Il 30 novembre 2016, a Roma presso la sede del Fogolâr Furlàn si è tenuta la presentazione del libro Pier Paolo, un figlio, un fratello (Nuova Immagine, Siena, 2016), in cui l’autore, lo scrittore e docente toscano Francesco Ricci, ricostruisce dall’interno il tormento interiore e la vita intima del giovane Pasolini, dilacerato tra l’affetto assoluto per la madre, lo strazio per la morte del fratello Guido e la tensione sensuale. Ne è uscito quasi una pièce per il teatro, che non per nulla, nell’occasione della presentazione nella Capitale, ha visto il coinvolgimento degli attori Tiziana Bagatella e Lorenzo Acquaviva, insieme alla videomaker Roberta Cortella e al musicista Beppe Frattaroli.
Sul libro e sulla manifestazione, seguita da un folto pubblico, ha scritto una bella analisi Myriam Ambrosini, che è uscita nel 2016 sul Bollettino del Fogolâr Furlàn di Roma e che qui ripubblichiamo, con il consenso dello scrittore Francesco Ricci.
Il racconto di Ricci sul giovane Pasolini
di Myriam Ambrosini
“Fogolâr Furlàn”, n. 2, 2016
A colpire, interessare e coinvolgere i numerosi ospiti intervenuti all’evento, il taglio nuovo … diverso che Ricci ha offerto di questo sensibilissimo artista di cui si riteneva di sapere tutto. Il “Pasolini canonico” dei testi scolastici e delle tesi universitarie era sì presente nel profilo che l’autore ne ha tratto ma, accanto all’artista, qui si è profilato l’uomo, con tutti i suoi innumerevoli pregi, ma anche con le sue fragilità, il suo continuo scavo interiore: un Pasolini, appunto, figlio, fratello ed anche insegnante dalle tesi avveniristiche, precursore dunque dei tempi nel dipanarsi di una didattica viva e mai formale. Oltre alla presentazione, stringata ma esaustiva, dello stesso autore, a vivacizzare poi la manifestazione anche le voci narranti –impersonate dagli attori Lorenzo Acquaviva e Tiziana Bagatella, che hanno letto, come in una rappresentazione teatrale, brani del testo di Ricci e versi di Pasolini -; la proiezione delle illuminanti diapositive curate dalla giornalista/documentarista Roberta Cortella e l’accompagnamento musicale per chitarra del cantautore Beppe Frattaroli.
Un pubblico, non statico spettatore, ma sempre attento e spesso entusiasta ha accompagnato partecipe lo svolgersi armonioso dell’evento e, al termine, non ha lesinato applausi e consensi.
La lettura diretta del libro Pier Paolo, un figlio, un fratello non ha fatto che confermare le tematiche già brillantemente enunciate nella presentazione, sublimate poi da una prosa sceltissima, ma scorrevole e diretta dove è lo stesso Pasolini a parlare in prima persona.
Durante quel viaggio in treno, in compagnia dell’amatissima madre, da Casarsa a Roma –avvenuta nel gennaio 1950-, l’artista friulano apre il cuore e la mente a ricordi e riflessioni, con le inevitabili malinconie, rimpianti, dubbi, ma anche con quel guizzo di gioia che ogni esistenza, prima o poi, ha la generosità di regalare.
Tornano a rivivere i cari luoghi del Friuli con le sue campagne luminose ed il suo cielo color indaco … le smemoranti corse in bicicletta, le cascine, i casolari … Versutta … Casarsa … Valvasone dove, per due anni era stato professore illuminato: «MI adoperavo, spendevo tutto me stesso, perché i miei alunni non perdessero mai il gusto di stare vivendo, seduti dietro i banchi di scuola, una straordinaria avventura».
«Il vero peccato dei docenti è uccidere la curiosità… ad essere decisive non erano le risposte che davo, bensì le domande che suscitavo».
Torna la vergogna dei soprassalti e delle miserie della carne che gli hanno valso quel doloroso esilio. Tornano soprattutto il rimpianto ed il rimorso per quel fratello –Guido-, di tre anni minore di lui, morto da partigiano a soli diciannove anni. «Chi amiamo, chi amiamo davvero, non è mai sostituibile». Un fratello che percepisce come da lui non abbastanza protetto .. Il “fratello buono” («era pura luce») che, forse, sarebbe stato giusto fosse rimasto accanto alla madre al posto suo, quale, per lei, fonte di maggiore consolazione e gioia.
Ecco, “la madre”, inizio e fine di tutta la sua esistenza: perfezione impossibile da raggiungere ed, al contempo, immensa felicità e tormento. «È dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia», recita infatti Supplica a mia madre … quella grazia e quell’angoscia preludio e compimento forse della sua stessa scelta sessuale.
Una biografia dunque quella di Francesco Ricci che restituisce un Pasolini diverso, ancor più complesso di quello noto, ma per la sua veridicità ed intensa umanità più caro e vicino a noi.