Prosegue con una quarta parte la ricchissima rassegna delle iniziative italiane e straniere che nel 2005 hanno ricordato la figura di Pasolini, trent’anni dopo la sua morte. Una quantità clamorosa di manifestazioni che “pagine corsare” ha puntualmente raccolto e diffuso.
1.“Pasolini, icona italiana a Parigi”
News Italia Press n. 194
Parigi
27 settembre – 1° ottobre 2005
È stato Pier Paolo Pasolini il protagonista della “Settimana delle culture straniere”, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. All’artista è stata dedicata una rassegna cinematografica e teatrale, con proiezioni di film, incontri e rappresentazioni teatrali. Ad aprire la manifestazione è stato il regista Marco Tullio Giordana che ha presentato il suo film Pasolini, un delitto italiano e il libro Pasolini: morte di un poeta. Un crimine italiano.
Tra i film in programma durante l’evento e con grande successo di pubblico anche Accattone, Mamma Roma, Medea, Uccellacci e uccellini, Che cosa sono le nuvole?, Comizi d’amore, Teorema, mentre sul fronte teatrale è stato proposto lo spettacolo Un’intima assenza, un dialogo drammatico di René De Ceccatty incentrato sul rapporto tra Pasolini e Maria Callas.
Durante la notte bianca parigina del 1° ottobre 2005 sono state lette alcuni testi di Pasolini, e si è attesa l’alba con una maratona poetica interamente dedicata allo scrittore italiano.
«L’evento è rientrato – spiega Irene Marta dell’ufficio stampa dell’IIC di Parigi – nella Settimana delle culture straniere giunta alla sua quarta edizione, su iniziativa del Forum degli Istituti culturali stranieri a Parigi (Ficep) che riunisce una quarantina di membri. La settimana è stata strutturata diversamente per ogni Istituto, con più di 150 manifestazioni tra conferenze, mostre di arti visive, musica, convegni di letteratura. L’Italia ha scelto come tema il cinema, onorandolo con un grande eclettico artista qual era Pier Paolo Pasolini».
2.Letture e flash mob
Sul web le commemorazioni di Pasolini
di Luigi Bolognini
“la Repubblica” – 2 novembre 2005
A dirla col nome in codice, Fmp6, sembrerebbe qualcosa da servizi segreti. Invece è l’iniziativa con cui il popolo dei “flash mob” questa sera ricorderà in varie piazze d’Italia Pier Paolo Pasolini, di cui oggi ricorrono i 30 anni esatti dalla morte.
Normalmente i flash mob, le aggregazioni improvvise e di brevissima durata in luoghi pubblici, servono soprattutto a fare un po’ di caciara, a spezzare per un momento la monotonia della metropoli vivendo assieme un’emozione. Quelli di stasera, organizzati come sempre su Internet (www.bravuomo.it/wiki/PPPMob) e rilanciati col tam tam dei link e delle mailing list, invece vogliono provare a far pensare. A ricordare Pasolini leggendo suoi scritti, articoli e libri.
Flash mob sono in programma a Torino, Roma, Lecce, Milano, Napoli, Fiano Romano, Bologna, Modena e Dueville, nel Vicentino, tra le 16 e le 21.30 di oggi.
A Torino il ritrovo è in piazza Castello, nei pressi dell’orologio olimpico alle 18.30. Si leggerà Il romanzo delle stragi, dagli Scritti corsari. A Milano, appuntamento alle 21.30 alla Loggia dei Mercanti, a pochi metri dal Duomo, e lettura alternata del coro delle Eumenidi dell’opera teatrale Pilade e di Che cos’è questo golpe?, il celebre editoriale che Pasolini scrisse nel 1974 sul “Corriere della Sera” (quello che inizia con «Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe»). Chi vuole può assistere in silenzio, ma è invitato almeno a portare un paio di lumini da cimitero. Scelta perfetta per il giorno dei morti.
A Modena, l’incontro è in piazza Grande, sotto la “pietra ringadora”, alle 18.30. Anche qui si leggerà ad alta voce Che cos’è questo golpe? A Bologna andrà in scena il flash mob più originale, alle 18.30 nei sottopassaggi di via Ugo Bassi. Fu lì che, il 31 maggio 1975, Pasolini fece proiettare il suo film Il Vangelo secondo Matteo sul proprio corpo, usandolo come una sorta di schermo cinematografico. Stasera si replica, con una selezione di scene di un altro suo film, Comizi d’amore. Per questo ai partecipanti si chiede di indossare magliette e camicie bianche, perché le immagini si possano vedere meglio.
Nulla si sa, al momento (o meglio, nulla è stato pubblicizzato), su luoghi e orari dei flash mob di Roma e Lecce. Mentre a Fiano Romano l’appuntamento è per domenica alle 12: si occuperà simbolicamente il Municipio e si leggeranno brani con un megafono, con l’aiuto degli attori della compagnia teatrale locale. A chi partecipa si chiede, in omaggio agli Scritti corsari, di avere una benda nera sull’occhio destro, a mo’ di pirati.
Ma il primo flash mob che andrà in piazza sarà particolare. Perché sarà un flash mob individuale. Alle 16 in piazza Monza a Dueville, in provincia di Vicenza, un uomo si riprenderà mentre legge dei versi di Pasolini. E chiede di essere e restare solo: «Quel che vorrei riprendere con la videocamera è proprio l’assenza. La solitudine. Il nulla incancrenito nelle persone che non ricordano nemmeno cosa è stato Pier Paolo Pasolini».
Ma tutti i flash mob saranno filmati, nelle intenzioni degli organizzatori, che vogliono realizzare un filmato-blob da fare girare in rete. Perché la voce di Pasolini riecheggi ancora tramite mille altre voci.
3.“Pasolini trent’anni dopo. Uno tra noi”
una serata-ricordo di PPP con Patti Smith
di Pasquale Colizzi
“l’Unità” – 3 novembre 2005
Pasquale Colizzi recensisce sull’“Unità” la serata organizzata dal Comune di Roma in ricordo di Pasolini il 2 novembre 2005 al Parco della Musica.
