In occasione della presentazione in regione dello spettacolo tratto dal romanzo Ragazzi di vita – Teatro Nuovo Giovanni da Udine 12-13 marzo e Teatro Comunale Giuseppe Verdi Pordenone 15-16-17 marzo – per la regia di Massimo Popolizio, la drammaturgia di Emanuele Trevi, l’interpretazione di Lino Guanciale e di un folto gruppo di giovani attori, il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa si è fatto promotore della presentazione, in collaborazione con le due importanti istituzioni teatrali, del recente volume di Silvia De Laude “I due Pasolini. Ragazzi di vita prima della censura”.
Martedì 12 marzo alle ore 17.30 al Teatro Giovanni da Udine l’autrice dialogherà con il giornalista Paolo Medeossi. A seguire visita guidata alla mostra “Il mondo che non c’è più”.
Giovedì 14 marzo alle ore 18.00 al Ridotto del Teatro Verdi Silvia De Laude dialogherà con l’attore Lino Guanciale e Lisa Gasparotto (Università Bicocca Milano).
Il 13 aprile 1955 Pier Paolo Pasolini invia a Livio Garzanti il dattiloscritto di Ragazzi di vita. Crede di aver chiuso i conti con quel romanzo che aveva tanto faticato a prendere una forma e si riserva di apportare giusto qualche minimo intervento più avanti in bozze. Non andrà così. In maggio Pasolini scrive a Vittorio Sereni di trovarsi fra le mani «bozze mezze morte, da correggere e da castrare»: Garzanti è stato preso da «scrupoli moralistici», «si è smontato». Troppe parolacce, troppa violenza, troppe situazioni spinte. Troppe bestemmie. Troppe pagine che sembravano fatte apposta per portare dritti in tribunale. E’ un vero ultimatum: o il romanzo si taglia e si corregge, o non si fa. Questo studio di Silvia De Laude, che in precedenza aveva collaborato con Walter Siti all’edizione delle opere complete di Pier Paolo Pasolini (“I Meridiani” Mondadori, 1998-2003), racconta la storia dei «giorni atroci» dell’autocensura.
Ciò nonostante il 29 dicembre 1955, il procuratore della repubblica di Milano cita in giudizio direttissimo «Garzanti Aldo e Pasolini Pier Paolo, imputati di pubblicazione oscena». Il processo vede le testimonianze a difesa del romanzo dei maggiori critici letterari del tempo: Carlo Bo, Pietro Bianchi, Giuseppe Ungaretti, Gianfranco Contini, Emilio Cecchi, Giancarlo Vigorelli, Giuseppe De Robertis.
Il 4 luglio 1956 i giudici assolvono con formula piena autore ed editore di Ragazzi di Vita.