PPP e De Andrè incrociati da Origamundi nella “Maledizione dei puri”

 

 

Dopo il debutto del mese di ottobre 2015, prosegue il suo percorso lo spettacolo La Maledizione dei puri-Se Pasolini e De André di e con Francesca Falchi e Guido Maria Grillo, nuova produzione di Origamundi (con il patrocinio di Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e Projecte Pasolini Barcelona). Il lavoro sarà infatti ripreso in doppia replica domenica 15 novembre 2015 alle ore 18.00 ed alle ore 20.30 al Teatro Centrale Alidos in piazza Sant’Elena a Quartu Sant’Elena, mentre venerdì 14 novembre 2015 (ore 20.00) al Babeuf di Cagliari, in via Giardini 147/a, Francesca Falchi e Guido Maria Grillo terranno un incontro gratuito aperto al pubblico dal titolo Pasolini e De André-La verità, l’utopia e il sogno.
Il 12 dicembre è inoltre in programma una rappresentazione dello spettacolo anche a Parma.

"La maledizione dei puri". Foto di
“La maledizione dei puri”. Foto di Giuseppe Kotzia

La maledizione dei puri
Se Pasolini e De André
di e con
Francesca Falchi e Guido Maria Grillo 

costumi  Salvatore Aresu
luci Ivano Cugia
organizzazione Laura Picciau
foto Giuseppe Kotzia
promozione Giulia De Angelis, Marco Faedda, Daniele Salis

nuova produzione Origamundi 

Il progetto
Tra Pasolini (1922) e Fabrizio De André (1940) vi sono quasi vent’anni di differenza. Marxista rivoluzionario l’uno; anarchico e libertario l’altro. Uniti nell’intenzione (la critica alla società capitalista ed alla borghesia) ma divisi nell’azione (per Pasolini il popolo deve recuperare la sua funzione di soggetto agente nella Storia, mentre De André si “limita” a dare voce al sottoproletariato degli emarginati, degli “esclusi”). Questa dicotomia sembra però risolversi in quello che de André definisce “il più grande rivoluzionario di tutti i tempi”: Gesù Cristo. La spiritualità di Pasolini, attraversata dalla nostalgia del mitico, dell’epico e del sacro espressa ne Il Vangelo secondo Matteo (“il più rivoluzionario di tutti gli evangelisti”), si incontra con la “pietas” laica di De André, che si identifica con un’etica dell’umano, come descritta nell’LP La buona novella (1970). Il Gesù di Pasolini-De André accoglie i poveri, i diseredati, gli emarginati e attraverso la sua Parola “rivoluzionaria” li  incita a prendere coscienza dei soprusi e degli abusi perpetrati dal Potere: la sua crocifissione è la crocifissione di una Verità scomoda. A partire da questa “idea unitaria di Cristo”  e  dalla  visione  del  reale  espressa  dai  due  artisti,  il  progetto  si  propone  di raccontare una serie di fatti di cronaca avvenuti nell’Italia a cavallo tra il XX ed il XXI secolo: una drammaturgia dove il linguaggio poetico si interseca con quello musicale, dove il Cristo di Pasolini-De André si incarna in dieci storie incastonate nei Dieci Comandamenti appositamente reinterpretati. Da Federico Aldrovandi a Rita Atria, da Padre Pino Puglisi a Donatella Colasanti, dal terremoto dell’Aquila alla vicenda Eternit, dalla Madonna delle Grazie all’AIDS, fino ad Eluana Englaro e Antonio Russo. Uomini e donne la cui “crocifissione” ha rivoluzionato (nel bene e nel male) il sentire comune di un Italia sempre più farisea, dove la morale clemente è per i ricchi e il rigore intransigente per i poveri. I Cristi -raccontati da Francesca Falchi e Guido Maria Grillo – sono figure reali e terrene nei quali il divino è scintilla intrinseca all’umano. Non c’è niente di trascendentale che li faccia risorgere: solo la memoria ne tiene vivo il ricordo.La drammaturgia sottolinea l’urbanicità di queste figure, l’inserimento in un quotidiano che li distrugge perché non li comprende né accoglie; perché la loro “purezza” disarticola l’impalcatura che sostiene interessi politici, religiosi e sociali, divinità contemporanee i cui comandamenti sono ineludibili e disumani.

