Sullo scaffale. In uscita l’autobiografia di Alfredo Bini “Hotel Pasolini”, a cura di Isola e Simonelli

Per le edizioni del Saggiatore, è in uscita il 29 marzo 2018 il libro autobiografico in cui il  grande produttore cinematografico Alfredo Bini, scomparso nel 2010,  ripercorre la sua vita, dalla stagione di guerra ai fasti del cinema, segnato dalle sue intuizioni visionarie, fino all’amarezza degli anni finali. Il volume,  dal titolo Hotel Pasolini, è curato a quattro mani da Simone Isola e Giuseppe Simonelli. Il primo è un regista, già autore del documentario Alfredo Bini, ospite inatteso. Il secondo è l’albergatore che accolse il vecchio produttore in miseria, dimenticato da tutti, e con la sua amicizia ne confortò il capolinea di uomo “triste, solitario y final”. A loro si deve il montaggio ordinato di appunti, foglietti, articoli di giornale e materiale fotografico lasciati da Bini, cui si deve l’enorme merito di aver capito per primo la genialità del cineasta Pasolini e di averne sostenuto la produzione da Accattone a Edipo re.
Di seguito la scheda di presentazione pubblicata sul sito della casa editrice. 

Alfredo Bini
“Hotel Pasolini”

Il Saggiatore, 2018

www.ilsaggiatore.com – marzo 2018

"Hotel Pasolini" di Alfredo Bini (2018), a cura di Simone Isola e Giuseppe Simonelli. Copertina
“Hotel Pasolini” di Alfredo Bini (2018), a cura di Simone Isola e Giuseppe Simonelli. Copertina

Alfredo Bini è l’uomo che ha reso possibile il cinema di Pier Paolo Pasolini. Questa autobiografia è la storia di uno dei più grandi produttori cinematografici italiani e il romanzo di una vita vissuta a perdifiato, dall’infanzia sulle colline toscane alla guerra in Grecia e Albania, dalle luci della ribalta dei festival a un oblio inspiegabile e amaro. È un album fotografico in cui si incontrano i volti di Claudia Cardinale e Anna Magnani, di Gina Lollobrigida e Marcello Mastroianni, di Totò e Federico Fellini.
Bini univa l’istinto di un rabdomante alla convinzione che un produttore fosse un artigiano rinascimentale. Solo un uomo vorace e visionario come lui avrebbe potuto scommettere che un grande poeta sarebbe diventato un grande regista. Grazie a quell’azzardo nacque il primo film di Pasolini, Accattone, e videro la luce i successivi, dal Vangelo secondo Matteo Uccellacci e uccellini, fino a Edipo re. Bini e Pasolini sfidarono la censura, si presero a pugni, viaggiarono in Africa e, insieme, cambiarono per sempre l’immaginario collettivo italiano.
Quando il loro rapporto terminò, Alfredo Bini lavorò con Robert Bresson e Claude Chabrol, produsse b-movie «erotici ed esotici», quasi a riaffermare l’innocenza dell’osceno di fronte all’apparente purezza del normale. La vita che aveva inseguito finì per travolgerlo, lasciandolo solo e in miseria in un albergo nella Maremma laziale; qui venne accolto con generosità e amicizia da Giuseppe Simonelli, con cui trascorse i suoi ultimi anni.
In questo Sunset Boulevard sulla via Aurelia un altro produttore, Simone Isola, si è messo sulle tracce di un uomo e di una grande stagione del nostro cinema, ricomponendo un memoriale che era affidato ad appunti, foglietti volanti, nastri magnetici e articoli di giornale. Dal suo lavoro è nato un documentario, Alfredo Bini, ospite inatteso, e nasce oggi Hotel Pasolini: un libro che, come un film, è fatto di parole e immagini; una soggettiva inedita sul nostro passato; un rapinoso piano sequenza che insegue protagonisti, fallimenti e capolavori di un’epoca intera.  

Alfredo Bini(1926-2010) è stato un produttore cinematografico italiano. Ha lavorato con Pier Paolo Pasolini, Mauro Bolognini, Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard, Robert Bresson e Claude Chabrol.