A Roma Trastevere, presso l’Associazione culturale Aleph in vicolo del Bologna 72, sabato 4 giugno 2016, alle 20.30, e domenica 5 giugno 2016, alle 17.30, una originale iniziativa coinvolgerà un manipolo di nove poeti (Stefano Amorese, Marco Buzzi Maresca, Davide Cortese, Anna Laura Longo, Nina Maroccolo, Desirée Massaroni, Marco Palladini, Plinio Perilli, Simona Verrusio) impegnati a leggere i primi cinque episodi della tragedia in versi Pilade di Pasolini. Ideatore e regista di questo primo Studio per “Pilade”, arricchito da musiche e allegorie sonore di Anna Laura Longo (fonica Michele Marsili), è Marco Palladini, che intende così aderire alla poetica pasoliniana del teatro come «rito culturale». La prospettiva è che nell’autunno 2016 sia pronta la lettura integrale del testo, di cui i protagonisti di questo reading mirano a valorizzare l’amara metafora politica a contrasto con la diversità irriducibile incarnata dal “poeta” Pilade. E’ quanto si legge nella scheda di presentazione uscita il 31 maggio 2016 su www.abitarearoma.net.
Studio per “Pilade” di P.P. Pasolini all’Aleph
redazionale
www.abitarearoma.net – 31 maggio 2016
Elaborato drammaturgicamente mezzo secolo fa il Pilade di Pasolini ha tuttora una smagliante sostanza poetica e una potente attualità dialettico-politica. Riscrittura critica dell’Orestea di Eschilo, esso affida alla parola teatrale il compito di esplorare il focus controverso di un passaggio di potere dalla tirannia alla democrazia. Il nuovo ordine democratico instaurato ad Argo da Oreste in nome di Atena, la dea della Ragione, si allea infatti con le forze del Passato, con la Tradizione reazionaria incarnata da Elettra e dalle Furie-Erinni. Si oppone a ciò il Diverso, ossia Pilade, antagonista e effettuale doppio di Oreste, che capeggia una rivolta popolare, che ha i caratteri di una rivoluzione di classe. E che pur tuttavia fallisce di fronte alle dinamiche complesse del Potere Moderno, e induce Pilade (proiezione del pessimismo di Pasolini) ad una devastante abiura di sé. I drammatici nodi storici, politici, personali, persino psicologici dei principali personaggi, vengono investiti e illuminati dalla straordinaria scrittura poetica pasoliniana che diventa acuta riflessione sulla contemporaneità e sul senso profondo di un’azione di trasformazione radicale del mondo che non contempli il riconoscimento di ogni diversità.
In capo ad un lungo lavoro laboratoriale abbiamo voluto mettere assieme un compagnia non di attori, bensì di poeti per dare corpo e voce icastici e concreti all’idea fondamentale di Pier Paolo di un teatro inteso come rito culturale. Dunque, con questi “fratelli” poetici di Pilade, presentiamo adesso come studio i primi cinque episodi del testo, in attesa di allestire in autunno la lettura integrale dell’opera. Un hors d’œuvre per provare ad andare, secondo diceva Roland Barthes, oltre l’ovvio e l’ottuso.
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