“Un’ora con…Pier Paolo Pasolini ed Ezra Pound”: il 30 luglio a Casa Colussi

Il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa venerdì 30 luglio alle ore 18.00 ha organizzato un incontro per approfondire il rapporto tra Pasolini e il poeta americano Ezra Pound, curato da Francesca Cadel, studiosa pasoliniana e docente di Italiano e Film Studies all’University of Calgary (Canada). Verrà proiettata anche la celebre intervista di Pasolini a Pound, realizzata per la RAI nel 1967. L’evento a ingresso libero, su prenotazione, si svolgerà a Casa Colussi, sede del Centro.

Nell’ultimo periodo della vita e dell’opera di Pier Paolo Pasolini – dal 1967 al 1975 – si nota un interesse crescente per il poeta ed esule americano Ezra Pound, a partire dall’intervista per la RAI, diretta da Vanni Ronsisvalle, condotta da Pasolini nell’autunno del 1967, a Venezia1. L’intervista di Pasolini a Pound segna, tra ’67 e ’68, una prima fase di avvicinamento al poeta americano.

Pound risulterà di lì in avanti sempre più presente nell’opera pasoliniana, come un simbolo con una funzione ben precisa: indicare in una prospettiva sempre futura – all’interno e non contro la modernità – un’etica fondata sull’equilibrio tra uomo e natura, ed esaltarne gli esempi passati. In questo senso Pasolini utilizza I Cantos e ne sottoscrive, citandoli nella sua ultima produzione, sia in Salò che ne La nuova gioventù, quelli che egli definisce i versi più conservatori di Pound, ispirati all’etica confuciana e alle leggi del mondo contadino cinese.

Pasolini e Pound si erano incontrati una prima volta, solo brevemente, in Sicilia nell’estate del 1967, in occasione dell’istituzione del premio Zafferana Etnea (che nel 1968 premiò Elsa Morante, con il Il mondo salvato dai ragazzini), ma l’intervista dell’autunno 1967 di Pasolini a Pound rappresentò l’unica occasione di dialogo tra i due poeti. Quando nel 1955 la rivista «Stagione» dedicò un numero speciale al poeta americano, allora rinchiuso nel manicomio criminale di Saint Elizabeth, a Washington, Pasolini declinò l’offerta di collaborazione, scrivendo a Mario Costanzo di non amare Pound. Pound morì nel 1972 a Venezia, e a distanza di un anno, Pasolini sottoscrisse, anche politicamente, i suoi versi conservatori:

L’ideologia reazionaria di Pound è dovuta al suo back-ground contadino […] Ciò che in Pound, attraverso il padre e la mitica figura del nonno è entrato di questo mondo contadino, lo veniamo a sapere attraverso la idealizzazione che Pound ha fatto della cultura cinese […]. Egli ha voluto, fermamente e follemente voluto, restare dentro il mondo contadino: anzi, andare sempre più in dentro e più al centro. La sua ideologia non consiste in niente altro che nella venerazione dei valori del mondo contadino (rivelatiglisi in concreto attraverso la filosofia cinese, pragmatica e virtuosa). In questo senso io ritengo che si possano sottoscrivere, anche politicamente, tutti i versi conservatori di Pound dedicati ad esaltare (con nostalgia furente) le leggi del mondo contadino e l’unità culturale del Signore e dei servi: “La parola paterna è compassione;/Filiale, devozione;/La fraterna, mutualità; Del tosatel (giovinetto) la parola è rispetto” […]2 .

Che cosa cambia nel suo giudizio e perché Pasolini omaggia Pound come un maestro in entrambe le sue due ultime opere non postume, Salò e La nuova gioventù? Che cosa arriva a condividere ideologicamente Pasolini con Pound tra ’67 e ’75?

-AGGIORNAMENTO NEWS: a fronte delle numerose richieste e del numero limitato di posti, ormai esauriti, l’intervento di Francesca Cadel verrà registrato e il video verrà pubblicato entro il giorno seguente sulla pagina Facebook del Centro Studi e sul canale YouTube.

“Un’ora con Ezra Pound” (RAI, 1967)

Francesca Cadel (PhD, The Graduate Center; Doctorat, Sorbonne, Paris-IV) è professoressa di Italiano e Film Studies all’University of Calgary (Canada). È autrice di La lingua dei desideri. Il dialetto secondo Pier Paolo Pasolini (2002), La langue de la poésie. Langue et dialecte chez Pier Paolo Pasolini (1922-1975) et Andrea Zanzotto, Villeneuve-d’Ascq, Presses Universitaires du Septentrion, 2001; con Davide Rondoni ha pubblicato l’antologia Poeti con nome di donna, (Rizzoli, BUR, 2008); con Giuseppina Mecchia ha tradotto dall’italiano all’inglese Franco Berardi, The Soul at Work. From Alienation to Autonomy (MIT, Los Angeles, 2009. Ha pubblicato articoli in italiano e in inglese su Pasolini, Zanzotto, Pound, Morante, Saba e numerose interviste a poeti, filosofi, e graphic novelists (Toni Negri, Vanna Vinci, Davide Toffolo, Gian Mario Villalta, Davide Rondoni, Pier Giorgio Di Cicco).


1L’intervista, della durata di 20 minuti circa, fu inserita all’interno di un programma più ampio, interamente dedicato a Ezra Pound, Un’ora con Ezra Pound (trasmesso dalla RAI il 19-6-1968), regia di Vanni Ronsisvalle, nell’ambito della rubrica «Incontri», a cura di Gastone Favero (1967- 68); l’intervista di Pier Paolo Pasolini è dell’autunno ’67.

2Pier Paolo Pasolini, Campana e Pound (16 dicembre 1973), in Id, Descrizioni di descrizioni, a cura di Graziella Chiarcossi, Torino, Einaudi , 313-314. Per i versi citati da Pound, cfr. Ezra Pound, The Cantos, XCIX, vv. 424-427: «The father’s word is compassion; / The son’s filiality. / The brother’s word: mutuality; / The younger’s word: deference».