Inaugura a Barcellona l’esposizione itinerante “Pasolini Roma”

Inaugura a Barcellona l’esposizione itinerante “Pasolini Roma”

di Cristina Pontisso, 16 maggio 2013

A ospitare la prima tappa dell’esposizione itinerante PASOLINI ROMA sarà il Centre de Cultura Contemporània di Barcellona, dal 23 maggio al 15 settembre 2013. Una rassegna cinematografica – quasi cinquanta proiezioni per ripercorrere la vita e l’opera di Pasolini – sarà inoltre ospitata tra maggio e luglio dalla Filmoteca de Catalunya. Al progetto espositivo hanno aderito, oltre al CCCB, la Cinémathèque française di Parigi, l’Azienda Palaexpo – Palazzo delle Esposizioni di Roma e il Martin-Gropius-Bau di Berlino.
La specificità della mostra è l’approfondimento del rapporto tra Pier Paolo Pasolini (1922-1975) e Roma: un uomo e una città, una grande storia d’amore “con le sue delusioni, i suoi sentimenti contrastanti di amore e odio, e le fasi di attrazione, di rifiuto e di straniamento”¹, come rivelano i curatori nella prefazione del catalogo. Roma è stata per lui un campo di studio e di riflessione, non solo uno sfondo per i suoi romanzi e i suoi film.
PASOLINI ROMA è suddivisa in sei sezioni che seguono un percorso cronologico, corrispondente a sei fasi della vita di Pier Paolo Pasolini e che esplorano le forme della sua creatività: la poesia, l’impegno politico, il cinema.

La prima sezione (1950-1954) comincia con l’arrivo a Roma dal Friuli, insieme alla madre Susanna Colussi, il 28 gennaio 1950, dopo l’espulsione dal sistema di istruzione pubblica e dal Partito comunista, per essere stato denunciato di aver avuto incontri sessuali con adolescenti, accusa da cui è poi stato scagionato. Pasolini abiterà a Ponte Mammolo, quartiere povero vicino al carcere di Rebibbia, troverà lavoro come insegnante in un istituto privato di Ciampino, scoprirà la popolazione emarginata delle borgate, la loro lingua, cultura e vitalità. Sono gli anni in cui, con Sandro Penna, inizia a frequentare Ungaretti, Gadda, Caproni, Bassani. La seconda sezione (1955-1960) si apre con la pubblicazione di Ragazzi di vita, con cui Pasolini fa il suo ingresso “scandaloso” nella vita intellettuale e artistica di Roma. Inizia a scrivere sceneggiature per Soldati, Fellini, Bolognini e altri. Conosce le persone che diventeranno i suoi amici migliori: Alberto Moravia e Elsa Morante. Incontra Laura Betti, cantante e attrice, che gli starà vicino per tutta la vita, presente nei suoi film e nello spettacolo teatrale Orgia. Pasolini lascia il quartiere di Rebibbia per trasferirsi a Monteverde, nello stesso edificio in cui viveva il poeta Attilio Bertolucci con la moglie e i figli, Bernardo e Giuseppe, con cui Pasolini strinse profondi rapporti di amicizia.

La terza fase (1961-1963) è inaugurata dal suo primo film, Accattone, con cui inizia la “trilogia romana” (completata da Mamma Roma e La ricotta) che fa vivere le periferie di Roma, il sottoproletariato, i quartieri Testaccio, Pigneto, Tuscolano e il Parco degli Acquedotti. La ricotta, girato alla fine del 1962, segna l’importante incontro col giovane Ninetto Davoli; e per questo film è stato al centro di un processo per oltraggio alla religione. Da questo momento Roma diventa per Pasolini anche la città di aule di tribunale. Ha subìto trentatré processi, con cui hanno tentato di mettere a tacere la sua analisi critica, la sua voce scomoda. La fase 1963-1966 si apre con il trasferimento in un tranquillo quartiere residenziale, l’EUR. Pasolini gira Uccellacci e uccellini (1965-1966), interpretato da Totò e Ninetto Davoli. Inizia piano piano ad allontanarsi dalla capitale: nelle campagne viterbesi e nel sud d’Italia gira Il Vangelo secondo Matteo (1964), dedicato a Papa Giovanni XXIII. Con questo film desta polemiche al Festival di Venezia, dove riceve il premio OCIC (Organismo cattolico internazionale del cinema).

