  sarà inaugurata, alla presenza dell’autore, sabato 27 maggio alle 18 nel nuovo spazio espositivo di piazza IV Novembre, in quella che era la sala consiliare del vecchio municipio progettata dal noto architetto friulano Gino Valle. In mostra 67 opere provenienti dal fondo fotografico di oltre 500 scatti che il grande fotografo casarsese ha donato con generosità alla sua comunità.

David Maria Turoldo sul set de "Gli ultimi"
David Maria Turoldo sul set de “Gli ultimi”

L’esposizione procede idealmente anche nel vicino Centro Studi Pier Paolo Pasolini, in via Guido Alberto Pasolini, dove si potranno ammirare alcune foto, poco note al grande pubblico, che Ciol scattò attraverso gli anni tra Casarsa e Roma all’amico Pier Paolo, comprese quelle di quando Pasolini portò in visita la divina Maria Callas alla sua casa materna in centro a Casarsa dove ora sorge il Centro Studi. Questa appendice prende il nome di “A Pier Paolo” ed è basata sul portfolio donato da Ciol alla Città di Casarsa della Delizia nel 2012. L’allestimento di questa sezione è stato curato della dottoressa Vincenza Crimi con il suo Studio Il Glifo.
«Questa mostra – ha dichiarato Lavinia Clarotto sindaca della Città di Casarsa della Delizia – è il nostro ringraziamento a Elio Ciol, non solo per aver donato alla comunità le sue importanti opere, ma anche per la straordinaria qualità della sua ricerca artistica e per aver portato ovunque il nome di Casarsa della Delizia in questi anni, rendendolo noto a livello internazionale. Un evento che sigilla un patto di collaborazione tra lui e noi per continuare tale cammino di conoscenza della nostra realtà cittadina. Questo è il primo tassello di un progetto di valorizzazione delle foto raccolte nel fondo che porta il suo nome, il quale proseguirà nei prossimi anni con nuove iniziative. Allo stesso tempo è un importante momento per l’apertura del nuovo spazio espositivo nella sala consiliare opera di un altro grande friulano del Novecento come Gino Valle. Si tratta del punto di partenza di un disegno più ampio che si prefigge di inserire Casarsa della Delizia tra i poli fotografici di eccellenza, sia per il contributo dato da Elio Ciol a quest’arte che per la nutrita schiera di fotografi del nostro territorio che hanno sviluppato la propria tecnica ispirati dall’esempio del maestro».
«Abbiamo in programma – ha aggiunto Francesco Colussi assessore alla cultura della Città di Casarsa della Delizia – alcune iniziative collaterali che permetteranno da qui a luglio di approfondire l’arte e l’opera di Elio Ciol. Il nuovo spazio espositivo inizia così il suo cammino con il grande Elio Ciol, proponendo Casarsa come uno dei poli della fotografia d’autore sul territorio in sinergia con gli altri grandi centri della nostra regione».

"il gioco delle biglie", Castelnuovo del Friuli (1960). Foto di Elio Ciol
“Il gioco delle biglie”, Castelnuovo del Friuli (1960). Foto di Elio Ciol

La mostra è curata dal maestro Guido Cecere, docente di Fotografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia, con la collaborazione del professor Massimo Carboni, docente all’Università della Tuscia di Viterbo e all’Accademia di Belle Arti di Firenze: nelle pagine introduttive del catalogo, i due curatori ricordano come Ciol sia «un maestro nell’ascoltare la luce, come recita il titolo di uno dei suoi splendidi libri, perché è solo grazie a questa, diretta o diffusa, tagliente o morbida che sia, che si riesce a valorizzare la granulosità della neve o la rugosità di una pietra, la morbidezza di una nuvola o la spigolosità di un ramo, la bellezza di un gelso che diventa scultura». Fondamentale per l’allestimento dell’evento espositivo è stato il coordinamento operato dal Servizio Cultura della Città di Casarsa della Delizia guidato da Ilaria Colorio e Marco Attilio Salvadori.
Le opere in mostra raccontano con il loro emozionante bianco e nero paesaggi e volti della Casarsa, del Friuli e dell’Italia di un tempo, tanto da essere state scelte lungo gli anni da grandi musei internazionali: dalle anziane friulane di nero vestite che rimandano a epoche remote della storia ai primi bagliori del boom economico in giro per l’Italia, dalla spensieratezza della gioventù nelle campagne casarsesi ai giochi dei coetanei nelle periferie milanesi in fase di sviluppo, fino a mettersi al servizio della cronaca, senza rinunciare alla sua vocazione artistica, nelle foto di scena del film Gli ultimi dell’amico Turoldo e nella narrazione del disastro del Vajont. Un’altra tragedia, quella del terremoto del Friuli, vide le fotografie di Ciol scattate alle opere artistiche del territorio prima del sisma, diventare elementi fondamentali per la ricostruzione. Una vocazione, quella della fotografia d’arte, portata ora avanti dal figlio Stefano Ciol.

 [info_box title=”Elio Ciol” image=”” animate=””]nato a Casarsa della Delizia nel 1929, inizia giovanissimo a lavorare nel laboratorio del padre, acquisisce esperienza tecnica ed elabora un personale modo di esprimersi attraverso la fotografia, soprattutto riguardo al paesaggio. È sempre alla ricerca di nuove dimensioni espressive. Dal 1955 al 1960 è attivo nel circolo fotografico “La Gondola” di Venezia. Nel 1962 partecipa come fotografo di scena al film Gli ultimi di Vito Pandolfi e padre David Maria Turoldo. L’anno dopo, 1963, a Milano, collabora con Luigi Crocenzi alla realizzazione della Fondazione Arnaldo e Fernando Altimani per lo studio e il linguaggio delle immagini. Ha esposto in mostre personali e collettive, in Italia e all’estero. Sue fotografie sono presenti in collezioni private e in istituzioni pubbliche, in Italia e all’estero. Molti i premi e i riconoscimenti ricevuti nella sua lunga attività. Nel dicembre 2001 il “New York Times” gli ha dedicato uno spazio nella sezione “Arts and Leisure”. Collabora con importanti case editrici. Ha contribuito alla realizzazione di oltre duecento volumi. Da sessant’anni Elio Ciol scrive con la luce, tracciando un lungo e affascinante itinerario fotografico. È autore di numerosi libri fotografici.[/info_box]