A Massa Carrara inizia il 17 marzo 2017 il bel percorso dedicato al pensiero e all’opera di Pasolini dal titolo Uno sguardo fuori dal tempo e curato dal docente e studioso Stefano Radice. Il progetto, che gode del patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Massa e del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, si propone di offrire in più appuntamenti una “lettura critica” dell’attività e dell’immagine dell’autore, proiettato in particolare sullo sfondo degli anni Settanta, e di coinvolgere soprattutto l’interesse dei giovani e degli studenti.
Pubblichiamo qui di seguito il programma, che si articolerà in cinque tappe e si chiuderà il 2 aprile. Grazie al curatore per i materiali inviati. (angela felice)
Uno sguardo fuori dal tempo
Una lettura critica delle opere e dell’immagine di PPP
a cura di Stefano Radice
Massa Carrara, 17 marzo – 2 aprile 2017
venerdì 17 marzo 2017, ore 18.00
Stanze del Teatro Guglielmi, Massa
reading/lezione in musica e immagini e parole a cura di Domenico Mungo
Comizi Corsari&Scritti d’Amore. Un viaggio dentro PPP
Vita, opere e morte di Pasolini attraverso la sua e la nostra contemporaneità
Radiografia di Pier Paolo Pasolini, senza mediazioni accademiche o interpretazioni giornalistiche, sfruttando semplicemente «il timbro irripetibile della sua personalità, fatto di corpo, voce e, ovviamente, contenuto». Domenico Mungo, scrittore, docente e ricercatore, vuole così raccontare una verità umana e morale ancora tutta da scoprire, attraverso un ritratto inedito, costruito solo con le voci di coloro che, nella sua e nostra contemporaneità, hanno parlato con Pasolini, di Pasolini, su Pasolini, contro Pasolini. Emerge il poeta maestro, la voce contraddittoria e polemica, lo sguardo struggente e spesso umoristico di un uomo, per la sua Italia amata e temuta». Colloqui, partecipazioni a trasmissioni, immagini di repertorio, brani di film, informazioni dal pubblico al privato, dal cinematografico al letterario, dal politico al sociale. Mungo, attraverso letture, recensioni, stralci di romanzi, ricordi e interpretazioni improvvisate dall’interazione con l’uditorio, racconta con lucidità i legami tormentati con la figura paterna («mio padre era un uomo molto diverso da me con cui ho avuto rapporti molto difficili»), il degrado urbano di metropoli sfigurate «da qualcosa di moderno, da qualche corpo estraneo che non c’entrava con questa forma, con questo profilo della città che io sceglievo», il tema dell’uso del dialetto nel suo cinema, o quello dei passaggi cruciali che hanno segnato l’ispirazione artistica: «I primi film, da Accattone a Il Vangelo secondo Matteo, a La ricotta e Edipo re, li ho fatti sotto il segno di Gramsci e mi sono illuso di fare opere nazional-popolari, poi il popolo si è trasformato in qualcos’altro, quello che i sociologi chiamano massa, e a questo punto mi sono rifiutato, non programmaticamente, non aprioristicamente, di fare prodotti consumabili da questa massa, e quindi ho fatto film d’élite, apparentemente antidemocratici, aristocratici…». Mille voci che si rincorrono, si sgambettano, si insultano, si amano, si bastonano alle luci livide degli abbaglianti di una Giulietta fuori controllo su un campetto di calcio abbandonato nei pressi di Ostia che travolge e profana un corpo violentato da quell’odio che ha sempre narrato, compreso, interpretato col suo fulgido sguardo, serrato dietro una montatura di rigida tartaruga opaca.
sabato 18 marzo 2017, ore 12.00
Aula magna Liceo Classico P. Rossi, Massa
proiezione del documentario 12 dicembre
introduce Stefano Radice
In edizione restaurata integrale sarà proiettato agli studenti il docufilm 12 dicembre (1972) di cui recenti prove hanno portato ad attribuire la chiara paternità alla mano di Pier Paolo Pasolini, che lo realizzò con Giovanni Bonfanti e un collettivo di “Lotta Continua”. Ogni dubbio è stato infatti fugato definitivamente con il ritrovamento di una registrazione audio dove, tra l’altro, lo scrittore-regista afferma: «Ci ho lavorato, l’ho montato io, ho scelto io le interviste ma non ho messo la regia, perché gli avvocati che l’hanno visto mi hanno detto che era pericolosissimo, che mi avrebbero messo in prigione. E allora abbiamo trovato una formula per cui il mio nome ci fosse, perché chi voleva capire capisse, ma formalmente non potessero procedere contro di me». Stefano Radice, ricercatore storico, introduce il contesto degli eventi a cui il documentario tenta di dare una lettura.
sabato 18 marzo 2017, ore 17.30
Libreria “Libri in armonia”, Massa
presentazione del libro Gli anni al contrario di Nadia Terranova
intervista curata da Stefano Radice
Messina, 1977. Aurora, figlia del fascistissimo Silini, ha sin da piccola l’abitudine di rifugiarsi in bagno a studiare, per prendere tutti nove immaginando di emanciparsi dalla sua famiglia, che le sta stretta. Giovanni è sempre stato lo scavezzacollo dei Santatorre, ce l’ha con il padre e il suo «comunismo che odora di sconfitta», e vuole fare la rivoluzione. I due si incontrano all’università, e pochi mesi dopo aspettano già una bambina. La vita insieme però si rivela diversa da come l’avevano fantasticata. Perché la frustrazione e la paura del fallimento possono offendere anche il legame più appassionato. Perché persino l’amore più forte può essere tradito dalla Storia.
«Non abbiamo mai usato lo stesso dizionario. Parole uguali, significati diversi. Dicevamo famiglia: io pensavo a costruire e tu a circoscrivere; dicevamo politica: io ero entusiasta e tu diffidente. Io combattevo, tu ti rifugiavi. Se non ci fosse stata Mara ci saremmo persi subito, ma almeno non avremmo continuato a incolparci per le nostre solitudini. Quando penso agli anni trascorsi mi sembra che siano andati tutti al contrario».
dal 19 marzo all’8 aprile 2017
Mostra di libri di Pasolini nella Biblioteca Civica Giampaoli, Massa
Sulle tracce di Pasolini nelle collezioni e nelle biblioteche cittadine
domenica 2 aprile 2017, ore 20.00
sede associazione AIMA, Massa
proiezione del film Il Vangelo secondo Matteo
introduce e modera Stefano Radice
Il tempo della folgorazione biblica fu, per Pier Paolo Pasolini – ateo, marxista e anticlericale –, il tempo di una rivelazione spirituale iscritta nel corpo del cinema. Era l’autunno del 1962 quando, relatore ad un convegno dal titolo Il cinema come forza spirituale del momento presente, Pasolini si trovò ad Assisi, ospite della Cittadella di Don Giovanni Rossi e dell’associazione cattolica “Pro Civitate Christiana”. Nonostante il suo anticlericalismo dichiarato, furono la forte coscienza delle proprie radici cristiane, l’amore per la tradizione contadina e la concezione profondamente umana dell’esistenza a spingerlo sempre incontro al tema della trascendenza.