Sullo scaffale. “Il diaframma di stoffa” di Cinzia Nalin

Un nuovo libro arricchisce la bibliografia critica pasoliniana, già sterminata. Per la collana “FareMondi” di Europa Edizioni (Roma), è infatti uscito di recente l’agile saggio Il diaframma di stoffa, che si addentra, come si legge nel sottotitolo, nel possibile “significato degli abiti nella narrativa di Pier Paolo Pasolini”. Ne è autrice la studiosa veneziana Cinzia Nalin, che seleziona e interpreta il dettaglio degli indumenti di cui sono rivestiti i personaggi delle prose pasoliniane, come spie di significato da leggere in ottica anche antropologica oltre lo stretto confine letterario. Abiti rivestiti di sacralità per le figure del mondo contadino del Friuli o abiti già contaminati dalle mode americane per i pischelli delle borgate romane: abiti feticcio, comunque, che in quanto veicoli sostitutivi di una presenza in un’assenza  fanno emergere la dolorosa impossibilità dello scrittore-cineasta di condividere e possedere l’amata realtà dei giovani proletari.
La particolare angolatura tematica della pubblicazione completa un panorama di ricerche settoriali, nelle quali va rimarcato il libro di Paola Colaiacomo L’eleganza faziosa. Pasolini e l’abito maschile, edito da Marsilio nel 2007.

"Il diaframma di stoffa" di Cinzia Nalin. Copertina
“Il diaframma di stoffa” di Cinzia Nalin. Copertina