Scorrono le immagini dell’Archivio del movimento operaio. La Casa della cultura di via Arenula, a Roma, è gremita di gente ma pochi piangono. Più della disperazione è lo sgomento di pensare che Pier Paolo Pasolini ha smesso di parlare per sempre. Pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo martoriato all’Idroscalo di Ostia – era il 2 novembre del 1975 – al suo funerale ci sono tutti quelli che lo hanno amato e persino odiato. Perché il poeta e l’intellettuale non è stato mai accomodante, non era abituato ai compromessi, ha sempre cercato di smantellare concezioni statiche e obsolete, smascherare dinamiche diaboliche. Così Alberto Moravia, Aldo Tortorella, Tonino Delli Colli, Bernardo Bertolucci, erano in tanti quelli che parevano i suoi “vedovi civili”, quelli che potevano sembrare gli amanti e gli ex coniugi. Poi come sassi le parole che Moravia pronunciò a Campo dei Fiori. Non contava che fosse uno degli autori simbolo della incomunicabilità: riuscì a smarcarsi dalla sua profonda chiusura e tenne un’orazione funebre davanti ad una piazza che lo ascoltava sconcertata. “La nonna”, come veniva definito da Pasolini e Sandro Penna, non trattenne la rabbia, urlò contro ignoti e contro chi ignorava «che di poeti ne nascono due o tre in un secolo. Il poeta dovrebbe essere sacro per una nazione».
Durante la serata organizzata dal Comune di Roma al Parco della musica, Pasolini 30 anni dopo. Uno tra noi, davanti ad una platea molto variegata (dal giovane studente al pensionato), è il poeta che traccia un piccolo ritratto di se stesso. Passano le immagini delle sue apparizioni televisive (scelte personalmente da Gianni Borgna e concesse dalle Teche Rai), si cantano alcune canzoni che aveva scritto, vengono recitate le sue poesie. Così gli Avion Travel propongono la canzone che il regista scrisse con Domenico Modugno, che la interpretò in un bel cammeo nello struggente Che cosa sono le nuvole?.
Intanto, tra le esibizioni degli artisti, scorrono spezzoni di televisione, nei quali Pasolini declina il suo vangelo. Lo fa come sempre tentando di semplificare, sapendo che il video non è un mezzo democratico e chi parla lo fa da una posizione di superiorità rispetto all’ascoltatore. Il poeta e uomo della “strada” spiega che lui, si metta in chiaro una volta per tutte, ogni sera va a incontrare la vita, a fare esperienza diretta, sul corpo, di quello di cui parla. Dice di apprezzare le persone semplici – «Diciamo con la quarta elementare» – perché soltanto loro, e gli intellettuali molto alti, conservano un grado di purezza e sensibilità che per gli altri viene spazzato via dall’omologazione forzosa. E ancora interviene a sfatare il mito del suo pessimismo: si dice una persona «dalla natura molto gaia», non contrario al progresso ma allo sviluppo, a questo sistema di produzione di beni superflui per alimentare una società cui la destra economica ha fatto imboccare la strada del consumismo fine a se stesso.
L’italiano – la lingua e l’uomo – trasformati antropologicamente nell’arco di appena dieci anni. Affacciato da un palazzo che dà su una piazza, dice all’interlocutore, non si riesce più a distinguere l’operaio dallo studente, come avveniva una volta. L’omologazione ha cambiato le facce, il modo di vestire e gesticolare, le città sono diventate luoghi di alienazione. Una condizione che emerge come un pensiero triste nella poesia La recessione, musicata da Alice: città grandi come mondi, gente che va a piedi vestita di grigio, «con negli occhi una domanda/ che non è di soldi/ ma è d’amore».
Certo non poteva mancare Laura Betti, “Laurissima”, che per quasi trent’anni ha curato con la grinta di chi perde subito le staffe il Fondo Pasolini. Scomparsa l’anno scorso, aveva iniziato la sua carriera cantando jazz nei locali. Quando Pasolini la incontrò, negli anni Cinquanta, ne divenne amico e decise di scriverle alcune canzoni per lo spettacolo Giro a vuoto. È Aisha Cerami a farle vivere di nuovo, per una sera, non in un locale di avanspettacolo nella Roma che iniziava a luccicare dopo le notti di coprifuoco del Fascismo. Siamo nella capitale di una nazione orfana, in una struttura tirata a lucido ma quelle sonate conservano il loro fascino. Storie di poveri diavoli, della prostituta che non “canta” davanti al commissario, delle borgate contrapposte al centro cittadino: l’orizzonte della poetica pasoliniana che sta iniziando a delinearsi.
Eppure “Laurissima” viene evocata in maniera ancora più intensa dalla voce e dall’attitudine di Lucilla Galeazzi e dalle parole di Giovanna Marini nel suo Lamento per la morte di Pier Paolo Pasolini. Uno dei momenti migliori della serata, che questa ballata riscalda con il suo incedere caracollante, nell’impari lotta tra una disperata vitalità e l’appuntamento con la morte.
Man mano che i filmati scorrono in ordine cronologico ci avviciniamo all’epilogo inaspettato. Il Pasolini maturo parla di sé: «Non credo più nella rivoluzione, il mio atteggiamento è più anarchico. La società dei consumi è stata la vera rivoluzione della borghesia». Disincanto e realismo estremo: «Sono apocalittico, la speranza è stata cancellata dal mio vocabolario. Lotto giorno per giorno per verità piccole e parziali». Una delle ultime immagini girate sulla spiaggia di Sabaudia, con i lineamenti ancora più spigolosi per il viso scavato, i capelli comunque più radi e scompigliati dalla brezza marina, lui che aborriva la vecchiaia. Una città fascista, diceva, solo nelle intenzioni dei criminali fascisti che l’avevano costruita ma profondamente italiana nello sviluppo, a misura d’uomo. Poco lontano c’era il castello di Chia, il buen retiro nel quale Pasolini amava isolarsi sempre più spesso per dipingere, scrivere, riflettere in solitudine. «Ho imparato come un artista possa emergere attraverso l’impegno».
