Un PPP “Orfe’ Poeta” nel collage teatrale “Orfeo Millennium” di Duccio Camerini

Dopo il debutto del 16 gennaio , è in scena fino a domenica 25 al Teatro di Tor Bella Monaca di Roma lo spettacolo  Orfeo Millenium, che si rifà all’antico mito di Orfeo, il musico e poeta che sfida le tenebre del regno dei morti per riportare in vita l’amata Euridice ma che la riperde per eccesso di passione.  Ora quel mito immortale rivive in chiave contemporanea in questo allestimento, che è concepito come una sequenza “a collage” di sei brevi pièces teatrali, impaginate in un unico spettacolo. La rappresentazione nasce dall’opera Lo Sguardo di Orfeo di Maricla Boggio, su progetto artistico di Consuelo Barilari, ed è realizzato dal Festival dell’Eccellenza al Femminile di Genova in collaborazione con il Tor Bella Monaca.
Quanto ai sei tasselli, già i titoli segnalano la varietà delle tematiche e dei punti di vista affrontati, ma cementati dal collante comune di un interrogativo sul confine tra la vita e la morte: sono infatti Orfè il poeta, omaggio a Pier Paolo Pasolini; Eracle, omaggio a Euripide e alla sua Alcesti; Lazzaro, cammeo sull’amore di Cristo e la resurrezione; Marco e Giorgia, ispirato a un fatto di cronaca, in cui un moderno Orfeo si perde nel mondo delle discoteche e della droga; Epilogo, sulla conciliazione, ma anche sulla noiosa felicità di essere eternamente insieme; La scelta, sull’amore etero e l’amore trans, per una storia di coming out collettivo nel mondo effimero di paillettes e travestimenti del varietà.

"Orfeo Millennium". Un quadro
“Orfeo Millennium”. Un quadro

I sei Orfeo, dunque, sono riletti in chiave contemporanea  e soprattutto, secondo le intenzioni degli autori di questa scena sfaccettata e corale, sono immessi  nei luoghi simbolo dei giovani del terzo millennio e nella realtà delle loro nuove urgenze. Tra essi, in significativa apertura del mosaico, c’è un Pasolini Orfe’ Poeta, che, tradito dall’amico Riccio e brutalmente ucciso, si congeda dalla vita senza aver trovato nessuna Euridice. E tuttavia restano i suoi versi, con cui l’Angelo risarcisce il cantore morente della disperata vitalità. Per questo tassello lancinante, su testo di Maricla Boggio  e per la regia Duccio Camerini, sono in scena, con lo stesso  Camerini, anche Barnaba Bonafaccia, Simone Bobini, Nicola Sorrenti, Marco Damiano Minandri e Matteo Micheli.
Da ricordare infine anche gli altri tre registi che si giostrano tra i sei episodi: Consuelo Barilari, David Gallarello e Marco Avogadro.