PPP nella Repubblica Ceca. Una riflessione di Tomáš Matras (2005)

PAGINE CORSARE

Fondo Angela Molteni

La vita

Tomáš Matras ha fatto pervenire a “Pagine corsare” la traduzione in italiano del suo articolo apparso in lingua ceca nel 2005 sulla rivista “Literární noviny”, il settimanale ceco più prestigioso dedicato alla letteratura.  Lo stesso articolo è stato pubblicato nella Repubblica Ceca anche da un’altra  rivista letteraria, “I literatura”.
Si tratta di un intervento che si sofferma anche sulla fortuna dell’opera pasoliniana nella Repubblica Ceca, dove Pasolini risulta poco conosciuto nel 2005,  a parte la produzione cinematografica.
Tomáš Matras ha continuato a interessarsi a Pasolini anche dopo il 2005, come dimostra la sua recensione al film
Il Decameron, che uscì nel 2006 nella rivista “I literatura” e  che qui di seguito è riportata in lingua originale.

Manifesto della mostra organizzata a Bologna a proposito delle mistificazioni pasoliniane
Manifesto della mostra organizzata a Bologna nel 2005  a proposito delle mistificazioni su Pasolini

 

Pier Paolo Pasolini. Un bilancio
di  Tomáš Matras
“Literární noviny” – 2005

2 novembre 2005. Sono passati esattamente trent’anni dalla morte del controverso artista Pier Paolo Pasolini. La sua opera e soprattutto la sua influenza sulla società hanno prodotto finora commenti contrastanti, così come sono contraddittorie le circostanze del suo mai del tutto chiarito omicidio.
Se decidete di visitare Roma e avete un po’ di tempo, vale la pena visitiate la vicina Ostia. La guida classica condurrebbe sicuramente i vostri passi al complesso degli scavi di Ostia Antica o magari vi consiglierebbe anche altri posti offerti dalla città balneare. A Ostia Antica, più precisamente nella località  dell’Idroscalo, vi è un posto tristemente noto e contemporaneamente dimenticato, al quale non conduce alcuna indicazione e del quale dovrete chiedere l’ubicazione alle persone del luogo.
In quella parte di Ostia, sullo sfondo di montagne di rifiuti, il 2 novembre 1975 venne ritrovato il corpo deturpato e senza vita di Pier Paolo Pasolini. Anche se il diciassettenne borgataro Giuseppe Pelosi – detto Pino “la Rana” – confessò di averlo ucciso (e alla storia in tal modo venne fatto assumere il significato di tragica fine di un incontro d’amore e gelosia tra amanti omosessuali, non facilmente digeribile dall’opinione pubblica), non è mai stato escluso il complotto che ipotizzava il concorso all’omicidio di altre persone. Molti pensano ancora oggi a questa ultima ipotesi. E il caso non è stato finora pienamente chiarito. L’Italia ha accolto e vissuto l’assassinio di Pier Paolo Pasolini in un modo che le è tipico: il regista Marco Tullio Giordana ha girato un film sull’autore. Il luogo della morte di Pasolini, che non è cambiato molto rispetto ai suoi tempi, è adesso circondato da un cancelletto vetusto e al suo centro si trova una scultura ferocemente senza nome.
Con sentimenti confusi dobbiamo chiederci che cosa sia rimasto dopo Pier Paolo Pasolini, soprattutto in Italia. Pochi dubitano della sua importanza per la cultura contemporanea italiana. Il giudizio sull’eredità dell’autore è però molto equivoco per quanto riguarda la sua influenza sulla società. Si tratta in particolare degli articoli e dei saggi pubblicati in quotidiani e riviste, nei quali Pasolini reagiva ai problemi allora di attualità da intellettuale indipendente di sinistra. Al giudizio sulle sue idee si sono sommati, purtroppo spesso, l’avversione dei suoi commentatori, oltre ai pregiudizi riguardanti alcuni elementi della sua vita privata, i processi giudiziari cui è stato sottoposto, le provocazioni e soprattutto la sua omosessualità non celata. La verità è che Pasolini fu un critico rovente e acuto che non temette nessuno e niente. Il grande coraggio delle sue idee originali lo faceva generalmente percepire come una voce nemica del potere costituito. Visionario, stringente fino a essere considerato da alcuni il prodotto di un esagerato mistificatore, il carattere dei suoi articoli spesso ostacolava il semplice accoglimento delle idee nuove e complesse che esprimeva. Il rifiuto degli altri in questo senso costituiva soltanto un’aggravante.