Nel finale, arriva sul palco incedendo sottile nei suoi jeans neri infilati negli stivali e con la giacca dal taglio maschile, la poetessa del punk Patti Smith. Quando dalla campagna fuggì nella New York della cultura underground degli anni Settanta si presentava ai reading di poesia con il clarinetto che non sapeva suonare. Amava Rimbaud e Jim Morrison, soprattutto, ma era la più “europea” delle giovani leve della New Wave musicale della costa orientale e non le sfuggì la forza dirompente del messaggio pasoliniano. Lo conobbe in inglese, e in inglese recita una lunga poesia che compose quando passò dall’Italia per le ultime due date del suo tour del ’78, che segnò il ritiro dalle scene per molti anni. A Firenze e Bologna, davanti a platee che da nessuna parte aveva radunato così numerose, pronte ad esplodere e andare fuori controllo in palazzetti dello sport militarizzati e politicizzati dal servizio d’ordine dei gruppi extra-parlamentari, conobbe un’Italia sconvolta dalle bombe di Stato e dalle esecuzioni mirate delle Brigate Rosse. Lei che aveva accostato Jean Genet e Papa Luciani, Burroughs e la tradizione Rastafariana, che si era inabissata nei fumi dell’eroina per raggiunge il suo personale senso del sacro, che credeva a Dio per la sua forza messianica e la potenza del suo messaggio, viveva di contraddizioni soltanto apparenti, invece tutte funzionali al suo pensiero.
Con lo stesso atteggiamento, spesso, i critici giudicavano le prese di posizione del poeta di Casarsa. Prima di salutare Patti Smith recita i versi di una sua canzone, People have the power: “il popolo ha il potere di sognare, di riordinare il mondo dagli sciocchi. È decretata la legge del popolo. Io credo in tutto quello che sogniamo, attraverso la nostra unione possiamo rivoltare il mondo, rivoluzionare la terra, noi abbiamo il potere, il popolo ha il potere”.
4.Omaggio alle ceneri di Pier Paolo Pasolini
Sezione “XXV Aprile” del Partito dei Comunisti Italiani
Centro Sociale Auro
Catania
3 novembre 2005
Un comunicato del Partito dei Comunisti Italiani sull’iniziativa in ricordo di Pasolini organizzata a Catania il 3 novembre 2005.
Mi chiederai tu, morto disadorno,/ d’abbandonare questa disperata / passione di essere nel mondo? (Pier Paolo Pasolini, Le ceneri di Gramsci). .
Era questa la dolorosa domanda che, di fronte alla tomba di Gramsci, il grande dirigente comunista vittima della barbarie fascista, si poneva Pier Paolo Pasolini, poeta, cineasta, romanziere e intellettuale eretico, comunista e omosessuale. La sua risposta è stata la sua vita, tutta coraggiosamente rivolta alla denuncia e alla lotta contro il privilegio, la sopraffazione, la corruzione economica, morale e culturale dell’ordine capitalista, e le sue opere, dove quella disperata passione contro l’ingiustizia, unita al suo profondo amore per i diseredati, gli emarginati, i “diversi”, si coagulava in sublimi forme d’arte.
Per questa vita, per queste opere, Pasolini ha pagato il più terribile prezzo: brutalmente ammazzato, vittima della barbarie neo-fascista e dell’intolleranza omofobica al servizio di potenti interessi economici i cui occulti maneggi e legami con parte delle istituzioni Pasolini stava indagando (caso Mattei), le sue “ceneri” infangate da un processo che attribuì il suo omicidio alla reazione di un “ragazzo di vita” a presunte sue avances sessuali e che costituisce uno dei più vergognosi depistaggi attuato dagli apparati statali italiani.
Oggi, 3 novembre 2005, nel trentennale dell’assassinio, idealmente posti di fronte alla tomba che di Pasolini raccoglie il corpo selvaggiamente spezzato, ci poniamo la stessa domanda. Ad essa noi, Partito dei Comunisti Italiani e FGCI, vogliamo rispondere rinnovando quella passione di cui le parole e le immagini di Pasolini sono testimonianza, e lo ricordiamo con una lettura pubblica di sue poesie e la proiezione del film Pasolini, un delitto italiano di Marco Tullio Giordana che si terranno al Centro Sociale Auro.
5.“Voices / Voci”
Uno spettacolo sulle tracce di Pasolini
Teatro San Giorgio
Udine
4-5 novembre 2005
Il CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli-Venezia Giulia presenta a Udine il 4 e 5 novembre 2005 uno spettacolo intitolato Voices / Voci, su testi di Pier Paolo Pasolini e Cor Herkströter, con Jeroen Willems. Regia di Johan Simons.
Politici, intellettuali, uomini d’affari, capitani d’industria. E’ la crema di quella buona società che Pier Paolo Pasolini ha denunciato nelle sue opere. Nell’epoca in cui il capitalismo stava celebrando il proprio trionfo, il “corsaro” Pasolini mostrava quanto cinismo, ipocrisia e putrefazione si nascondono dietro il diritto al libero mercato e l’egemonia borghese.
Nei cinque ritratti di Voci, lo humour tagliente e irresistibile di Jeroen Willems trasforma le pagine pasoliniane in una falsariga teatrale che smaschera un industriale, un intellettuale diventato affarista, un boss della malavita e un uomo di Chiesa. Alle parole di Teorema e di Porcile, si aggiungono quelle realmente pronunciate dal ex-presidente del consiglio di amministrazione della Shell International, Cor Herkströter. Lo spettacolo diventa allora una visione tragica e dolorosamente spassosa su costi e benefici del capitalismo avanzato e sulle responsabilità delle imprese multinazionali.
Una ballata tragicomica sulla natura del sistema.
