Sullo scaffale. Il Sud sottobraccio agli scrittori in un saggio di Francesco de Core

Segnaliamo il saggio Un pallido sole che scotta. Da Africo a Napoli, viaggio nel cuore del Sud (Edizioni Spartaco). Ne è autore il giornalista Francesco de Core, che si fa accompagnare nel territorio del Meridione dall’ottima guida degli scrittori. Tra essi, immancabile, Pier Paolo Pasolini.

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Seguendo un itinerario orientato da scrittori, intellettuali, viaggiatori che negli anni hanno cercato di capire il Mezzogiorno, Francesco de Core, caporedattore del “Mattino”, va oltre gli stereotipi nel libro Un pallido sole che scotta. Da Africo a Napoli, viaggio nel cuore del Sud (Edizioni Spartaco).
Tra figure, paesaggi, cronache, dissonanze, impressioni, traccia un percorso che evidenzia tutte le contraddizioni del caso. Perché il Sud è appunto un nodo non risolto, un ossimoro, «un pallido sole che scotta», per dirla con un verso del poeta Attilio Bertolucci. Da Berto a Sciascia, da Gatto a Pasolini, il Meridione raccontato da Francesco de Core è amore e tormento, incisione profonda nella carne di un territorio dell’anima che poteva essere e non è, di una patria con troppe bandiere, un eterno purgatorio di attese tradite.

"Un pallido sole che scotta" di Francesco de Core. Copertina
“Un pallido sole che scotta” di Francesco de Core. Copertina

E’ un Meridione  che  si aggrappa al collo, stringe, morde. È paradiso e inferno e, se il primo lo si è ereditato, l’inferno lo si è messo su con le nostre mani. Un sud che è cammino della speranza – repressa dagli occhi e voluta con il cuore – che si fa in buona, ottima compagnia di scrittori e artisti, apolidi e icone di un’Europa smarrita. Da Pier Paolo Pasolini che si aggira tra le mura sbrecciate di Casertavecchia o da Albert Camus che si lascia abbagliare dai resti maestosi ed eterni di Paestum, il paese schiuma di rabbia con Giuseppe Berto sul suolo calabro violato e si ferma con pudore accanto a Leonardo Sciascia all’ingresso della Certosa di Serra San Bruno. Poi si tuffa nei versi di Alfonso Gatto, il coriaceo amante di Salerno e della divina costiera. A Marcianise, sulle orme di Roberto Saviano, sale sul ring nella fabbrica di campioni del maestro Domenico Brillantino: qui respira sudore e grinta, disciplina e sacrificio. Sembra soffocare nel corpo dilaniato di Napoli, con le lacrime di cenere di Giuseppe Montesano e i richiami a Elena Ferrante, Nicola Pugliese e Luigi Compagnone. Sullo sfondo il profilo rigoroso di un esule, Gustaw Herling.
Niente acquerelli, non solo fotografie in bianco e nero: nel lavoro di de Core le tracce più nitide sono quelle di un giornalista che oltre alla penna porta in valigia un’accetta affilata.