Chi non può neppure sentirlo nominare generalmente tace o dubita dell’importanza delle sue idee. Purtroppo si e ricorso anche alla censura delle sue opere, come ha fatto per esempio una rete televisiva pubblica italiana che nella primavera del 2002 trasmise in tarda notte il film Decameron, accorciato più o meno di 20 minuti. Alcune persone in Italia credono fermamente che l’unica cosa da ricordare di Pasolini siano soltanto gli schiaffi e i calci con i quali lo “onoravano” i neofascisti per strada, gli articoli provocatori sui giornali, oppure i trentatré procedimenti giudiziari che ha subito, sui quali è importante aggiungere che alla fine è stato sempre assolto.
Altri considerano Pasolini un eccellente artista poliedrico, un grande umanista, sperimentatore e neomarxista capace di annunciare i grandi cambiamenti della società, e inoltre un autore che nella sua opera comprese tra l’altro la cultura friulana, la cultura delle periferie romana e napoletana, ed ebbe anche un pensiero profondamente critico sulla società italiana moderna che, secondo lui, ha caratteristiche assimilabili a quelle di un potere neofascista totalitario.
Oltre alla sua nota opera cinematografica troviamo tra le sue opere: testi teatrali, sceneggiature, saggi, poesie, prose, opere pittoriche e anche opere in friulano e traduzioni dal latino e dal greco. Pasolini viene spesso citato dai media italiani, ma il più delle volte però diventa nell’interpretazione moderna soltanto un’icona semplificata della resistenza contro la società consumistica postmoderna. Le opinioni sull’autore variano: una volta sul “Corriere della Sera” è stato perfino paragonato al santificato Padre Pio per il suo senso di umanità. Pasolini è spesso invocato da quelli ai quali manca nell’Italia attuale un critico di simili prestazioni e capacità.
Solo dal 1998 è stata pubblicata nella collana “Meridiani” della nota casa editrice Mondadori di Milano l’opera omnia su Pasolini, curata da Walter Siti e Silvia De Laude, con aggiunte di molte note preziose. Sembra però che, nonostante l’importanza che si dà ultimamente a Pasolini, le sue idee più significative e più coraggiose rimangano al margine dell’attenzione del pubblico.
Fuori dall’Italia Pasolini è considerato un autore più o meno sconosciuto, il che spesso semplifica l’accettazione delle sue opere. Ad esempio nella Repubblica Ceca, e con pochissime eccezioni, è conosciuto soltanto come regista di film di fama mondiale, soprattutto del film “scandaloso” Salo o le 120 giornate di Sodoma che, senza uno studio previo della poetica dell’autore, può condurre a interpretazioni errate. La stragrande maggioranza della polivalente opera letteraria di Pasolini sta aspettando una sua traduzione in ceco. In questo senso vale la pena di menzionare per esempio, le raccolte di saggi che Pasolini scrisse nel periodo conclusivo della sua vita, Empirismo ereticoScritti corsari Lettere luterane, finora non tradotte in ceco. In quanto all’autore poliedricamente creativo, che durante la sua vita scrisse attorno a ventimila pagine di testo, il numero delle opere di Pasolini che il lettore ceco conosce può essere considerato purtroppo molto limitato.

"Decameron" di Pasolini (1971)
“Decameron” di Pasolini (1971)

Pasolini, Pietro Paolo Dekameron filmu
di  Tomáš Matras 

www.iliteratura.cz – 17 agosto 2006

Máme možnost v těchto týdnech vidět na obrazovce České televize cyklus filmů Piera Paola Pasoliniho,
zahájený jeho Dekameronem