Teatro Contatto – Teatro S. Giorgio, via Quintino Sella, Udine, tel. 0432 511861 – 510510 / fax 0432 504448
Jeroen Willems, quarantatré anni, originario di Maastricht, è uno dei più ricercati interpreti cinematografici e televisivi di area fiamminga. Ocean’s Twelve (2004), il film di Steven Soderbergh in cui ha interpretato il ruolo di Paul, lo ha reso noto anche nel panorama internazionale. La popolarità nei media non gli ha fatto trascurare il teatro, da cui proviene per formazione e attitudine.
6.“Pasolini antropologo”
L’attività documentaristica
Accademia di Francia / Villa Medici / Sala Michel Piccoli
viale Trinità dei Monti 1
Roma
7-10 novembre 2005
Una importante retrospettiva cinematografica sui film documentari di Pier Paolo Pasolini è organizzata dal 7 al 10 novembre 20105 nella prestigiosa sede di Villa Medici, per la cura di Stefania Parigi, DAMS/Università Roma Tre. L’iniziativa è realizzata da Villa Medici – Académie de France à Rome e dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale che mette a disposizione le copie dei film, ed è appoggiata da Mikado, dal Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna e da Cinemazero di Pordenone.
Le opere documentaristiche di Pasolini sono state spesso considerate episodi minori della sua filmografia, e raramente hanno stimolato approfondimenti critici. Si tratta di opere che non rispondono all’idea tradizionale di documentario ed esibiscono un carattere fortemente “impuro”, mescolando referto di cronaca e voce poetica, reportage e saggio, confessione diaristica e narrazione. La soggettività dell’autore viene in primo piano, insieme a una forte dimensione autoriflessiva. Pasolini raccoglie la tradizione zavattiniana del film-inchiesta e, soprattutto, si muove in sintonia con le linee maestre del documentarismo moderno, quello di Resnais, Marker, Rouch e poi di Godard. La riflessione politica si accompagna all’indagine antropologica, asse portante anche dei film pasoliniani di finzione.
Per tutti questi motivi una manifestazione dedicata all’attività documentaristica di Pasolini può rivestire oggi un grande interesse e rispondere alla rinnovata curiosità dei giovani verso questo “genere” cinematografico, troppo spesso relegato ai margini dalla società dello spettacolo.
Le opere di Pier Paolo Pasolini sono oggi visibili grazie al lavoro di preservazione della Cineteca Nazionale.
lunedì 7 novembre ore 15.30
Sopralluoghi in Palestina per “Il Vangelo secondo Matteo”, 1963-1965, 52′
«Fu una cosa del tutto casuale, e in realtà io non ebbi alcuna parte nella scelta dei luoghi o nei movimenti di macchina […]. Quando andammo in Medio Oriente c’era con noi un operatore inviato al nostro seguito dalla casa produttrice. Io non gli suggerii mai niente, anche perché non pensavo affatto di servirmi del materiale che lui girava per farne un film; volevo solo raccogliere un po’ di documentazione che mi aiutasse a impostare Il Vangelo. Quando tornai a Roma, il produttore mi chiese di mettere assieme un po’ del materiale girato […]. Io non controllai neppure il montaggio […]. Me lo feci portare in sala di doppiaggio e improvvisai un commento». (P.P.P.)
Intervento di padre Virgilio Fantuzzi (“La Civiltà Cattolica”)
Comizi d’amore, 1963-1964, 92′
Film-inchiesta sulla sessualità nell’Italia dei primi anni ’60.
«Il film doveva consistere in una serie di interviste di tipo televisivo, alternate a dei pezzi di repertorio, crimini a sfondo sessuale eccetera. Poi il film è diventato interamente fatto di interviste e con questo s’è avvicinato di più al cinema-verità. Ma insomma è stato un approdo più che una partenza.»
(P.P.P.)
Intervento di Walter Siti (Università dell’Aquila)
Totò al circo/L’aigle, 1965-1966, 8′
Episodio tagliato di Uccellacci e uccellini.« Il fondo della favola è la critica della crisi del liberalismo occidentale, e, nella fattispecie, del razionalismo parigino». (P.P.P.).
Totò interpreta Monsieur Cournout, un domatore di circo che cerca vanamente di addomesticare un’aquila, simbolo della religiosità e vitalità del mondo preindustriale. L’episodio, senza sonoro, è stato sottotitolato a cura del Fondo Pasolini.
Intervento di Roberto Chiesi (Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna)
martedì 8 novembre ore 15.30
La rabbia, 1963, 53′
«La mia ambizione è stata quella di inventare un nuovo genere cinematografico. Fare un saggio ideologico e poetico. La rabbia è uno strano film, in quanto è fatto interamente con materiale documentario; io non ho girato un solo fotogramma. In gran parte si tratta di pezzi di cinegiornale, ovviamente del tutto banali e del tutto reazionari.[…] La mia idea era, diciamo, quella di realizzare una denuncia marxista della società del tempo e di quello che vi stava avvenendo. Una cosa curiosa di questo film è che il commento è in versi. Scrissi questi testi poetici espressamente, e li lessero Giorgio Bassani [che doppiò Orson Welles ne La ricotta] e il pittore Renato Guttuso.» (P.P.P.)
Intervento di Stefania Parigi (Università di Roma Tre)
Appunti per un film sull’India, 1967-1968, 34′
«L’idea mi è venuta dopo un racconto che m’ha fatto Elsa Morante una sera a cena, a Roma. L’aveva letto in un libro di religione indiana: un maharajah ricco, colto, padrone di immense terre, un giorno che visitava o forse cacciava per i suoi possedimenti ricoperti di neve, vede due tigrotti affamati. Il maharajah, preso da un grande senso di pietà e incurante della sua vita, proprio in spregio alla sua carne, si offre in pasto ai due animali.» (P.P.P)
Intervento di Luciano De Giusti (Università di Trieste).