Rassegna stampa
Una recensione di Walter Porcedda
“La Nuova Sardegna” – 27 ottobre 2015

«Io so». Nel celebre articolo del novembre 1974 apparso sulle colonne del “Corriere della Sera” Pier Paolo Pasolini, scrittore, regista e intellettuale, lancia un manifesto politico e culturale contro l’omertà di chi potrebbe denunciare lo stragismo di quegli anni e invece tace. «Io so» dice Pasolini. E, mettendo in fila i fatti, dalla strage di Milano del 1969 a quelle di Brescia e Bologna, denuncia il silenzio colluso di pezzi del potere. Solo gli intellettuali non compromessi possono e hanno il dovere di parlare e denunciare. «Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere – afferma PPP – ha escluso gli intellettuali liberi – proprio per il modo in cui è fatto – dalla possibilità di avere prove ed indizi». Ma il compito dell’intellettuale è proprio quello di mettere assieme i pezzi di un mosaico, svelando inganni e bugie. Questa è la lezione più grande dell’autore di Petrolio. Punto di partenza de La maledizione dei puri, spettacolo teatrale prodotto da Origamundi, di e con Francesca Falchi e Guido Maria Grillo (con il patrocinio del Centro Studi Pasolini di Casarsa e il Projecte Pasolini di Barcellona) che in questo lavoro ha accostato a Pasolini il poeta Fabrizio De Andrè. Accostamento ricco di punti in comune tra i due pur diversissimi uomini d’arte e pensiero, sempre e comunque dalla parte degli ultimi. Entrambi dotati di “pietas” laica e rivoluzionaria, attenta ai drammi degli uomini e delle donne abusati dal potere.Non solo quello di chi governa ma anche quelli violenti ed espliciti delle tante mafie: da quelle storiche alle altre degli appalti e del malaffare.Pasolini e De Andrè in questo allestimento fortemente politico sono le due guide di una discesa agli Inferi del Belpaese, seguendo le dieci tavole ricevute da Mosè sul monte Sinai. Comandamenti che scandiscono con crudeltà quella “maledizione dei puri” da cui è imperativo liberarsi. Francesca Falchi, attrice di temperamento, tra le migliori in Sardegna, nonché coltivata drammaturga, ha tessuto un ordito di storie che non lasciano scampo, intrecciandole con le suggestioni, poetiche e soprattutto musicali di Guido Maria Grillo, musicista con buone possibilità attorali, alter ego dell’attrice in uno spettacolo per niente consolatorio.Falchi ha infatti scelto la forma teatrale di un oratorio, essenziale e spigoloso, dotato di una fissità che rimanda alla tragedia classica, evocata persino nella lunga e candida tunica indossata proprio dall’attrice che raramente esce fuori dal registro vocale (tranne nell’appassionato j’accuse della Colasanti vittima superstite del massacro del Circeo dei pariolini della Roma bene).
Ed ecco così il rosario di una drammatica sequenza di fatti ripresi dalla cronaca contemporanea italiana. Dalla morte del giovane Federico Aldovrandi all’uccisione di Pino Puglisi, c’è la Madonna delle Grazie fatta inginocchiare davanti alla casa del boss in Calabria, Rita Atria testimone di giustizia, rinnegata dalla madre e morta suicida a 17 anni. I grandi drammi. Dalla vicenda Eternit con le sue morti a quelle dell’Aids, il caso Englaro e del reporter Antonio Russo ucciso a Tbilisi fino al terremoto dell’Aquila con le risatine registrate della “cricca” che pregusta gli affari della ricostruzione, poche ore dopo il dramma. Episodi rimasti tuttora impuniti che in una catena agghiacciante rimandano proprio a una “maledizione” da cui bisogna rivoltarsi. Cominciando da noi stessi. Perché, come cantava De Andrè nella Canzone del maggio «per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti».

[idea]Info e prenotazioni[/idea]
Ass. Culturale  Origamundi via P. da Palestrina 55   09045 Quartu Sant’Elena (Cagliari)
t  370 1124319
email  info@origamundi.it
www.origamundi.it