Pasolini a Dekameron

Máme možnost v těchto týdnech vidět na obrazovce České televize cyklus filmů Piera Paola Pasoliniho, zahájený jeho Dekameronem, vysílaném v necenzurované verzi, na který bych chtěl krátce upozornit.
Základem poetiky toho filmu je přesvědčení, ze pokud je možné převést Dekameron do filmové podoby, je potřeba pro něj najít prostředí svou životností a naturelem podobné Florencii Boccacciovy doby. Pasolini vidí vhodnou paralelu v lidových čtvrtích Neapole: Proto je celý film v neapolštině a hrají v něm neherci, příslušníci neapolské spodiny. Je to vlastně neapolský přepis florentského Boccaccia. Prostředí je vybráno s ohledem na středověk, takže film byl natáčen v rozvalinách, interiéry mají začazené stěny, ale to vše je jen působivá kulisa.
Pasolini hraje roli poněkud roztržitého, roztěkaného a nejistého umělce, který přijíždí ze severní Itálie do Neapole vymalovat stěnu jednoho kostela. V noci sní o ideální scéně středověce pojatého obrazu posledního soudu. Problematičnost umělcova tvoření je dokreslena v samém závěru filmu autorovou řečnickou otázkou „Proč je potřeba dávat dílu nějaký tvar, když je hezčí o něm snít?“
Vybrané povídky jsou jedny z nejvýznamnějších z Dekameronu, hlavně ta o Ser Ciappellettovi, který při zpovědi, na prahu smrti, změní obraz svého prohnilého života a stane se světcem; povídka o jakoby hluchém, falešném zahradníkovi, který si užívá s celým ženským klášterem („vždyť jsme slíbily panenství Bohu!“ „Tomu se každý den naslibuje věcí a stejně se nedodrží“), povídka o Andreucciovi, který místo toho, aby koupil dva koně, je napálen svůdnou ženou, vydávající se za jeho sestru, přijde o všechny peníze a spadne do žumpy; o bratrovi, který se vrátí z onoho světa se zprávou, že peklo není a že v nebi se za nic netrestá…
Erotický náboj rezonuje s živelností a životaschopností Neapolitánů, krásnými neapolskými písněmi, smíchem a lidovou zábavou, kreativitou místních lidí, nejlepším důkazem života. Proto je Dekameron součástí tzv. Trilogie života, kterou tvoří DekameronCanterburské povídky a Pohádky tisíce a jedné noci. Ve všech je ukázána středověká, popř. orientální erotika, nositelka a symbol životnosti.
Dekameron je záměrně točený v nuzných podmínkách a s lidmi z nižší vrstvy, protože Pasolini je přesvědčen, že moderní společnost je vybudovaná na boccacciovských závěrech renesančních novel, na sloupech lidovosti. Jedná se o příspěvek k elitářské teorii o vysoké renesanční kultuře, která měla způsobit revoluci v západní kultuře – Boccaccio ovšem nepíše Dekameron latinsky, ale v tzv. volgare, v národním jazyce, přesněji řečeno ve florentském dialektu. Jeho a Dantova latinská díla dnes málokdo zná, zatímco jejich díla ve volgare se ohromně rozšířila a rozbořila mýtus o tom, že skvělá literatura může být pouze latinsky. Na Boccacciovi nejsou ani tak fascinující povídky o významných lidech nebo filozofech, prostě elitě, ale ty, a většinou ty nejvýznamnější, kde vystupují běžní lidé, chudí penězi ale ne duchem, kteří jsou vlastně nesmrtelní svými nápady. Tyto nápady bez přehánění znamenaly revoluci v přístupu člověka k okolnímu světu, ke skutečnosti a k sobě samému, k základním bodům víry v nebe a peklo (které neexistuje), ke zpovědi, ke křesťanskému pojetí viny a trestu, k “reklamě” (viz zpustlíka Ciappelletta a jeho falešnou svatost před světem). Na mnoha příkladech Boccaccio a Pasolini ukázali, že co si lidé myslí nebo v co věří, nemusí být úplně pravda, a že například tzv. Boží zásah je mnohdy věcí zásahu lidí, jejichž jednání je do značné míry předvídatelné.
Pasoliniho problém tkví v tom, že při svých vývodech o moderní společnosti zjišťuje, že právě tento Boccaccio je u počátku procesu, který nesnáší – rozvoje kapitalismu a konzumu. Takže v závěrečných letech svého života režisér dokonce ztratil víru v relevanci poetiky Trilogie života a tuto trilogii odvolal. Což ve svých důsledcích pro něj znamená to, co napsal v jednom eseji: „Il crollo del presente implica il crollo del passato“ („úpadek přítomnosti předpokládá úpadek minulosti”). Ale to je jen jeho závěr, dá se mnoha způsoby jak podpořit, tak vyvrátit.