La sequenza del fiore di carta, 1968-69, 10′. Episodio del film Amore e rabbia
«Ho fatto camminare Ninetto per Via Nazionale, e mentre lui cammina senza un pensiero al mondo, inconsapevole di tutto, passano sullo schermo, sovrapposte a Via Nazionale, le immagini di alcune delle cose più importanti e pericolose che stanno avvenendo nel mondo: cose di cui lui, appunto, non è consapevole, come la guerra del Vietnam, le relazioni fra Est e Ovest e così via. Sono solo ombre che gli passano sopra, delle quali lui è ignaro. Poi a un certo punto si sente la voce di Dio, in mezzo al rumore del traffico, che lo sprona a conoscere, a rendersi consapevole. Ma, come il fico del Vangelo, il ragazzo non capisce perché è immaturo e innocente, e così alla fine Dio lo condanna e lo fa morire.»
Intervento di Sergio Toffetti (Cineteca Nazionale).
Le mura di Sana’a, 1970, 13′
«Ho girato questo breve documentario una domenica mattina. Era l’ultima domenica che passavamo a Sana’a, capitale dello Yemen del Nord. Avevo un po’ di pellicola avanzata dalle riprese del film [Il Decameron].[…] I problemi di Sana’a li sentivo come problemi miei. La deturpazione, che come una lebbra la sta invadendo, mi feriva con un dolore, una rabbia, un senso di impotenza e nel tempo stesso un febbrile desiderio di far qualcosa, da cui sono stato perentoriamente costretto a filmare. Il documentario doveva essere un “appello all’Unesco” (nel cui seno pare ci sia una sezione che si occupa dei paesaggi urbani dei paesi “in via di sviluppo”).» (P.P.P.)
Intervento di Gianni Borgna (Assessore alle politiche culturali del Comune di Roma)
Omaggio a Laura Betti ore 20.30
Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno di Laura Betti, 2001, 90′
Materiali di repertorio si mescolano a immagini girate ex novo, come la bella e lunga intervista a Paolo Volponi. Laura Betti afferma di aver fatto il film «sognando le parole di Pier Paolo immerse in tutto ciò che da tempo non lo riguarda, come un’enfatica, mondana e stridente democrazia; una falsa capacità di capire; una non troppo furtiva apologia della bassa cultura… bassa, strisciante, penetrante e capace di una potente e vorace assimilazione».
Presentazione di Jacqueline Risset (Università di Roma Tre)
mercoledì 9 novembre ore 15.30
Appunti per un’Orestiade africana, 1968-1973, 63′
«L’Orestiade sintetizza la storia dell’Africa di questi ultimi cento anni: il passaggio cioè quasi brusco e divino, da uno stato “selvaggio” a uno stato civile e democratico. […] La civiltà arcaica – detta superficialmente folklore – non deve essere dimenticata, disprezzata e tradita. Ma deve essere assunta all’interno della civiltà nuova, integrando quest’ultima, e rendendola specifica, concreta, storica. Le terribili e fantastiche divinità della preistoria africana devono subire lo stesso processo delle Erinni: e diventare Eumenidi.» (P.P.P.)
Intervento di Antonio Costa (Università IUAV di Venezia)
Un’anima bella (ex La forma della città, 1974) di Paolo Brunatto, 2001, 15′
Pasolini parla della “forma” di Orte, deturpata dall’edilizia moderna, e della struttura di Sabaudia, espressione di un’Italia “provinciale, rustica, paleoindustriale” che il fascismo “non è riuscito a scalfire”. Il film, prodotto dalla Rai, è andato in onda il 7 febbraio 1974, all’interno della rubrica “Io e…”, a cura di Anna Zanoli.
Intervento dell’autore, che commenta il film e ne è il protagonista.
12 dicembre, 1972, 40′
Versione tagliata e rimontata nel 1995 dal Fondo P.P. Pasolini, con la collaborazione di Adriano Sofri
Il film, diretto da Giovanni Bonfanti, nasce dalla collaborazione di Pasolini con i militanti di Lotta Continua. «Mi sembra – dichiara P.P.P. – che la tensione rivoluzionaria reale – la stessa che nei lontani ’44 o ’45 – così più pura e necessaria, allora – sia vissuta oggi dalle minoranze di estrema sinistra. La critica globale e quasi intollerante che queste esprimono contro lo Stato italiano e la società capitalistica mi trovano completamente d’accordo nella sostanza, anche se non spesso sulla forma. Perciò, finché ne sono capace, e ne ho la forza, è ad esse che mi unisco».
Intervento di Serafino Murri (autore e critico cinematografico)
Omaggio a Laura Betti ore 20.30
Una disperata vitalità di Mario Martone, 1999, 62′
Il regista riprende il famoso recital di Laura Betti, più volte rappresentato a teatro. I testi poetici sono di Pier Paolo Pasolini.
Intervento di Adriano Aprà (Università degli Studi di Roma Tor Vergata)
giovedì 10 novembre ore 20.00
30 anni dopo: “… i problemi non si risolvono, si vivono”
Un continente: l’Africa. Un doppio ritratto: due film che, a distanza di 35 anni pongono le stesse domande, firmate da Pasolini e dall’artista cileno Alfredo Jaar, che ne ha ereditato l’impegno.
Appunti per un’Orestiade africana di Pier Paolo Pasolini, 1968-1973, 63′
Proiezione in video digitale
Muxima di Alfredo Jaar, 2004, 35′
Alfredo Jaar affronta il problema della povertà e dello sfruttamento delle risorse africane con il suo film Muxima (che nella lingua kimbundu significa “cuore”): è un melanconico lamento, un’elegia cinematografica dedicata al popolo dell’Angola.
Diviso in dieci Canti, o piccoli poemi visivi, il film è guidato ritmicamente e concettualmente da cinque differenti versioni di Muxima, una canzone tradizionale che ha ispirato l’intero film.
Precede la proiezione un incontro con Alfredo Jaar presentato da Alessandra Mammì. In collaborazione con lo Studio Stefania Miscetti.
7. Progetto “Pasolini 1975” all’Auditorium di Roma
Auditorium Parco della Musica – Teatro Studio
Roma
12 dicembre 2005
La proiezione di due filmati inediti e di particolare interesse saranno l’occasione per confrontarsi sull’importanza e sul vuoto lasciato da Pier Paolo Pasolini in un appuntamento promosso dal Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma e RaiSat che si terrà lunedì 12 dicembre 2005 alle ore 18.00 nel Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica.
