Gode di rinnovata fortuna la tragedia in versi di Pasolini Calderón, che di recente è stata allestita per Teatri Uniti dal regista Francesco Saponaro e che a fine maggio sarà ripresa perfino dai giovani studenti di Follonica, in un singolare esperimento di teatro-scuola di spirito pasoliniano. A cimentarsi con questo bellissimo testo labirintico è intanto anche un maestro della scena contemporanea, Federico Tiezzi, che debutterà il 20 aprile 2016 al Teatro Argentina di Roma con una sua personale rilettura dell’opera, che si avvale, tra gli altri, dell’interpretazione di Sandro Lombardi e Francesca Benedetti.
Riprendiamo una scheda descrittiva dell’atteso spettacolo dal sito www.9colonne.it di aprile.
Dal 20 aprile all’8 maggio 2016 al Teatro Argentina Federico Tiezzi firma la regia del Calderón, tragedia in versi scritta da Pier Paolo Pasolini nel 1967 e pubblicata nel 1973, una produzione Teatro di Roma e Fondazione Teatro della Toscana. Ritenuta da Pasolini stesso una delle sue “più sicure riuscite formali”, Calderón si ispira al capolavoro del grande tragediografo spagnolo del “Siglo de Oro” Pedro Calderón de la Barca (1600-1681), La vida es sueño.
Non mutano i nomi dei personaggi centrali – Basilio, Sigismondo e Rosaura – mentre molto diverse sono situazione, trama, ambientazione. Siamo nella Spagna franchista del 1967. Rosaura fa tre sogni successivi, ognuno in un ambiente diverso – aristocratico, proletario, medio borghese – a significare l’impossibilità, per tutti, di evadere dalla propria condizione sociale. Il cast vede la partecipazione straordinaria di Francesca Benedetti nel ruolo di Doña Lupe, che rappresenta l’emblema totale del potere, “la borghesia”, e riassume in sé tutte le peggiori prerogative di dominio e corruzione. Infatti l’intenso cammeo dell’attrice porta a far emergere le latenti perversioni che sono in ognuno di noi. Francesca Benedetti nella prossima stagione proseguirà il suo percorso su Pasolini con lo spettacolo teatrale L’indecenza e la forma ispirato a Salò/Sade e scritto da Giuseppe Manfredi, per la regia di Marco Carniti, che andrà in scena al teatro India.
[idea]Info dal sito del Teatro di Roma – Teatro Argentina / http://teatrodiroma.net[/idea]
Calderón
di Pier Paolo Pasolini
regia Federico Tiezzi
drammaturgia di Sandro Lombardi, Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi
con (in ordine di apparizione)
Sandro Lombardi, Camilla Semino Favro, Arianna Di Stefano, Sabrina Scuccimarra, Graziano Piazza, Silvia Pernarella, Ivan Alovisio, Lucrezia Guidone, Josafat Vagni, Andrea Volpetti,
Debora Zuin
e con la partecipazione straordinaria di Francesca Benedetti
scene Gregorio Zurla
costumi Giovanna Buzzi e Lisa Rufini
luci Gianni Pollini
movimenti coreografici Raffaella Giordano
canto Francesca Della Monica
assistente alla regia Giovanni Scandella
la canzone Ahi desesperadamente è stata appositamente musicata da Matteo d’Amico
Calderón di Pier Paolo Pasolini è la straordinaria riscrittura del classico La vita è sogno di Calderón de la Barca, ambientato nella Spagna franchista durante gli anni del regime. Ma Calderón è soprattutto una precipitosa discesa agli inferi: del mondo sociale e di se stessi. Come un sogno che si chiude sempre in un altro sogno, Rosaura si risveglia in una classe sociale sempre diversa. Dal mondo aristocratico a quello piccolo-borghese fino alla miseria sottoproletaria, Rosaura è sempre straniera. Come straniero è sempre stato il suo scomodo autore, poeta civile, ma anche mistico, disperato profeta. Bloccati in una storia e in una società cui non vogliono appartenere, i protagonisti di Calderón vivono nello spazio doloroso fra la rabbia e la nostalgia, l’amore per il mondo e la rabbia verso gli adulti, i padroni della storia. Scritto nel 1966 e pubblicato nel 1973, unico dramma teatrale pubblicato in vita da Pasolini, il testo è la grande parabola di un conflitto generazionale più che mai contemporaneo. Tragedia in versi, dramma di poesia, grandioso affresco storico, Calderón risulta tuttora il punto più alto della drammaturgia italiana del secondo Novecento.
Federico Tiezzi
autore, attore e regista, dirige la Compagnia Lombardi-Tiezzi. Tra gli esponenti di punta della neoavanguardia italiana, si dedica in seguito a una forma di teatro di poesia volta a coniugare drammaturgia in versi e scrittura scenica in equilibrio tra incursioni nei classici (Shakespeare, Cechov) e nella drammaturgia contemporanea, italiana (Luzi, Parise, Pasolini, Testori) e straniera (Beckett, Bernhard, Brecht, Müller). Numerosi i riconoscimenti tra i quali i premi Ubu per Scene di Amleto I (1998), L’apparenza inganna (2000) di T. Bernhard e Gli uccelli di Aristofane (2004). Esordisce nella regia lirica nel 1991 con Norma , cui seguono, tra gli altri, Madama Butterfly, Didone ed Enea, La clemenza di Tito, Cavalieri di Ekebù, Simon Boccanegra, Lo stesso mare.
Sandro Lombardi
attore e scrittore, insieme a Federico Tiezzi e Marion D’Amburgo è il fondatore della Compagnia Lombardi-Tiezzi. Ha interpretato testi di Samuel Beckett, Heiner Müller, Mario Luzi, Alessandro Manzoni, Pier Paolo Pasolini, Bertolt Brecht, Goffredo Parise, Anton Cechov, Thomas Bernhard. Per quattro volte, tra 1988 e 2002, ha ricevuto il Premio Ubu per la migliore interpretazione maschile dell’anno. Tra le collaborazioni da ricordare, quelle con Giovanni Agosti, Alighiero Boetti, Giancarlo Cobelli, Marisa Fabbri, Roberto Fabbriciani, Peter Hirsch, Fausto Malcovati, Rainer Werner Fassbinder, Giovanni Frangi, Hanif Kureishi, Alessandro Mendini, David Riondino, Paolo Rosa, Mario Schifano, Hanna Schygulla. È autore del saggio Gli anni felici. Realtà e memoria nel lavoro dell’attore (Garzanti 2004) e del romanzo Le mani sull’amore (Feltrinelli 2009).