Sullo scaffale. “C’erano una volta le lucciole” di Pugliese e Rombolà

Nella prestigiosa sede del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, venerdì 21 ottobre, alle ore 17.30, si è tenuta la presentazione del libro C’erano una volta le lucciole … La profezia di Pasolini, scritto a quattro mani da Antonio Pugliese e Nicola Rombolà e uscito di recente per i tipi di Calabria Letteraria Editrice. L’iniziativa è stata inserita nel programma “Riflessioni di Scienza e Letteratura” organizzato dal “Centro internazionale scrittori della Calabria” in collaborazione con i Dipartimenti di Scienze Veterinarie e di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina. A relazionare, accanto agli autori,  è stata tra gli altri la docente Paola Radice Colace, (Presidente onorario del Cis e professore ordinario di Filologia Classica all’Università di Messina), autrice della prefazione al libro.
Sul libro, che rievoca la storia ecologica, sociale, antropologica, culturale e politica dell’Italia dagli anni Sessanta ai primi anni Settanta, illuminata dallo sguardo critico di Pasolini, pubblichiamo la scheda apparsa il 20 ottobre 2016 sul sito www.laprimapagina.it.

Pugliese e Rombolà: “C’erano una volta le lucciole … La profezia di Pasolini”
 redazionale

www.laprimapagina.it – 20 ottobre 2016

"C'erano una volta le lucciole ..", di Pugliese e . Copertina
“C’erano una volta le lucciole …” di Antonio Pugliese e Nicola Rombolà. Copertina

Il libro C’erano una volta le lucciole …, nato come saggio-racconto, recupera l’immagine simbolica delle lucciole a partire dall’articolo apparso sul “Corriere della Sera” il primo febbraio del 1975 e conosciuto come L’articolo delle lucciole (così come è stato intitolato dallo stesso Pasolini negli Scritti corsari).
Con Pasolini infatti questi coleotteri, appartenenti alla famiglia delle “Lamparidi”, sono entrati nell’immaginario collettivo con una carica evocativa e un fascino che non avevano conosciuto mai prima, perché assumono un significato simbolico dalla forte connotazione politico-culturale; ma, come è sottolineato dal prof. Pugliese nel suo saggio, sono anche sentinelle della salute dell’eco-sistema: con la scomparsa delle lucciole Pasolini prefigura anche il dramma della scomparsa della civiltà contadina. Il docente universitario, nelle doppia veste di scienziato e umanista (è Ordinario di Clinica Medica Veterinaria all’Università di Messina), si è cimentato nella descrizione del comportamento delle lucciole; in particolare egli si sofferma sulle cause che provocano la loro scomparsa, con una analisi di carattere ambientale ed ecologica. A sua volta, Nicola Rombolà, docente di discipline letterarie negli Istituti d’Istruzione Superiore, compie un excursus letterario ed evocativo sul significato e sul valore attuale dell’esegesi che Pasolini ha svolto fino alla tragica scomparsa,  in particolare negli Scritti corsari e nel postumo Lettere Luterane, dove emerge uno sguardo demistificante e radicale, con la definizione di alcune categorie semantiche e interpretative per comprendere la società della nostra contemporaneità, come “l’omologazione culturale”, “l’apocalisse e il genocidio culturale”,  “la mutazione antropologica” degli italiani e  “l’ideologia dei consumi” come nuovo potere politico e religioso.  In questo itinerario di un certo interesse letterario l’excursus sull’apparizione della lucciole nella letteratura italiana a partire dal Canto XXVI dell’Inferno in cui spicca la figura di Ulisse.
Preziosissima per la sua profondità culturale è poi la prefazione Se la terra comincia a morire di Paola Radice Colace,  in cui emergono la sensibilità classico-umanistica verso la natura e l’accorato appello al sacro rispetto delle creature per salvaguardarle dalla “civiltà suicida”. Il volume è poi sigillato dalla post-fazione di  Gaetano Bonetta (direttore del Dipartimento di Scienze filosofiche e Pedagogiche dell’Università di Chieti-Pescara), dal titolo emblematico Le lucciole non moriranno mai: siamo noi!.