Al Teatro Argentina di Roma, il 2 novembre, Fabrizio Gifuni leggerà il romanzo Ragazzi di vita, come omaggio al suo grande autore, Pier Paolo Pasolini, che lo pubblicò nel 1955, meritandosi un processo per pornografia e il marchio di provocatore della società perbenista. Il romanzo racconta le giornate di un gruppo di giovanissimi sottoproletari romani, poco più che adolescenti, mossi dalle esigenze primordiali della fame, della paura, del sesso e della ricerca di solidarietà. A loro modo innocenti, i “ragazzi di vita” sciamano dalle borgate della Roma anni Cinquanta verso il centro, in un itinerario picaresco fatto di molteplici incontri e di vicende comiche, tragiche e grottesche. Sono giovani “pischelli”, teneri, elementari e strafottenti, che, alternando una violenza gratuita a una patetica generosità, compiono una sorta di rito iniziatico in una Roma contraddittoria e amara.
Nel ricordo di Pasolini, a 39 anni dalla scomparsa, sarà per Gifuni un reading non facile – e perciò imperdibile-, dato che il testo non è un romanzo in senso stretto, non ha un vero protagonista né sviluppa un intreccio organico, ma propone un affresco per quadri autonomi di giovani vite individuali, anarchiche come la struttura apparentemente decentrata, quasi anti-romanzesca, che dà loro vita letteraria.
