Intervista a Davide Toffolo, disegnatore del fantasma di PPP

Davide Toffolo, musicista e talento della graphic novel italiana, si racconta in occasione della mostra Il Pasolini di Toffolo. Da Casarsa a Casarsa, allestita negli spazi del Centro Studi Pasolini di Casarsa della Delizia fino al 31 agosto 2016. L’esposizione, curata da Paola Bristot, propone una ricca galleria di opere originali: 49 tavole legate al libro a fumetti già edito da Biblioteca dell’Immagine con il titolo Intervista a Pasolini e recentemente ripubblicato da Rizzoli, e 72 disegni realizzati dal vivo durante le performance con la band Tre allegri ragazzi morti, di cui Toffolo è il leader e il vocalist. Essere presente nella casa materna di Pasolini, costante punto di riferimento e maestro di “contestazione vivente”, è’ quasi il coronamento di un sogno per l’eclettico artista, come dichiara nell’intervista raccolta dalla giornalista Donatella Schettini per il “Messaggero Veneto” dell’8 giugno 2016.  

Toffolo: la mia graphic novel nella casa di Pasolini
di Donatella Schettini

http://messaggeroveneto.gelocal.it – 8 giugno 2016

È un evento letterario destinato a sorprendere. Le tavole originali del libro Intervista a Pasolini disegnate da Davide Toffolo sono esposte per la prima volta dove avrebbero dovuto stare da sempre: al Centro Studi Pier Paolo Pasolini. Nasce così la mostra Il Pasolini di Toffolo. Da Casarsa a Casarsa, realizzata in collaborazione con Viva Comix e DMBassociati di Pordenone.
Nelle sale di Casa Colussi si potranno ammirare gli originali di quello che è stato uno dei primi testi italiani di graphic novel uscito per la Biblioteca dell’Immagine molti anni fa e ancora oggi un “evergreen”, pubblicato e ripubblicato più volte negli anni.
L’autore, pordenonese doc, è uno tra i più importanti fumettisti italiani, ma è anche il leader dei Tre Allegri Ragazzi Morti, una delle band protagoniste della scena indipendente italiana.
Toffolo ha cominciato a raccontare la sua terra disegnando Primo Carnera, poi si è dedicato a un maestro della sua esperienza di autore rock e di narratore poetico attraverso il disegno: Pier Paolo Pasolini.

Davide Toffolo nella performance musicale "Pasolini. L'incontro"
Davide Toffolo nella performance musicale “Pasolini. L’incontro”

«È sempre stato presente nella mia vita artistica – afferma -. Io sono nato nel 1965 e l’immagine di Pasolini era viva anche nella cronaca italiana. L’incontro “vero” c’è stato quindici anni fa, quando ho immaginato di realizzare questo libro». Un testo, con disegni, che lo stesso autore spiega non voler essere celebrativi: «Ho partecipato al gruppo di autori italiani che alla fine del secolo scorso hanno dato origine alla graphic novel – prosegue -. Ho sempre creduto nel linguaggio dei fumetti e ho cercato storie non tradizionalmente raccontate e non legate a un genere».
La figura di Pier Paolo Pasolini si prestava bene a questo progetto «perché nel suo personaggio – prosegue Toffolo – ci sono elementi come la diversità, il rapporto con il territorio e la trasformazione dell’uomo che sono elementi anche miei». Secondo il disegnatore «Pasolini è stato un intellettuale che prima di altri ha capito la fine antropologica dell’epoca che stavamo vivendo, la fine della civiltà contadina e l’inizio di un’altra era».
Non è interessato dalla dimensione profetica dell’autore di origini casarsesi, Davide: «Le cose scritte da Pasolini – spiega – sono diventate più facili da capire oggi, ma lui rimane un intellettuale legato al ‘900 con pensieri precisi rispetto a quel periodo. Mi interessa relativamente la dimensione profetica di Pasolini, mi interessa di più il suo metodo critico: lui si considerava una contestazione vivente e per me questo è l’importante, anche trasposto in altra epoca storica».
Un libro che ha avuto una storia interessante: «E’ stato pubblicato con la Biblioteca dell’Immagine, perché non c’era nessun autore disposto a investire in una delle prime graphic novel in Italia», poi ci hanno creduto anche Coconino e Rizzoli. «Quando faccio un libro non è che mi aspetto un successo, fare un libro è sempre un’esigenza artistica, ma il fatto che sia diventato un classico mi rende felice. Molti dei miei libri sono diventati dei “long sellers” e vanno al di là del consumo veloce». Al contrario della civiltà dei consumi rapidi profetizzata da Pasolini.