Una notte di marzo del 1966, Pasolini è ricoverato d’urgenza in ospedale a causa di un’emorragia provocata da un’ulcera. Durante la convalescenza, scrive le sei opere che rappresentano quasi tutto il suo lavoro per il teatro. Quel periodo (sezione 1966-1973) segna anche l’inizio del disincanto nei confronti di Roma. Pasolini è stato forse l’unico intellettuale italiano capace di comprendere il significato e la portata delle trasformazioni in atto, di cogliere i pericoli insiti nel neo capitalismo italiano, un modello di sviluppo basato sulla quantità piuttosto che sulla qualità, sull’accumulo di beni superflui piuttosto che sul progresso culturale e morale. Ha osservato gli effetti distruttivi della società dei consumi, ha visto la corruzione del sottoproletariato romano, una cultura su cui aveva costruito parte della sua opera letteraria e cinematografica. È di questi anni l’incontro con Maria Callas, alla quale nel 1969 dà il ruolo principale nel film Medea e con cui ha una relazione di profonda amicizia.
Tra il 1970 e il 1974, gira la Trilogia della vita. Il Decameron in Campania, I racconti di Canterbury in Inghilterra, e infine si reca in Egitto, Yemen, Eritrea, e Nepal per realizzare Il fiore delle Mille e una notte. Parigi diviene un centro importante per la sua vita intellettuale. Scambia idee e teorie con i più importanti intellettuali francesi dell’epoca: Jean-Paul Sartre, Roland Barthes, Christian Metz e Jean-Luc Godard. Pasolini conosce un periodo di creatività prolifica. Acquista due case né troppo lontano né troppo vicino a Roma: una in campagna, a Chia (Soriano nel Cimino, VT), l’altra vicino al mare, a Sabaudia (LT), condivisa con l’amico Alberto Moravia. Sono state a lungo sognate. A Chia si ritira di tanto in tanto per scrivere e dipingere nelle pause tra un film e l’altro. Le due grandi opere di questo periodo sono il romanzo Petrolio, rimasto incompiuto, e Salò, uno dei film più estremi della storia del cinema.
Il 2 novembre 1975 il suo corpo è stato trovato, barbaramente assassinato, presso il litorale di Ostia. Non è ancora chiaro cosa sia successo quella notte, ma alla descrizione degli eventi fatta da Pino Pelosi non si è dato alcun credito.

A testimonianza di ogni incontro, situazione, scritto e film citato in questa breve cronistoria è presente in mostra una quantità di materiali considerevole: manoscritti originali di sceneggiature, storyboard, poesie, romanzi, saggi e articoli, corrispondenza con amici e altri intellettuali e artisti, disegni e dipinti di Pasolini, brani tratti dai suoi film, interviste e documentari, fotografie, mappe di Roma, installazioni, ecc. Molti dei materiali originali provengono dall’Archivio Contemporaneo ‘A. Bonsanti’ di Firenze, in particolare dal Fondo Pasolini affidato in comodato d’uso fin dal 1988 al Gabinetto Vieusseux da Graziella Chiarcossi, cugina di Pier Paolo ed erede della madre del poeta. Ne approfitto per ringraziarla di tutte le informazioni che mi ha trasmesso e per alcune fotografie presenti in questo articolo.
Nel percorso espositivo sono anche inserite opere di importanti pittori italiani (Mario Mafai, Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Giuseppe Zigaina, Renato Guttuso, Filippo De Pisis e Giorgio de Chirico), artisti particolarmente cari all’autore e menzionati all’interno dei suoi scritti. A questo si aggiungono anche numerose testimonianze di persone che Pasolini ha incontrato in diversi momenti della sua vita: Ninetto Davoli, Ennio Morricone, Vincenzo Cerami, Nico Naldini, Bernardo Bertolucci, Alberto Arbasino, Dacia Maraini.
È inoltre presente in mostra una curiosità: l’inserimento di una sezione riguardante il Friuli e il rapporto di Pier Paolo con la lingua friulana e la difesa delle minoranze linguistiche, le “piccole patrie”, come le definiva. Pasolini, insieme ad alcuni amici, fondò a Casarsa della Delizia (paese natio della madre) l’Academiuta di lenga furlana per la valorizzazione del friulano; lo «Stroligùt» ne è la prima pubblicazione ufficiale. Poiché il catalano è – come il friulano – una lingua neolatina, nella mostra si è voluto dare rilievo all’antologia della poesia catalana dal Quattrocento al Novecento curata dal poeta Carles Cardó, presente nel quinto «Stroligùt» del giugno 1947 (con il titolo cambiato in «Quaderno Romanzo»).
La mostra è a cura di Jordi Balló, saggista, docente di Scienze della Comunicazione presso l’Università Pompeu Fabra e direttore di mostre presso il CCCB (1999-2011), Alain Bergala, scrittore, critico e regista, e Gianni Borgna, giornalista, scrittore e studioso di Pasolini.

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Pasolini Roma
Centre de Cultura Contemporània, Barcellona: 22 maggio – 15 settembre 2013
Cinématèque Française, Parigi: 14 ottobre 2013 – 26 gennaio 2014
Palazzo delle Esposizioni, Roma: 3 marzo 2014 – 8 giugno 2014
Martin Gropius Bau, Berlino: 11 settembre 2014 – gennaio 2015

CCCB – Centre de Cultura Contemporània de Barcelona
Montalegre, 5 – 08001 Barcelona – Tel. 933064100 – Fax. 933064101
e-mail. info@cccb.org – sito web. www.cccb.org

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