Francesco Gallo firma una recensione a Maria by Callas, bel documentario del giovane regista francese Tom Volf applaudito il 2 novembre 2017 alla Festa del Cinema di Roma che, attraverso interviste e filmati anche inediti, racconta i retroscena e il dietro le quinte della grande cantante. Soprattutto ne emerge il ritratto sfaccettato di un’artista eccezionale e di una donna fragile, al centro di un film, appassionato e a suo modo filologico, che rifugge dal pettegolezzo e dai cliché, ed è costruito solo con le parole e il punto di vista della mitica e infelice soprano.
Callas si racconta, io diva fragile
di Francesco Gallo
www.ansa.it – 2 novembre 2017
Quando Maria Callas ha finito di cantare “Casta Diva” dalla Norma di Vincenzo Bellini, applausi a scena aperta nella sala Sinopoli dell’Auditorium, come se la mitica soprano fosse proprio lì ad ascoltarli. È l’effetto del bel documentario Maria by Callas di Tom Volf, presentato oggi [2 novembre 2017, ndr.] alla Festa di Roma e che arriverà in sala con la Lucky Red. Un film che arriva a 40 anni dalla morte della mitica cantante lirica e che rivela le sue fragilità, le contraddizioni e, soprattutto il suo grande amore, l’unico per lei, per Aristotele Onassis.
Un amore che diventa odio, come si legge in una sua lettera inedita proposta nel documentario, quando scrive dell’armatore greco, ormai legato a Jackeline Kennedy, «è un gran porco» e ancora, rivolta ad entrambi, «ve la farò pagare».
In Maria by Callas, ricco di immagini inedite, fotografie, super8, registrazioni private, lettere e filmati d’archivio del dietro le quinte degli spettacoli, tutto è come fosse raccontato dalla stessa soprano in prima persona. Ne esce fuori una donna con molti rimpianti, su tutti quello di non aver avuto una famiglia, fragilità e momenti di profonda depressione. E questo raccontando una vita in cui sono passati personaggi come Marilyn Monroe, Alain Delon, Yves Saint-Laurent, J.F. Kennedy, Luchino Visconti, Winston Churchill, Grace Kelly e Liz Taylor. Una delle fonti primarie del regista è stata Nadia Stancioff, la migliore amica della Callas, che una volta le disse: «Se dovessi morire prima di te, voglio tu dica a tutti chi ero davvero».
«Ci ho messo quattro anni per mettere insieme tutto il materiale trovato in tutto il mondo – spiega il regista -. È stata un’impresa raccogliere materiali che contenessero unicamente le sue parole. E questo per fornire poi al pubblico un’intima immersione nel suo personaggio. Abbiamo studiato ben 400 lettere forniteci anche dai suoi amici in tutto il mondo come dal suo maggiordomo e cameriera che erano un po’ la sua famiglia. Tutti comunque – continua – ci hanno fornito il materiale volentieri quando hanno capito che volevamo fare su di lei un lavoro onesto e privo dei soliti pettegolezzi».
Certo, spiega ancora Tom Volf, «abbiamo volutamente trascurato il suo rapporto difficile con la bilancia o le sue crisi nervose, anche perché la nostra intenzione è sempre stata quella di fare un film con le sue sole parole, dal suo punto di vista».