L’ultimo anno, l’ultimo film, l’ultima intervista è il tema del primo filmato in programma: Pasolini 1975, una produzione RaiSat Cinema World di Leopoldo Santovincenzo. Il 1975, anno che ha segnato la recente storia nazionale con i suoi eventi sociali e politici, fa da sfondo all’ultimo anno di vita di Pasolini. Dal gennaio ’75 Pasolini inaugura mesi di frenetica attività sul fronte editoriale, pubblicistico e cinematografico: è l’anno in cui realizza Salò, destinato a diventare il suo ultimo film, prepara Porno-Teo-Kolossal che avrebbe girato nella primavera 1976, redige la celebre Abiura della Trilogia della vita, lavora furiosamente al romanzo Petrolio, licenzia per la stampa La Divina Mimesis e la raccolta poetica La nuova gioventù, scrive su quotidiani e riviste gli articoli sulla società e sulla cultura italiane che poi confluiranno nelle raccolte Scritti corsari e Lettere Luterane, ingaggiando virulenti confronti dialettici con i maggiori intellettuali del paese, viaggia, cura le edizioni straniere di alcuni suoi volumi, incontra fotografi, artisti, studenti e giornalisti. Sono i segni di una stupefacente energia fisica e intellettuale che sembrano schiudere nuove e ricchissime stagioni di creatività.
Pasolini 1975 ripercorre quei mesi di folle lavoro fino alla brusca interruzione, di una vita e di un’opera. Il documentario include materiali di repertorio Rai, fotografie, interviste realizzate per l’occasione – tra gli altri a Dante Ferretti, Furio Colombo, Piero Ottone, Fabio Mauri. Paolo Bonacelli (tra i protagonisti di Salò) legge alcuni estratti dagli scritti e dalle lettere pasoliniane. Ma il documento di eccezionale interesse e assolutamente inedito, all’interno di Pasolini 1975, è l’ultima intervista rilasciata a Parigi dallo scrittore e regista alla televisione francese, il 31 ottobre ’75, soltanto un giorno prima di essere ucciso.
La serata sarà anche l’occasione di vedere un raro filmato, Il Silenzio è complicità del 1976, la cui copia è stata gentilmente concessa da Cineteca di Bologna, Associazione Fondo Pier Paolo Pasolini, Bologna. Il documento, realizzato subito dopo la morte di Pasolini, è firmato collettivamente da un gruppo di personalità di rilievo del mondo del cinema e della cultura come Laura Betti, Bernardo Bertolucci, Mauro Bolognini, Mario Monicelli, Ettore Scola, Enzo Siciliano. Tutti si interrogano sulla scomparsa traumatica dello scrittore, interrogano e intervistano sul significato della figura dell’intellettuale e sulla sua morte la gente comune, i giovani, gli abitanti delle borgate che Pasolini frequentava, alcuni bambini che rispondono in modo sorprendente.
Goffredo Bettini che presenterà il filmato ricorda che fu commissionato nel 1976 dalla Federazione giovanile comunista a oltre 30 registi. «Ognuno di questi registi contribuì in modo anonimo alla sua realizzazione: così ad esempio la scena iniziale fu girata da Bertolucci con Citti e Davoli nella torre di Viterbo dove il poeta si rifugiava negli ultimi tempi». Si vede il suo tavolo di lavoro nudo e francescano, il paesaggio intorno che occhieggia da una finestra.
Il Silenzio è complicità fu seguito personalmente da Goffredo Bettini. «Mi chiesero di stare dietro alla Betti che aveva avuto l’idea», dice ancora Bettini che con Kim Arcalli, uno dei più insigni collaboratori pasoliniani, montò e ricostruì il film una volta che esso fu realizzato. Bettini ricorda il rapporto che Pasolini prima della sua scomparsa aveva stabilito con gli iscritti della Federazione giovanile comunista. Un dialogo sofferto e continuo che era andato avanti in più occasioni: «Pasolini non voleva per nulla né blandirci né violentemente contestarci», ricorda uno di quei giovani intervistati nel documentario. «Si applaudono soltanto i luoghi comuni, mentre sarebbe il caso di coltivare l’atrocità del dubbio», lo scrittore aveva detto ai giovani comunisti durante un dibattito sulla terrazza del Pincio poco prima del 2 novembre 1975, giorno in cui all’Idroscalo di Ostia venne spietatamente assassinato.
In quella occasione – ricorda ancora Bettini – Pasolini parlò di Salò: «È un film terribile, molto duro, ma vi ho dedicato una scena che dovete indovinare». Quando poi il film fu proiettato dopo la morte dello scrittore, quella scena fu facilmente individuata. «Ci aveva dedicato l’immagine di quel giovane che saluta a pugno chiuso interrompendo nel film per un attimo la catena delle umiliazioni», conclude Bettini.
Parleranno dei filmati presentati, di Pasolini e in particolare degli eventi legati all’ultimo anno della sua vita, Gianni Borgna, Goffredo Bettini, Leopoldo Santovincenzo e Enzo Sallustro.
Info: t 06 80241281
8.Omaggio di Berlino a Pier Paolo Pasolini
Berlino
novembre – 30 dicembre 2005
In occasione del trentesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, ucciso sul litorale di Ostia il 1° novembre 1975, al cinema ‘Arsenal’ di Berlino si tiene una retrospettiva sull’opera di uno dei registi, scrittori e artisti più influenti del XX secolo.
La rassegna – organizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino – è in programma fino al 30 dicembre e presenta alcune delle pellicole, dei documentari e dei film a episodi più noti di Pasolini.
Verranno mostrati anche alcuni frammenti e interviste, in parte girati da lui e in parte con lui protagonista. Tra le pellicole in visione Accattone (1961), il debutto cinematografico di Pasolini. Il titolo del film si riferisce al soprannome del protagonista della storia che vive dei proventi della prostituta Maddalena.
In programma anche Mamma Roma (1962), Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e Uccellini (1966), La Rabbia (1963).
