È appena uscito in libreria il terzo numero di “Lettera Zero”, rivista di autori, libri e dissonanze, diretta da Vito Santoro ed edita dalla casa editrice ArcoIris multimedia. Si tratta di un volume monografico interamente dedicato a Pier Paolo Pasolini, intitolato significativamente La prima lezione me l’ha data una tenda, come il Poeta delle Ceneri diceva a Gennariello nelle Lettere luterane, per poi aggiungere: «Tutti noi abbiamo nella mente un’immagine, che è la prima, o tra le prime, della nostra vita. Quell’immagine è un segno e, per l’esattezza, un segno linguistico. Dunque, se è un segno linguistico, comunica o esprime qualcosa».
Ed è appunto su questa immagine prima, che è anche e soprattutto segno linguistico, si sono interrogati alcuni significativi studiosi nazionali dell’opera pasoliniana, chiamati a raccolta dai curatori Marianna Comitangelo e da Antonio Daniele. Si parte con il ricordo di Domenico Notarangelo dei giorni passati a Matera con Pasolini in occasione delle riprese del Vangelo secondo Matteo. Angela Felice analizza poi l’apporto dell’autore di Accattone alla formazione di allievi delle campagne friulane, in una interessante “pedagogia dello scandalo”. E appunto Pedagogia è stato il primo intervento di Andrea Zanzotto su Pasolini: ne scrive Pasquale Voza. Al mito di Casarsa è dedicato il saggio di Roberto Chiesi, che segue la parabola del paese materno nell’immaginario e nella produzione poetica pasoliniana. Paolo Lago ci offre una interessante ricostruzione delle ascendenze di Dreyer nell’estetica filmica del nostro, mentre Stefano Casi mette in luce il rapporto di reciproca esclusione tra cinema e teatro. L’ultima tappa di questo itinerario è una ricognizione della presenza di Proust nell’opera in versi e in prosa di Pasolini: le corrispondenze tematiche e formali non impediscono a Walter Siti, Premio Strega 2014 con il romanzo Resistere non serve a niente e massimo studioso vivente dell’opera pasoliniana, di riconoscere una distanza tra i due scrittori e concludere che il Proust di Pasolini sia «un Proust che non ha scritto la Recherche».
“Lettera Zero” è una rivista autonoma che non gode di alcun tipo di finanziamento pubblico.