Un premio al docufilm “Alfredo Bini, ospite inatteso” di Simone Isola
Si è conclusa il 26 febbraio 2016 la cerimonia di premiazioni dei Nastri d’argento. Il miglior documentario sul cinema se lo aggiudica Simone Isola con il suo Alfredo Bini, ospite inatteso. Una bella soddisfazione per chi come Isola vive da anni il mondo del cinema in veste di produttore, regalando con la sua Kimerafilm pellicole indipendenti quali Et in terra pax di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, La mia classe di Daniele Gaglianone e Non essere cattivo di Claudio Caligari.
Per il lavoro che ora è premiato Isola è passato invece dietro la cinepresa, oltre a firmare anche il soggetto e la sceneggiatura. L’obiettivo, evidentemente centrato, era realizzare un documentario che raccontasse la storia di un produttore scomodo e mai banale come Alfredo Bini, che ha imposto il cinema d’autore al pubblico, decretandone il successo. Bini è stato infatti un personaggio centrale nella storia del cinema italiano, colui che ha creduto nell’esordio dietro la cinepresa di Pasolini, nel 1961 con Accattone, e che poi ha prodotto i suoi film sino a Edipo re del 1967.
Nasce così Alfredo Bini, ospite inatteso, già applaudito a Venezia e prodotto dalla Axelotil di Gianluca Arcopinto, dall’Istituto Luce Cinecittà e appunto da Kimerafilm. A pochi anni dalla sua morte, Simone Isola dedica ora al “collega” un film impostato quasi come un giallo, ricostruito attraverso testimonianze di attori, registi ed amici. E chi guarda scopre il carico umano e il vissuto di uno dei produttori più coraggiosi e liberi degli ultimi tempi. Andare “oltre” il tradizionale documentario biografico è stato così l’obiettivo della pellicola, organizzata con uno stile composito, un ritmo serrato e insoliti inserti di “fuori scena”, tra interviste, immagini e frammenti di cinegiornali.
Toccante l’inizio. Di fronte al Motel Magic di Giuseppe Simonelli giunge a Montalto di Castro un anziano signore. Si trova temporaneamente senza dimora e chiede ospitalità per due o tre giorni. Simonelli gliela concede, affascinato dai racconti e dalla simpatia di quell’uomo. Non lo sa ancora, ma l’ospite inatteso è Alfredo Bini. Parte tutto da qui.
Valerio Mastandrea dà voce a Bini, raccontando in prima persona la sua avventura umana e cinematografica. Ne esce un ritratto sorprendente anche grazie ai contributi di chi con Bini ha lavorato: da Bernardo Bertolucci a Claudia Cardinale, da Ugo Gregoretti a Giuliano Montaldo.
Il documentario arriverà nei cinema a marzo, con l’augurio che continui a vincere, soprattutto al botteghino.