9.Pasolini, un’idea di stile
di “abrigliasciolta”
Varese
15 ottobre – 19 novembre 2005
L’associazione “abrigliasciolta”, segnali di libro nel cortile di Casa Perabò a Varese, dove si incontrano letture e culture, dal 15 ottobre al 19 novembre dedicherà i suoi incontri a Pier Paolo Pasolini.
Il 15 ottobre e 5, 12 e 19 novembre si terranno infatti quattro incontri per commemorare Pasolini, mentre per tutto il mese di novembre verranno lanciati segnali per riflettere sull’eredità lasciata da Pasolini nelle sue tante sfaccettature di letterato, giornalista, cineasta e nonché di esploratore dell’umanità.
www.abrigliasciolta.it.
10.Omaggio a Pasolini dalla città di Formia
Formia
3-4-5 novembre 2005
Il 2 novembre 2005 ricorreva il 30.mo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, barbaramente ammazzato presso il lido di Ostia. I retroscena e le responsabilità di quell’aggressione costituiscono uno dei tanti misteri della “Notte della Repubblica”, assieme alle stragi di Stato, all’affaire Moro e al terrorismo. L’Assessorato alle Politiche Giovanili di Formia ha ricordato questo grande intellettuale italiano del ‘900, dedicandogli i primi giorni di programmazione dell’Officina Culturale.
Il 3, 4 e 5 novembre, presso l’ex Aula Consiliare, in collaborazione con gli Istituti Superiori di Formia, sono state rappresentate due pièce teatrali, con inizio la prima alle ore 9.00 e la seconda alle ore 11.00.L’omaggio a Pasolini si è aperto con Le ceneri di Gramsci, il poema che egli scrisse in memoria di Antonio Gramsci, uno dei momenti maggiormente significativi della storia della letteratura italiana. A seguire, un reading di poesia, ad opera di Nino Fausti e con musiche dei Damm e Dong. Durante al lettura sono state proiettate sullo sfondo immagini dei film di Pasolini.
«Mi auguro – afferma l’Assessore alle Politiche Giovanili Claudio Marciano – che tutti, in particolare i giovani, abbiano potuto cogliere l’opportunità di queste giornate per conoscere meglio Pasolini: regista, poeta, scrittore, critico il cui interesse per la cultura a 360 gradi è stato un grande esempio di versatilità artistica, un grande contributo alla coscienza sociale, civile e politica del nostro paese. Attraverso questa iniziativa vorremmo riprendere, imparare dall’autore, e contribuire a diffondere lo spirito critico e la voglia di osare».
11.Iniziative a Perugia
per commemorare Pier Paolo Pasolini
Perugia
7 novembre 2005 – 27 febbraio 2006
L’ I.S.I.S.S. “Blaise Pascal” di Perugia, in collaborazione con Provincia di Perugia, Comune di Giano dell’Umbria, A.I.A.R.T. (Associazione Spettatori), Centro Culturale “Neruda”, La Gru (AP), Campanotto Editore (UD) e Libreria L’Altra (PG), e con il patrocinio di Centro Archivio Pasolini di Bologna, Comune di Casarsa della Delizia, Comune Perugia Cultura, Regione dell’Umbria e Ufficio Scolastico Regionale, in occasione del trentennale della scomparsa di Pier Paolo Pasolini, per ricordarne la figura di intellettuale, l’opera e la lezione civile, ha attivato una serie di iniziative. Qui di seguito il programma, coordinato e curato da Enrico Cerquiglini e Bruno Mohorovich.
Corso di formazione per docenti e studenti
Pier Paolo Pasolini tra cinema e letteratura
lunedì 7 novembre
I vestiti nuovi del narratore (prof. Armando Fumagalli)
lunedì 14 novembre
Grammatica e sintassi del linguaggio cinematografico (Bruno Mohorovich)
lunedì 21 novembre
Il mito di Medea (Francesca Tuscano)
lunedì 28 novembre
Le vie del male nel romanzo e nel cinema di PPP (Carlo Tagliabue)
lunedì 5 dicembre
Gruppo Teleforum: Appunti per un’Orestiade africana (Benedetti, Vogrig)
Serata poetica
10 novembre, ore 21.00
Giano dell’Umbria, Sala Fra’ Giordano
Serata poetica per Pasolini
Arcadia
testi di Enrico Cerquiglini
con gli attori Valerio Amoroso, Francesco Domenico D’Auria e Luca Tedeschi
Convegno
… Io sono una forza del Passato…. Pasolini nella “Dopostoria”
12-13 novembre
Sala del Consiglio della Provincia di Perugia
12 novembre 2005
ore 9.00 – Inizio lavori
presentazione del Convegno
Relatori:
Giuseppe Mariuz La passione civile nata in Friuli
Maurizio Terzetti Pasolini-Sade. L’autoerotismo violento della storia
Flavio Santi Tracce dostojevskiane in Pasolini
Dario Vigano L’inquietudine del sacro in Pasolini
ore 17.00
Spazio libri
presentazione dei volumi
L’eresia di Pasolini di Gianni D’Elia (ed. Effigie)
I teatri di Pasolini, di Stefano Casi (ed. Ubulibri)
Interventi di Flavio Santi, Angelo Ferrante, Davide Nota, Enrico Cerquiglini e Maurizio Terzetti
13 novembre 2005
ore 9.00 – Inizio lavori
relatori
Tommaso Mozzati “Ed io sono d’acqua e di pietra”
Stefano Casi Il teatro “nella testa”: una sfida alla scena contemporanea
Gianni D’Elia L’eresia di Pasolini
Enrico Cerquiglini Tra “universo orrendo” e “nuovo fascismo”
Davide Nota Pasolini dopo Pasolini: gioventù incivile
Concerto
Cattedrale di San Lorenzo
12 novembre, ore 21.00
Concerto per Pier Paolo Pasolini
Musiche tratte dalla Passione secondo Matteo BWV 244
Coro e Ensemble strumentale “Accademia degli Unisoni”
Soprano Maria Grazia Pittavini
Direttore Leonardo Lollini
Rassegna cinematografica
Aula proiezioni dell’IPSSCT “Blaise Pascal”, Via Pievaiola 140, Perugia
17 novembre, Il Vangelo secondo Matteo (1964)
24 novembre, Accattone (1961)
1° dicembre, Mamma Roma (1962)
12 dicembre, La ricotta (ep. di Rogopag, 1963); La Terra vista dalla Luna (ep. di Le streghe); Che cosa sono le nuvole? (Ep. di Capriccio all’italiana, 1968); La sequenza del fiore di carta (ep. di Amore e rabbia, 1969).
