Sullo scaffale. “I luoghi del cinema” di Oscar Iarussi

Per Oscar Iarussi, critico cinematografico e letterario, responsabile Cultura e Spettacoli della «Gazzetta del Mezzogiorno», per cui tiene anche il blog “Tu non conosci il Sud”,  non esiste la parola location per dire il luogo in cui si sceglie di ambientare le scene di un film. Questo termine non si troverà, precisa subito nell’introduzione al suo ultimo libro Andare per i luoghi del cinema, edito nel 2017 dal Mulino. Perché lì appunto è chiamata in causa «la luce dei paesaggi e dei personaggi», e non una mera questione geografica. Nel libro è raccontata allora la capacità del cinema di straniare lo spazio e di giocare tra la realtà e la finzione. Un esempio per tutti: la Matera trasfigurata da Pasolini in Gerusalemme, perché, spiega Iarussi, secondo il regista la città dei Sassi era «salva dall’omologazione culturale e dalla mutazione antropologica che fa assomigliare i figli del popolo in piccolo borghesi».
Ma gli esempi sono numerosi in questo libro, pensato come un giro d’italia in dieci città che l’incantesimo della finzione esalta in luoghi di un immaginario destinato a durare, tra gli stracci epici del neorealismo e gli incantesimi visionari di Fellini, tra  la Roma della “Grande bellezza” e l’inferno di “Gomorra” a Scampia.
 (a.f.)

 Viaggio nei “Luoghi del cinema” di Oscar Iarussi
redazionale

www.ansa.it – 22 giugno 2017

Una geografia visionaria, una storia d’amore che rinasce sempre, un viaggio nel cinema italiano, nei suoi luoghi simbolo diventati set anche per le produzioni hollywoodiane. Oscar Iarussi, giornalista, nel Comitato esperti della Mostra di Venezia, ex presidente della Apulia Film Commission, traccia un itinerario tra passato e presente in un libro speciale, Andare per i luoghi del cinema (Il Mulino), in cui dieci città ci mostrano la bellezza e le contraddizioni della nostra storia, non solo cinematografica.
«Dieci tappe non sono molte, anzi, rispetto ai proverbiali mille campanili italiani. E mancheranno senz’altro dei titoli cari al cinefilo, di solito pugnace (siamo pronti al duello all’arma stanca)», spiega Iarussi. L’apertura è dedicata a Venezia, la Serenissima »ormai Inquietissima» dice l’autore, e al Lido con i suoi villini liberty e il suo grande albergo Des Bains dove Luchino Visconti ha ambientato Morte a Venezia, che «non è un film, è un mito», sottolinea Iarussi. E si chiude con Roma, «una specie di giungla tiepida, tranquilla, in cui ci si può nascondere bene», come la descrive Marcello Mastroianni nella Dolce vita ad Anouk Aimée.

"Andare per i luoghi del cinema" di Oscar Iarussi. Copertina
“Andare per i luoghi del cinema” di Oscar Iarussi. Copertina

Da Federico Fellini, che regna nel mitico Teatro 5 a Cinecittà, a La grande bellezza di Paolo Sorrentino «ambasciatore nel mondo dell’autolesionismo nirvanico made in Italy», Iarussi mostra bene come «tutti i film portino a Roma». Troviamo Anna Magnani nei panni di Pina che corre dietro al camion dei tedeschi che le portano via il marito in Roma città aperta di Rossellini, diventata un simbolo libertario. Così come alcune immagini di Caro Diario di Nanni Moretti, il suo arrivo in vespa all’idroscalo di Ostia dove fu assassinato Pasolini, sono vere e proprie icone. La carrellata di personaggi legati alla città eterna è infinita: da Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Carlo Verdone fino allo Jeeg Robot del premiatissimo esordiente Gabriele Mainetti, Iarussi ci regala tante microstorie nella storia e ci fa scoprire dettagli più o meno noti in questo viaggio che fa dei luoghi il punto di partenza e di arrivo di un itinerario pieno di sorprese.
In mezzo ci sono Torino – con il suo alone esoterico e la sua anima misteriosa, la sua avventurosa storia del cinema muto e la sua elezione a «scenografia gotica e visionaria per eccellenza» da parte di Dario Argento – che compie un salto di qualità nel 2000 con l’inaugurazione del Museo Nazionale del Cinema nella Mole Antonelliana. E poi Milano, borghesissima e proletaria sullo schermo, dove arrivano Totò e Peppino con i colbacchi russi e le sciarpe di pelliccia nel film Totò, Peppino e…la malafemmina di Camillo Mastrocinque. E ancora Bologna, Firenze, che troviamo in tanti film di matrice romanzesca, con il suo contemporaneo Inferno di Ron Howard. Palermo gattopardesca e del Nuovo cinema Paradiso, Napoli visionaria, con una filmografia vastissima da Totò a Gomorra. Fino a Bari che esordisce a pieno titolo fra le città del cinema con Polvere di stelle di Alberto Sordi nel 1973, capitale di Lamerica e della Apulia Film Commission, e Matera, capitale della cultura europea nel 2019, la terra di Rocco Scotellaro e Ernesto de Martino.