“Pasolini e il giornalismo. Parte prima”.

Gli atti del convegno

Mario Isnenghi, il noto studioso della letteratura della Grande Guerra, caldeggia da tempo che sia fatta oggetto di  attenzione specifica l’attività di Pasolini in ambito giornalistico, impegno che infatti è stato esplorato finora di sfuggita e mai in modo sistematico dagli studi pasoliniani.
A colmare questa lacuna provvede ora il Centro Studi Pasolini di Casarsa, che, con il sostegno di Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e Comune di Casarsa e per la cura di Luciano De Giusti e Angela Felice, organizza venerdì 10 pomeriggio e sabato 11 mattina del mese di novembre il  convegno  di studi “Pasolini e il giornalismo”, tradizionale e atteso appuntamento di Casa Colussi  e momento forte del suo impegno annuale.
La nuova edizione, in programma a Palazzo Burovich di Casarsa, nuova sede del Municipio, si avvale anche dei patrocini di autorevoli istituzioni scientifiche e culturali, quali le Università di Udine e di Trieste, oltre che la Fondazione per la Critica Sociale di Firenze, vicina alle attività del Centro per il secondo anno consecutivo. «Siamo inoltre lusingati – dichiara il presidente Piero Colussi- che a questa iniziativa di studi abbia voluto aderire anche il mondo della stampa regionale, che infatti, con i patrocini dell’Ordine dei Giornalisti Fvg e del Circolo della Stampa di Pordenone,  ha inserito  i lavori delle due giornate nel calendario ufficiale degli appuntamenti di formazione per giornalisti. È la prova  non solo che il tema riveste un’importanza di grande interesse strategico nella comunicazione del presente, ma anche che il Pasolini “giornalista” può costituire tuttora un modello, per quanto forse inarrivabile, per la libertà di pensiero e di espressione nel campo della comunicazione».
«L’argomento è poi talmente vasto e attraversa a tal punto tutta l’opera pasoliniana – commentano i curatori – che questo imminente appuntamento di studi costituisce la prima parte di una ricognizione che proseguirà nel mese di marzo 2018 con una seconda fase, per la quale stiamo già lavorando.  Sotto osservazione in questa prima tappa sarà, intanto,  il periodo iniziale dell’impegno giornalistico di Pasolini, dagli anni Quaranta ai primi Sessanta. Ma, in effetti, sulla stampa quotidiana e periodica del suo tempo, dagli anni della formazione bolognese e della gioventù friulana fino agli implacabili scritti “corsari” sulle colonne del «Corriere della Sera», egli fu una “firma” costante e anzi, sempre più dopo gli anni Sessanta, ammirata o vilipesa, ma sempre al centro dell’attenzione. Pasolini fu da subito consapevole che nella modernità l’efficacia del messaggio  non può prescindere dal come e dal dove lo si trasmette e che dunque anche la stampa è il canale necessario per raggiungere e costruire un uditorio, prendere posizione sulle battaglie del momento, inventare nuove forme di argomentazione  di scrittura».

Olivetti 22
Olivetti 22

Del  tutto autorevole il parterre di studiosi, critici militanti e giornalisti chiamati ad articolare e argomentare il percorso. Si parte, dunque, venerdì 10, alle ore 15, con una relazione quadro  di Franco Contorbia (Università di Genova), un’autorità in materia di storia del giornalismo italiano, cui spetterà disegnare una panoramica generale della stampa italiana nel Novecento e tracciare il ruolo che vi svolse il poeta delle Ceneri di Gramsci. A seguire, moderati dal giornalista Alessandro Mezzena Lona, si snoderanno quattro interventi mirati a descrivere e interpretare l’attività del giovane Pasolini. Stefano Casi,  grande studioso del teatro pasoliniano, si soffermerà sul Pasolini penna brillante e acuta impegnata sulle riviste attive a Bologna durante la formazione universitaria del poeta. Di seguito toccherà a tre illustri studiosi  sondare l’impegno pasoliniano vivo durante la giovinezza trascorsa in Friuli: Elvio Guagnini (Università di Trieste) rifletterà sulle caratteristiche della presenza pasoliniana nei  giornali friulani e in genere del Triveneto del dopoguerra, dalla testata «Libertà» al  «Messaggero Veneto»;  Rienzo Pellegrini (Università di Trieste) indagherà la strategia di Pasolini utile alla diffusione sui giornali locali della sua concezione estetica e linguistica, parallela alla produzione poetica in friulano; infine, Gianfranco Ellero (Società Filologica Friulana) perlustrerà la militanza giornalistica da parte del giovane poeta “impegnato”  anche in ambito di politica attiva, dapprima sul fronte dell’autonomismo friulano e poi su quello della lotta sociale al fianco del Partito comunista, cui aderì nel 1947, diventando segretario del Partito nella sezione di San Giovanni.
Ci si sposterà agli anni Cinquanta  e soprattutto Sessanta nella sessione in programma sabato 11 mattina, con inizio alle ore 9. Per la conduzione dello  studioso e giornalista Roberto Carnero, che non mancherà di riflettere sul genere reportage di viaggio praticato da Pasolini con esiti tuttora esemplari, sono previste tre relazioni.  Anna Tonelli (Università Carlo Bo di Perugia) indagherà i rapporti “organici” di Pasolini con la stampa direttamente legata al Pci, come fu il caso della collaborazione a “Vie nuove”, organo ufficiale del Partito, in cui Pasolini tra il 4 giugno 1960 e il 30 settembre 1965 tenne con la rubrica Dialoghi con i lettori una costante interlocuzione con i militanti comunisti della base, soprattutto giovani.  Il tema del lettore ed del destinatario ideale del proprio pensiero sarà il cuore dell’intervento di Gian Carlo Ferretti (Università di Roma Tre), illustre studioso del periodo in cui Pasolini entra in polemica sempre più accesa con il sistema dell’industria culturale, come avviene  dalle colonne della rivista “Tempo”, in cui egli tenne la rubrica “Il caos” dal 1968 agli inizi del  1970.
Infine, Massimo Raffaeli, penna raffinata della critica letteraria italiana, si soffermerà sulle modalità in cui il “giornalismo” entra anche nei versi della produzione poetica pasoliniana, dei quali può essere considerato un caso esemplare il testo della celebre e variamente contestata lirica Il PCI ai giovani!!
La mattinata di sabato 11  sarà infine chiusa e suggellata dalle ore 11 da una originale tavola rotonda, condotta e moderata da Tommaso Cerno, di recente scelto a condirettore di  «Repubblica». A lui il compito di moderare un gruppo di quattro firme prestigiose della stampa italiana (Tommaso Di Francesco, poeta  “scoperto” proprio da Pasolini e oggi condirettore del «manifesto»; Nicola Mirenzi dell’«Huffington Post»; Antonio Padellaro del «Fatto Quotidiano»;  Benedetta Tobagi di  «Repubblica») che, da un punto di vista anche professionale, proporranno una visione su un “loro” Pasolini e sul ruolo che egli può aver esercitato nella comunicazione italiana del secondo Novecento.

