Un libro sul “Film Documentario d’autore” a partire da Pasolini

Per l’editore Odoya è uscito nel 2017 il libro Film Documentario d’autore. Una storia parallela, scritto da Maurizio Fantoni Minnella, che è saggista ed esperto del campo, in quanto documentarista a sua volta. In passato, la stessa parola “documentario” era sinonimo di filmato noioso e di collage di spezzoni di repertorio. Oggi invece questo filone raccoglie sempre più proseliti sia davanti sia dietro lo schermo. In una fase storica particolarmente favorevole a questa forma di cinema, le ragioni del successo del documentario si possono rintracciare nel progressivo venir meno della creatività nella fiction e nella considerazione che una società globale sembra voler abbattere le frontiere tra cinema di finzione e cinema del reale metabolizzandoli entrambi nel proprio flusso di immagini. Da Bowling a Columbine di Moore fino alla Marcia dei pinguini di Jacquet il documentario rappresenta il fenomeno cinematografico più rilevante degli ultimi vent’anni.
Nella ricostruzione di questo genere, oggi così praticato, resta  imprescindibile il riferimento a Pasolini che anche in questo filone ha lasciato un segno pionieristico, tanto come regista delle borgate quanto come firma di  documentari irripetibili, perché  intrisi di poesia.

“Film Documentario d’autore”
di Maurizio Fantoni Minnella
una recensione di Erminio Fischetti

www.mangialibri.com – febbraio 2018 

"Film Documentario d'autore" di Maurizio. Copertina
“Film Documentario d’autore” di Maurizio Fantoni Minnella. Copertina

Con l’eccezione di Gomorra di Garrone, di Fame chimica di Vari e Bocola, di Là-bas di Lombardi, di Non essere cattivo di Caligari e di Suburra di Sollima, nel cinema italiano contemporaneo le periferie urbane non conoscono in verità una grande cittadinanza, anche perché le porte delle borgate sono state spalancate allo spettatore davvero solo a partire da Pasolini, non prima, e chi si ispira al regista friulano deve però scontare il fatto che sia passato molto, forse troppo tempo: e nemmeno il cinema documentaristico, con poche eccezioni, come per esempio Ritratti abusivi di Montesarchio, si è mostrato particolarmente sensibile o ricettivo. Il nuovo documentario d’autore italiano però non dimentica la lezione di Pasolini, e si dedica anche alla poesia e, per esempio, ai ritratti al femminile …
Il documentario è di norma un film di medio o lungo metraggio che ha la funzione di informare e istruire il pubblico cui si rivolge su eventi, luoghi o attività riproducendo con taglio verista, come lo scienziato di fronte al microscopio, senza aggiunta di elementi inventivi o fantastici, la realtà, con carattere di attualità, didattico, scientifico, storico, turistico, culturale, sociale, politico, di inchiesta e denuncia e via discorrendo: spesso pertanto si configura come un’opera dalla forza narrativa ancora più solida di quanto non siano le opere di finzione, che nascono già di solito con una precisa idea di sceneggiatura e soprattutto di montaggio, di cui pure il documentario si avvale, facendone anzi una dichiarazione sintattica e di poetica, una modalità espressiva vera e propria. Per questo suo intrinseco valore va detto che al documentario nel corso del tempo si sono accostati anche autori che non si sono dedicati solo a questo genere, dando vita a un autentico filone produttivo parallelo, di cui Maurizio Fantoni Minnella, documentarista a sua volta, oltre che saggista e scrittore, fa un’approfondita e competente esegesi diacronica, diatopica, diafasica e diastatica, che definisce con chiarezza ogni aspetto del tema.