Pasolini sponsor nel 1974 del “Borghese piccolo piccolo” di Vincenzo Cerami

Il 17 ottobre 2017 al Teatro Eliseo di Roma ha debuttato la riduzione teatrale del romanzo Un borghese piccolo piccolo di Vincenzo Cerami,  per l’interpretazione di Massimo Dapporto,  con le musiche di Nicola Piovani e su adattamento e regia di Fabrizio Coniglio. Quel libro, uscito per Garzanti nella primavera del 1976, è celebre anche per la trasposizione cinematografica che ne fece Mario Monicelli nel 1977, avendo per protagonista un grande Alberto Sordi.
L’occasione della messinscena teatrale ha rinverdito la storia del romanzo di Cerami, la cui fattura fu elogiata da Pasolini come esempio di un «neo-crepuscolarismo romano sciatto e atroce». Doveva essere proprio Pasolini, che di Cerami era stato professore alla scuola media privata di Ciampino e poi era diventato amico,  a promuovere quel libro e in qualche modo a fungere da editor. Lo rivela Paolo Mauri in un bell’articolo apparso su “Repubblica” del 7 ottobre 2017, in cui compare anche la lettera (fino ad oggi inedita)  inviata da Pasolini nel luglio 1974 a Giovanni Raboni, che appunto lavorava da Garzanti, per caldeggiare il romanzo, già evidentemente pronto in quell’anno. La morte impedì a Pasolini di vedere l’uscita del libro, che venne poi accompagnato da una presentazione di  Italo Calvino, lui pure colpito dall’opera di Cerami.
Qui di seguito pubblichiamo la lettera che Pasolini scrisse a Raboni  per sponsorizzare il lavoro dell’amico e che su “Repubblica” è uscita grazie alla concessione dell’erede Graziella Chiarcossi.

Vincenzo Cerami e Pier Paolo Pasolini ai tempi della scuola di Ciampino
Vincenzo Cerami e Pier Paolo Pasolini ai tempi della scuola di Ciampino

Caro Raboni,

ti invio il libro di Vincenzo Cerami che ti avevo annunciato. Come vedrai appartiene all’area di un neo-crepuscolarismo romano sciatto e atroce. Aggiungo un gruppetto delle ultime poesie di Cerami, perché, confrontate al testo, ti diano un’idea della sua coscienza linguistica. La sciattezza atroce è linguisticamente fatta di maniera e mimetica, dunque: non è quella di un naïf, come potrebbe parere a un distratto lettore. Spero che il romanzo ti piaccia come a me. Salutami tutti, e Garzanti, che saluto con inalterato affetto, da vittima a vittima. Tuo

Pier Paolo Pasolini