Moni Ovadia
Moni Ovadia. Foto di Chiara Pasqualino

Proporrà lui pure una sua visione anche il grande attore e intellettuale di forte impegno civile Moni Ovadia,  protagonista del reading teatrale “Io so” (Corvino produzioni) scelto come momento collaterale ai lavori direttamente convegnistici.  Nello spettacolo,  in programma  venerdì 10 alle ore 20.45 al Teatro Pasolini di Casarsa in collaborazione con ProCasarsa (ingresso € 10,00), Ovadia, affiancato dai musicisti Maurizio Dehò (violino) e Nadio Marenco (fisarmonica),  leggerà e commenterà alcuni brani dagli Scritti corsari di Pier Paolo Pasolini, pubblicati sei mesi prima della sua morte nel 1975, ma redatti e pubblicati sui principali quotidiani italiani nei due anni precedenti. Pagine “corsare” rimaste nella storia, che esprimono concetti che ben riassumono la situazione sociopolitica italiana di quegli anni, dalla rivoluzione antropologica all’omologazione culturale di tutto un popolo ridotto a consumatore, passando attraverso alcuni snodi cardine di anni tormentati, come il decadimento dell’etica politica e della religione, il dilagare dello stragismo e il referendum sul divorzio.

Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini

Centro Studi Pier Paolo Pasolini

con il sostegno di
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Comune di Casarsa della Delizia

con il patrocinio di
Università degli Studi di Udine e di Trieste, Fondazione per la Critica Sociale (Firenze), Ordine dei Giornalisti Friuli Venezia Giulia, Circolo della Stampa di Pordenone

in collaborazione con ProCasarsa

convegno di studi
“Pasolini e il giornalismo”
parte prima: dagli anni ’40 ai primi ‘60

10 e 11 novembre 2017
Palazzo Burovich │Casarsa della Delizia

 

Noi scrittori, noi giornalisti siamo uno specchio, tanto più nitido e rivelatore, quanto più ci spendiamo e quanto più gettiamo il nostro corpo nella lotta.
Questo specchio si chiama diritto alla libertà di opinione e di espressione
. [“Tempo”, 20 dicembre 1969]

programma
a cura di  Luciano De Giusti e Angela Felice

venerdì 10 novembre 2017
Sala consiliare di Palazzo Burovich

ore 15
saluti autorità

ore 15.30
Franco Contorbia  (Un. di Genova) Pasolini e i giornali

ore 16.00
Stefano Casi  (Dams di Bologna) Il giovane Pasolini e i periodici bolognesi
Elvio Guagnini  (Un. di Trieste) Panoramica sulla stampa locale nel dopoguerra

Coffee break

ore 17.15
Rienzo Pellegrini  (Un. di Trieste) Tra dialetto e lingua
Gianfranco Ellero  (Società Filologica Friulana) Il Pasolini politico sulla stampa: interventi autonomisti  e “manifesti” comunisti

modera Alessandro Mezzena Lona  (giornalista)

venerdì 10 novembre 2017
Teatro Pier Paolo Pasolini

ore 20.45
Io so.  Moni Ovadia legge e commenta gli Scritti corsari
con Moni Ovadia
e con Maurizio Dehò (violino) e Nadio Marenco (fisarmonica)

sabato 11 novembre 2011
Sala consiliare di Palazzo Burovich

ore 9.00 / 9.15
Anna Tonelli  (Un. di Urbino Carlo Bo) Pasolini e la stampa comunista: i  Dialoghi di  «Vie nuove»
Gian Carlo Ferretti  (Un. di Roma tre) Un carisma multiforme: dai dialoghi di “Vie nuove” alle requisitorie del corsaro
Massimo Raffaeli   (critico letterario) Pasolini giornalista in versi

modera  Roberto Carnero  (Un. di Verona)

Coffee break

ore 11.00
tavola rotonda
“Io e …”. Giornalisti e scrittori a confronto sul giornalismo di Pasolini  

partecipano
Tommaso Di Francesco,  Antonio Padellaro,  Benedetta Tobagi, Nicola Mirenzi

conduce e coordina Tommaso Cerno