All’Arena di Verona i sessant’anni di carriera di Ennio Morricone (30-31. VIII.’17)

Ennio Morricone, grande compositore italiano, due volte Oscar, torna il 30 e 31 agosto 2017 all’Arena di Verona. Per celebrare – e, forse, concludere – la sua lunga carriera, in cui ha intercettato anche Pasolini per i film  Uccellacci e uccellini Teorema.  Una luminosa carriera che, tra storia e curiosità,  è ripercorsa da Mauro Tomelli, autore di un articolo uscito il 29 agosto 2017 su “VanityFair”.

Ennio Morricone celebra i sessant’anni di carriera, emozione pura
di Mauro Tomelli

www.vanityfair.it – 29 agosto 2017

Si chiama 60 Years of Music World Tour e celebra il sessantesimo anniversario della sua straordinaria carriera. Ennio Morricone torna per l’ultima volta il 30 e 31 agosto all’Arena di Verona. Successivamente il tour lo vedrà impegnato in alcune date in Europa e in Italia fino a dicembre. Una vita artistica legata non solo alle sue colonne sonore ma a tutta la storia della musica.
Nel 1965 Roma era diventata non tanto inaspettatamente uno dei centri musicali più seducenti. Tanti erano gli artisti, soprattutto jazz, che vi si trasferirono e che avrebbero portato nella capitale romana quello spirito hippie che si stava espandendo anche in Europa. A innescare questa nuova ondata di cultura nella capitale furono i frequentatissimi club della città. Ad affiancare il Folkstudio e il Piper di via Tagliamento fu il Beat 72, ubicato al 72 di Piazza Gioacchino Belli, nel centralissimo quartiere di Trastevere.
Tra i tanti ensemble jazz e gruppi d’avanguardia che animavano le serate in questo sgarruppato ma molto frequentato locale, c’era il GINC (Gruppo d’Improvvisazione Nuova Consonanza) del compositore Franco Evangelisti, che aveva tra i fondatori Ennio Morricone il quale, allievo di Goffredo Petrassi come Evangelisti, l’anno successivo avrebbe arrangiato brani come Se telefonando cantata da Mina C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stone di Gianni MorandiCanzoni che sarebbero rimaste per sempre nella storia della musica leggera italiana.

Nonostante il successo dovuto alla musica popolare, al musicista romano piaceva molto “sporcarsi le mani” nelle fumose atmosfere del Beat 72 e questo la dice lunga sull’importanza che la sua figura ha dato allo sviluppo della musica italiana in tutti i campi. Ennio Morricone era ovunque: lo si poteva trovare negli studi della Rai in via Tiburtina alle prese con qualche orchestra, negli studi della allora potentissima RCA a lavorare su qualche nuova canzonetta di successo, o impegnato nella composizione di qualche colonna sonora, le cui offerte di collaborazione, dopo l’uscita nel ’64 del primo capitolo della cosiddetta “trilogia del dollaro” di Sergio Leone Per un pugno di dollari, erano diventate tantissime.
Grazie alle sue trovate compositive la RCA, che sul finire degli anni Cinquanta non se la passava affatto bene, inaugurò il filone della “canzone dell’estate” tanto di moda anche (e soprattutto) ai nostri giorni, che portò al successo senza età brani come Sapore di sale di Gino Paoli e Abbronzatissima di Edoardo Vianello, entrambe arrangiate sempre dal Maestro. La sua capacità innata di lavorare sulle canzoni rimarcava la sua enorme esperienza musicale già maturata poco più che trentenne. Così divenne in poco tempo un musicista chiave per capire la musica leggera italiana. Presto tutti avrebbero apprezzato non solo l’Ennio Morricone arrangiatore ma anche il Morricone compositore, che divenne enormemente più importante. La sua eredità avrebbe influenzato tutti i generi musicali che sarebbe nati successivamente. Ha firmato più di sessanta colonne sonore che lo hanno portato a lavorare con registi del calibro di John Carpenter, Mike Nichols, Terrence Malick, Brian De Palma, Oliver Stone. Ha attraversato il cinema italiano fino ai giorni nostri, lavorando con Pier Paolo Pasolini, Giuliano Montaldo, Lucio Fulci, Dario Argento, Elio Petri, Ettore Scola, Bernardo Bertolucci, Carlo Verdone e Giuseppe Tornatore, solo per citarne alcuni. La sua musica passava con disinvoltura in tutti i generi: dalla classica commedia all’italiana  al thriller, per arrivare ai drammi. Ma la sua carriera è indissolubilmente legata al connubio con Sergio Leone e in particolar modo all’ultimo tassello della “trilogia del dollaro”, Il buono il brutto e il cattivo. Con quel film Morricone non solo firmò la sua colonna sonora più famosa ma anche la più ambiziosa, in cui riuscì a unire le sue esperienze di allievo di compositori d’avanguardia come Petrassi e John Cage con il rock angloamericano.
Malgrado le cinque nomination nel corso della carriera, ha ricevuto solo due Oscar: uno nel 2007 alla carriera e l’altro nel 2016 per la colonna sonora di The Hateful  Eight di Quentin Tarantino , suo grande fan. Chi lo ha conosciuto sa quanto sia stata importante nella sua vita artistica Maria Travia, sposata nel ’56 e dalla quale ha avuto quattro figli. «È lei che giudica prima di tutti. Nel passato capitava che spesso i registi mi fregavano: di tutti i brani che proponevo sceglievano i più brutti», racconta il compositore.
È probabile che, dopo questi concerti, a 88 anni, il Maestro deciderà di terminare la sua lunga carriera. Sessant’anni di pura emozione.

[idea]Citazioni[/idea]

Ho sempre fatto una vita regolare e non ho mai frequentato i salotti. Forse per carattere o perché vengo da una famiglia modesta.
Ennio Morricone

Non credo di essere un narcisista e ritengo che il successo sia un evento provvisorio. Ogni volta che penso di aver fatto il massimo, so che si può ancora fare meglio.
Ennio Morricone

Morricone è il mio compositore preferito e non intendo solo della musica per il cinema, ma di Mozart, di Beethoven, di Schubert.
Quentin Tarantino