Un libro di Pino Corrias per la mappa dei luoghi-simbolo d’Italia, come Ostia teatro del delitto PPP

Nel suo ultimo libro, Nostra incantevole Italia (Chiarelettere), il giornalista e  scrittore Pino Corrias racconta i luoghi che hanno cambiato la storia e l’immaginario dell’Italia. Un libro, dice, che è «la mappa del mio viaggio nell’incantevole Italia di ieri e di oggi… una geografia che prova a mettere ordine nel disordine della nostra storia».Tra i luoghi che hanno fatto la storia italiana degli ultimi settant’anni c’è  anche l’Idroscalo di Ostia, in cui si consumò la morte di Pasolini nella data-spartiacque del 1975.
Sul  sito www.illibraio.it  è possibile leggere  un estratto dell’introduzione al libro, che disegna la mappa del passato prossimo italiano attraverso alcuni luoghi che ne recano le tracce concrete e simboliche, al bivio tra commedia e tragedia.

Quanto è bella e dolorosa la “Nostra incantevole Italia”: il nuovo libro di Pino Corrias
redazionale

www.illibraio.it – 25 gennaio 2018

“Questo libro è la mappa del mio viaggio nell’incantevole Italia di ieri e di oggi … una geografia che prova a mettere ordine nel disordine della nostra storia”. Ci sono luoghi rimasti nella memoria collettiva del nostro paese, legati a eventi che ne hanno marchiato la nostra storia. Luoghi artistici, scene del crimine, ville private e luoghi che non esistono sono al centro dell’ultimo libro dello scrittore e giornalista romano Pino Corrias, già autore, tra gli altri, di Dormiremo da vecchi (Chiarelettere), Vita agra di un anarchico. Luciano Bianciardi a Milano (Feltrinelli) e dei racconti Disordini sentimentali (Mondadori). Nostra incantevole Italia (Chiarelettere) ripercorre settant’anni di storia italiana, coniugando cronaca e politica, per svelare aspetti ancora sconosciuti o ignorati.

"Nostra incantevole Italia" di Pino Corrias. Copertina
“Nostra incantevole Italia” di Pino Corrias. Copertina

Dal Vajont al Lingotto, da Cogne a Vermicino, da Via Fani a piazza Fontana; c’è Ostia e l’ultima cena di Pasolini nella ricostruzione di Ninetto Davoli, le ville di Arcore, di Gelli e quella di Grillo, Sant’Ilario e Sanremo. Non mancano i luoghi sporchi di sangue, come Provenzano e la strage dei Capaci, Cogne, L’Aquila, fino ad arrivare a Lampedusa e a quel sangue che non si vede solo perché è inghiottito dal mare. Con il taglio giornalistico che lo contraddistingue, Corrias traccia una carta d’identità degli italiani, guidando il lettore tra le storie e i personaggi carichi di mistero e curiosità, tra tragedia e commedia, misteri e svelamenti. Con l’intenzione di non farci mai smettere di interrogarci, «nella speranza un giorno di rimettere l’Italia con la testa in su».
Ecco un compendio dei luoghi nominati: Portella della Ginestra e la strage mafiosa; il Vajont; il Teatro Ariston di Sanremo;  piazza Fontana; Ostia e l’omicidio di Pasolini; viale Mazzini; Vermicino e il piccolo Alfredo; via Fani e il sequestro di Moro; il Lingotto della Fiat; il Pio Albergo Trivulzio e l’inizio di Tangentopoli;  Capaci e la morte di Falcone; Arcore e Berlusconi;  Pontida e Bossi; Cogne;  L’Aquila; casa Prodi e l’avvio dell’Ulivo; Lampedusa; Sant’ilario e la villa di Grillo; il Lungotevere di Dagospia; Cinecittà; il Quirinale.

[info_box title=”Pino Corrias” image=”” animate=””]giornalista e scrittore, è stato inviato speciale del quotidiano «La Stampa». Oltre ai libri  Luoghi comuni: dal Vajont a Arcore, la geografia che ha cambiato l’Italia (Rizzoli 2006) e L’illusionista (con Renato Pezzini e Marco Travaglio, Chiarelettere, 2012),  ha pubblicato Vita agra di un anarchico (Baldini e Castoldi, 1993), Colpo grosso, (con Curzio Maltese e Massimo Gramellini, Baldini e Castoldi, 1994), Ghiaccio Blu (Baldini e Castoldi, 1999). Ha lavorato come sceneggiatore (Ultimo e Distretto di polizia); per Raidue ha condotto con Renato Pezzini l’inchiesta in quattro puntate Mani pulite; ha prodotto La meglio gioventù, regia di Marco Tullio Giordana, e De Gasperi, regia di Liliana Cavani. Oggi è dirigente Rai, si occupa di fiction, collabora al quotidiano «La Repubblica» e al settimanale «Vanity Fair». Vive e lavora a Roma.[/info_box]