15 dicembre, La rabbia (1963); Sopralluoghi in Palestina (1964)
19 dicembre, Comizi d’amore (1964)
12 gennaio, Uccellacci e uccellini (1966)
19 gennaio, Edipo re (1967)
26 gennaio, Teorema (1968)
2 febbraio, Porcile (1969)
6 febbraio, Medea (1969)
9 febbraio, Il Decameron (1971)
13 febbraio, I racconti di Canterbury (1972)
16 febbraio, 12 dicembre (1972)
20 febbraio, Appunti per un film sull’India (1968); Appunti per un’Orestiade africana (1970); Le mura di Sana’a (1974)
23 febbraio, Il fiore delle Mille e una notte (1974)
27 febbraio, Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975)
Presentazione dei film a cura di Bruno Mohorovich, Diego Grassetti, Silvana Sonno, Enrico Cerquiglini, Elena Antonelli
12.“Pier Paolo Pasolini:
il cinema, i giornali, la politica, l’arte”
Percorsi Pasoliniani
Salerno
3- 5 novembre 2005
Con l’inaugurazione il 31 ottobre della personale fotografica di Pino Bertelli, Iraq, l’infanzia insanguinata, si è conclusa il primo atto dei Percorsi Pasoliniani, caratterizzato dall’esperienza visiva delle proiezioni (26-27 ottobre) e delle fotografie (31 ottobre-5 novembre).
Il 3 novembre ha preso quindi il via la seconda parte del tragitto che l’associazione “La Camera delle Immagini” ha disegnato all’interno dell’opera pasoliniana. Tre giorni dedicati agli incontri e ai dibattiti con docenti universitari e personalità della cultura italiana che hanno contribuito a delineare meglio i contorni di una figura così complessa e sfaccettata come quella di Pier Paolo Pasolini.
3 novembre, ore 10.30
(Aula Multimediale del Dipartimento di Scienze della Comunicazione all’Università di Salerno),
Il cinema di Pasolini
interventi di Luigi Frezza (Un modello di cinema pasoliniano); Sergio Brancato (Pasolini corpo mediatico); Marco Pistoia (Approccio, maturazione ed eredità del cinema pasoliniano).
A margine, proiezione dei cortometraggi Che cosa sono le nuvole? e La terra vista dalla Luna
4 novembre,ore 12.30
Aula 7 Ex Scienze Politiche dell’Università
Pasolini: la sua arte, il suo tempo
Interventi di Giuseppe Foscari (Pasolini e la politica); Guido Panico (Il giornalismo nell’era di Pasolini); Alfonso Amendola (Appunti per un manifesto sul teatro pasoliniano); Antonello Tolve (Pasolini e la fotografia); Donato Sica, membro dell’associazione La Camera delle Immagini (Michel Foucault e Pasolini).
sabato 5 novembre, 17.00 – 20.00
Salone dei Marmi del Comune di Salerno
Presenti l’avvocato Nino Marazzita, la scrittrice Barbara Alberti, il regista salernitano Michele Schiavino, il fotografo Pino Bertelli, con loro contributi personali, ricordi, aneddoti e riflessioni sull’intellettuale e il suo pensiero.
Nel corso della serata proiezione del cortometraggio di Schiavino Ad memoriam, dedicato alle pellicole di Pier Paolo Pasolini.
I “Percorsi Pasoliniani” si inseriscono nell’ambito delle numerose iniziative disseminate sul territorio nazionale, promosse in occasione del trentennale della morte del poeta friulano. In particolare da menzionare gli “Appunti Pasoliniani”, una retrospettiva organizzata dal Alfonso Amendola – già direttore scientifico della manifestazione salernitana – e la Mediateca di Santa Sofia, l’8 ed il 9 novembre al Palazzo delle Arti di Napoli.
Docenti
Sergio Brancato, docente di Sociologia della Comunicazione al Corso di Laurea di Scienze della Comunicazione di Salerno
Luigi Frezza, docente di Sociologia dei Processi Culturali al Corso di Laurea di Scienze della Comunicazione di Salerno
Marco Pistoia, docente di Storia e Critica del Cinema alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Salerno
Giuseppe Foscari, docente di Storia Moderna alla facoltà di Scienze Politiche
Guido Panico, docente di Storia del Giornalismo al Corso di Laurea di Scienze della Comunicazione di Salerno
Alfonso Amendola, assistente alla cattedra di Sociologia dei Processi Culturali e direttore scientifico del progetto “Percorsi Pasoliniani”
Antonello Tolve, assistente alla cattedra di Storia della Fotografia della Facoltà di Lettere e Filosofia di Salerno
Direzione Scientifica Alfonso Amendola
Autrice e curatrice della manifestazione Roberta Paraggio
13.Pasolini. Un ricordo
San Giovanni Rotondo (Foggia)
2 novembre 2005
In occasione del 30.mo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini anche San Giovanni Rotondo ha celebrato l’avvenimento con un’iniziativa. La manifestazione, che ha avuto luogo il 2 novembre 2005 presso il Cineteatro Palladino, ha previsto la proiezione di due film. Il primo, dal titolo Con le armi della poesia è di scena la parola (inizio ore 17.00), è un originale tributo, con musiche, immagini, testi e scene tratte dall’opera di Pasolini. Il film successivo, in programma alle 20.30, è stato Pasolini, un delitto italiano, girato nel 1994 da Marco Tullio Giordana.