Importante incontro sabato 19 dicembre, alle ore 20.45, al Teatro Pasolini di Casarsa della Delizia, grazie ad una iniziativa che vede coinvolti il parterre de roi dei cinefili regionali, Cinemazero di Pordenone, Cec di Udine, Cineteca del Friuli di Gemona, e, per Casarsa, il Comune, il Centro Studi Pier Paolo Pasolini e la ProLoco.
La felice occasione è fornita dalla dedica ad Elio Ciol, gran signore della foto d’autore e illustre cittadino casarsese che, per i suoi ottanta anni, è stato omaggiato nel corso del 2009 da tre eccezionali mostre fotografiche, quest’estate a Villa Manin e, con esposizione ancora in corso, al Convento San Francesco di Pordenone e a casa Colussi, sede del Centro Studi Pasolini di Casarsa. A sigillo di questo trittico si colloca dunque la cerimonia di sabato, che, a parte i meriti della testimonianza pubblica di affetto, vuole portare alla luce anche un aspetto meno noto del lavoro di Ciol: quello di film-maker, a diretto contatto con il mondo del cinema.
E’ almeno dalla metà degli anni Cinquanta che, soprattutto a Casarsa, il maestro si è messo dietro la macchina da presa, per film da cineamatore, realizzati in collaborazione con il glorioso Cineclub di Udine, mostrati poi in rassegne e concorsi nazionali e in seguito perduti o relegati in soffitta. Proprio da uno scatolone, dimenticato da chissà quanto tempo in un angolo dell’atelier fotografico, è emersa da poco la rara pellicola Grappoli d’oro, corto di 13’ girato nel ’57 da Ciol insieme a Riccardo Castellani per raccontare con essenziale pulizia il ciclo di lavorazione dell’uva, dalla potatura delle viti fino al capolinea del vino, da bere in rustica allegria.
Un piccolo gioiello d’antan che sarà proiettato insieme al capolavoro filmico –vero clou della serata- che nel ’62 vide impegnato Ciol come fotografogo sul set accanto all’amico David Maria Turoldo, responsabile della sceneggiatura, e al regista (e grande uomo di teatro) Vito Pandolfi. E’ il film Gli ultimi, da poco restaurato (nel 2002), straordinario affresco del Friuli contadino, che ancora oggi sa trasmettere con l’austera bellezza del bianco/nero la sua lezione di dignità e resistenza umana, colte alla radice della vita elementare degli umili. Alle riprese Ciol contribuì sorprendentemente anche come interprete, apparendo di spalle nelle vesti del fotografo che fissa in flash la povera festa di nozze realizzata nella Coderno rurale di padre Turoldo. Un raro cammeo d’attore per caso, in cui Ciol, in fondo, rifà se stesso, fotografo di scatti folgoranti capaci di ritagliare dalla realtà –uomini, cose e paesaggi- imprevedibili angolazioni di sospesa e astratta verità, anche di respiro spirituale. Su questo suo occhio, in cui la tecnica pare al servizio dell’arte, il maestro converserà infine con Marco Rossitti, docente di scienze multimediali presso l’Università di Udine e regista nel ’99 per la Rai regionale del docu-film Elio Ciol-Immagini dal Friuli. Sarà proiettato anch’esso, per ulteriore tributo ad un maestro, talento schivo e geniale, alla cui luminosa capacità di visione il Friuli deve giusta gratitudine.
*Foto in copertina: © Elio Ciol