Martedì 14 giugno 2016, alle ore 15, nella Sala Di Liegro presso Palazzo Valentini di Roma (via IV Novembre), il Comune di Ciampino, la Città Metropolitana di Roma Capitale e l’Archivio Pasolini di Ciampino, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata, l’Università di Bari, l’Università di Foggia e Microcosmi Onlus, si fanno promotori di un interessante pomeriggio di discussione intorno a Pasolini.
Dapprima sarà presentato il numero monografico della rivista “Lettera Zero”, dedicato a Pasolini e qui di seguito recensito in un articolo di Federica G. Porcelli per il “Giornale di Trani”. Si tratta del terzo numero della rivista diretta da Vito Santoro ed edita dalla casa editrice ArcoIris Multimedia.
Il volume monografico è intitolato significativamente La prima lezione me l’ha data una tenda, come il Poeta delle Ceneri diceva a Gennariello nelle Lettere luterane, per poi aggiungere: «Tutti noi abbiamo nella mente un’immagine, che è la prima, o tra le prime, della nostra vita. Quell’immagine è un segno e, per l’esattezza, un segno linguistico. Dunque, se è un segno linguistico, comunica o esprime qualcosa».
Alla presentazione seguirà poi un incontro con il regista David Grieco, autore de La macchinazione, film che ricorda il tragico epilogo della vita del poeta e del quale verranno presentati alcuni spezzoni, anche del backstage.
Parteciperanno all’iniziativa Mauro Alessandri (Vicesindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale), Giovanni Terzulli (Sindaco di Ciampino), Gianfranco Proietti (presidente di Microcosmi onlus), Rino Caputo (Università di Tor Vergata), Giovanni La Rosa (Università di Tor Vergata), Vito Santoro (Università degli Studi di Bari), Antonio Daniele (Università degli Studi di Foggia), Marianna Comitangelo (Università di Tor Vergata), Angela Felice (Centro Studi Pasolini di Casarsa), Enzo Lavagnini (Archivio Pasolini Ciampino) e l’attore Matteo Taranto che leggerà alcuni brani di Pasolini.
Il Pasolini “riletto” nel terzo numero di “Lettera Zero”, la rivista diretta da Vito Santoro
di Federica G. Porcelli
redazione “Il giornale di Trani”
www.radiobombo.com – 8 giugno 2016
“Lettera Zero” è una rivista letteraria, diretta da Vito Santoro ed edita da ArcoIris multimedia, che si occupa principalmente di letteratura italiana contemporanea. Nata nel 2015, non gode di alcun finanziamento pubblico ed è totalmente autofinanziata. La rivista tende, ci spiega Santoro- «a coniugare la militanza critica con il rigore della ricerca accademica, occupandosi di autori contemporanei con un piglio diverso dal solito».
Il terzo numero è interamente dedicato a Pier Paolo Pasolini ed ha per titolo una sua citazione, tratta da Lettere luterane: «La prima lezione me l’ha data una tenda». L’anno scorso si commemorava il quarantesimo anniversario della scomparsa di uno degli intellettuali più influenti del 1900. «Non ci siamo voluti unire alle celebrazioni – prosegue Santoro – scegliendo di uscire non a ridosso del 2 novembre ma più tardi. Pasolini va studiato per il suo pensiero, la sua opera, la sua poesia, lasciando stare la grande morte».
I sette saggi della rivista, curati da Marianna Comitangelo e Antonio R. Daniele, scandagliano aspetti meno noti dell’opera pasoliniana. Prendiamo ad esempio l’approfondita documentazione fornita da Domenico Notarangelo in merito al film Il Vangelo secondo Matteo. Notarangelo seguì il regista sul set e immortalò questa esperienza con degli scatti fotografici, alcuni dei quali presenti sulla rivista. Le sue pagine di «Devono essere facce stronze, fasciste». Il mio Pasolini (pp.11-17) sono proprio la trasposizione del racconto di quelle giornate trascorse a Matera a girare le scene per il film. E della cinematografia si occupa anche Paolo Lago in Il volto sacro e lo scandalo della parola: Pasolini e Dreyer (pp.59-72), che trova dei parallelismi tra Accattone, Il Vangelo secondo Matteo, Teorema, Salò e il film La passione di Giovanna D’Arco del regista danese Carl Theodor Dreyer.
Da “La meglio gioventù” a “La seconda forma de «La meglio gioventù»”: l’immagine che non ritorna (pp.45-56) di Roberto Chiesi è una «geografia cinematografica – ci spiega Santoro – dei film di Pasolini. Chiesi fa “piazza pulita” del luogo comune secondo il quale l’ambientazione pasoliniana sia romana, degradata, violenta, borgatara. Infatti, ci si dimentica che la sua geografia cinematografica sia nettamente più estesa». L’autore friulano ha fatto dei sopralluoghi in Palestina, a Matera, e per La trilogia della vita (Il Decameron, I racconti di Canterbury e Il fiore delle Mille e una notte) si è totalmente discostato dalle ambientazioni tradizionali. Di Stefano Casi è Pasolini fra teatro e cinema: prove di dialogo (pp.75-92), un’analisi appunto della produzione teatrale e cinematografica.
Il saggio di Angela Felice, direttrice del Centro studi pasoliniano di Casarsa, La pedagogia dello scandalo del professor Pasolini (pp.23-34), si concentra sulla riflessione didattica delle sue opere.
Pasquale Voza, maestro accademico di Santoro, si è occupato del rapporto tra Pasolini e Zanzotto, nel suo saggio Un «edificio misterioso, ma non enigmatico» (pp.37-41). L’attenzione del professore dell’Università di Bari è catalizzata sulle recensioni di Pasolini a Vocativo e Beltà e sugli scritti che Zanzotto dedicò a Pasolini alla sua morte (come Pedagogia).
Importantissimo è il contributo di Walter Siti che in Pasolini e Proust (pp.95-122), scritto negli anni ’80, analizza il proustismo di Pasolini, di cui Siti è il massimo studioso (ha curato i dieci volumi de “I Meridiani”) e che Santoro considera «il più grande scrittore italiano vivente». Siti trova che nelle poesie di Pasolini ci siano delle reminiscenze proustiane ben elaborate, sia dal punto di vista tematico che sul piano formale.
Perché oggi è importante parlare di Pasolini, qual è la modernità del suo pensiero? Per Santoro «la sua anti-modernità è la sua modernità. Pasolini viene tuttora visto come un’icona, perché era un reazionario sublime, un autore che si presta facilmente ad essere attualizzato perché, se leggiamo Scritti corsari, Petrolio, Lettere luterane, notiamo un atteggiamento contro il consumismo, la televisione, la perdita del sacro. Come possiamo non essere d’accordo con lui?».
Pasolini è un autore che viene molto celebrato e poco letto, forse per la grande morte, forse per gli aspetti particolari della sua figura. La prima lezione me l’ha data una tenda ci aiuta a ricordare i motivi per i quali invece dovrebbe essere letto.