Venerdì 10 novembre 2017, alle ore 20.45, al Teatro Pasolini di Casarsa della Delizia, Moni Ovadia, accompagnato dal violino di Maurizio Dehò e dalla fisarmonica di Nadio Marenco (Corvino produzioni), sarà protagonista di un appuntamento speciale, inserito all’interno del programma del Convegno di Studi “Pasolini e il giornalismo. Parte prima”, tradizionale appuntamento di studi di Casa Colussi.
Con il titolo ripensato per l’occasione di Io so, il celebre attore e intellettuale, testimone del mondo ebraico e teatrante di genio libero e di forte impegno civile, leggerà e commenterà alcuni brani degli Scritti corsari di Pier Paolo Pasolini, pubblicati sei mesi prima della morte dello scrittore nel 1975, ma redatti e pubblicati sui principali quotidiani italiani nei due anni precedenti.

Due menti, quelle di Ovadia e Pasolini, che non hanno mai smesso di analizzare la società nei suoi risvolti meno conformi, a volte tragici e contraddittori. Pasolini fu lucido analista di un mondo intriso di perbenismo e conformismo. Moni Ovadia è spirito critico che si batte contro chi ancora racconta la favola secondo cui il nostro sarebbe il migliore dei mondi possibili.
Moni Ovadia leggerà e commenterà, dunque, alcune pagine “corsare” rimaste nella storia, che esprimono concetti che ben riassumono la situazione sociopolitica italiana di quegli anni, dalla rivoluzione antropologica all’omologazione culturale di tutto un popolo ridotto a consumatore, passando attraverso alcuni snodi cardine di anni tormentati, come il decadimento dell’etica politica e della religione, il dilagare dello stragismo e il referendum sul divorzio.
Una proposta da non mancare, giustamente inserita nei lavori di un Convegno che si interroga anche sul ruolo e sulle responsabilità dell’informazione e della comunicazione.
Info e prenotazioni: Ingresso € 10,00
Centro Studi Studi Pier Paolo Pasolini, via Guidalberto Pasolini 4, 33072 Casarsa della Delizia (Pn)
t 0434 870593, info@centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it, www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it
Moni Ovadia. Nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche, dà avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi via via proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” assolutamente peculiare, in cui le precedenti esperienze si innestano alla sua vena di straordinario intrattenitore, oratore e umorista.
Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante, quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare, e di cui Ovadia si fa memoria per il futuro.