“In un futuro aprile”: a Bologna gli studenti con  un convegno e un blog per PPP

I ragazzi sul palco, come veri esperti, i prof. in platea: è il progetto che ha portato trecento liceali di Bologna a studiare l’intellettuale, poeta e cineasta Pasolini e poi a organizzare in autonomia un bellissimo convegno di studi, seguito con attenzione dalla folta platea che il 15 aprile 2016 gremiva il Teatro “Laura Betti” di Casalecchio di Reno. Su questa pregevole manifestazione, di cui il nostro blog ha già dato notizia,  interviene anche la giornalista Ilaria Venturi con un commento uscito sull’edizione bolognese della “Repubblica” del 19 aprile 2016.

A Bologna i giovani per PPP con il convegno “In un futuro aprile”
di Ilaria Venturi

http://bologna.repubblica.it – 19 aprile 2016

Giacomo e Luca salgono sul palco e cominciano a raccontare del rapporto esclusivo e totalizzante che Pasolini aveva con la madre e del suo “odio per il mondo borghese”. In platea i professori e trecento studenti degli ultimi anni dei licei. Stavolta a tenere un convegno su Pier Paolo Pasolini, a raccontare l’intellettuale e l’artista a 40 anni dalla sua scomparsa, sono loro: gli studenti. Sicuri come veri esperti, convincenti, profondi nelle analisi. Il convegno promosso dai ragazzi delle scuole Copernico, Galvani e Da Vinci, si è tenuto al teatro comunale “Laura Betti” di Casalecchio.  In un futuro aprile è il titolo scelto dagli studenti che per mesi a scuola hanno lavorato su Pasolini confrontandosi con gli studiosi, leggendo i suoi libri, guardando i suoi film. E poi hanno organizzato il dibattito pubblico, con tanto di comitato promotore, locandine e inviti. E un blog,  sostienepierpaolo, dove sono disponibili tutti i materiali prodotti, dalle relazioni ai video.
E’ qualcosa di più di un’interrogazione, “è fare scuola in altro modo, studiare così è diverso”, spiega Magda Indiveri, docente di italiano e latino al Galvani, tra le insegnanti promotrici del progetto insieme a Tiziana Borgognoni, Rossella D’Alfonso, Benedetta Nanni, Simone Brunetti, Claudia Colombo, Paola Gondoni, Giacomo Ciacci, Gabriella Mastrone, Irene Scaravelli, Paola Maria Traversa. Undici classi coinvolte per un progetto del Ministero all’Istruzione, che ha finanziato l’iniziativa in rete tra più scuole. Si scardina così l’ordine normale delle lezioni, spiegano i docenti, si dà spazio a un autore e lo si fa uscire dalla “noia” del programma scolastico, anche per affinità o per pura passione. Al Copernico c’è la prof. che adora il più difficile teatro di Pasolini e fa leggere Pilade alla classe; al Galvani la presenza dello scrittore adolescente ha influenzato la scelta di raccontare il Pasolini giovane; al Da Vinci i più creativi hanno scelto di fare letture teatrali o interviste in diretta.
«Libertà, indipendenza: in questo ho trovato Pasolini vicino al mio modo di essere nella società», spiega Benedetta Neri della IV G del Galvani. Qui gli studenti si sono divisi i compiti: chi ha fatto un video, chi ha preparato le relazioni per raccontare gli anni vissuti da Pasolini nel loro liceo, per andare a ritrovare voti e pagelle. Gli studenti del Da Vinci hanno messo in scena, al convegno, il processo a Pasolini su Ragazzi di vita. «Io ho fatto la parte di Carlo Bo che sosteneva Pasolini: quel libro è una grande opera che non ha nulla di osceno», racconta Omarina Khlifi della quinta A. «Noi siamo abituati a ben di peggio», sorridono le compagne. Lorenzo Vezzali del  Copernico racconta l’approfondimento fatto sulle periferie di Roma secondo Pasolini: «Abbiamo spiegato cosa lui vedeva, come le viveva».
Morale della  storia? «Forse – azzarda Magda Indiveri – anche la scuola ha voce in capitolo nella programmazione culturale di una città, è pronta a partecipare attivamente, coltivando teste pensanti e attente a quel che avviene, dando un contributo in termini di lavoro intellettuale».

"In un futuro aprile". Un'immagine del convegno. Foto di
“In un futuro aprile”. Un’immagine del convegno. Foto di Antonio Basile