“Pupattole”. A Bologna un omaggio teatrale a Laura Betti

Al Teatro delle Moline di Bologna (via delle Moline 1), dal 22 al 24 gennaio 2016, tre repliche per un nuovo spettacolo pensato come anticonvenzionale ricordo di Laura Betti, amica di Pasolini, musa del suo teatro e icona del suo cinema. Sulla partitura del romanzo  autobiografico Teta Veleta, il lavoro si intitola Pupattole. L’identità, verso sera, fa male, per la regia di Francesca Ballico, che ne è anche interprete accanto a due compositrici, la cantante-attrice Luisa Cottifogli e la bassista Camilla Missio  (produzione Ca’ Rossa, residenza ERT Fondazione – Arena del Sole). Qui di seguito la scheda diffusa in www.arenadelsole.it per uno spettacolo che si preannuncia innervato da una vena di irriverente e dolorosa deformazione grottesca, che sarebbe stata gradita all’artista cui il lavoro è idealmente dedicato.

Pupattole
L’identità, verso sera, fa male
scherzo di teatro e musica dedicato a Laura Betti

Teatro delle Moline, via delle Moline 1
22-23-24 gennaio 2016
(venerdì 20.30, sabato 20.00, domenica 16.30)

con Francesca Ballico, Luisa Cottifogli (canzoni) e Camilla Missio (basso e contrabbasso)
regia Francesca Ballico
luci Luigi Serman
suoni Vincenzo Scorza
organizzazione Maurizio Sangirardi
produzione Ca’ Rossa
residenza Emila Romagna Teatro Fondazione -Arena del sole
con il contributo di Comune di Bologna e Regione Emilia Romagna

"Pupattole" di Francesca Ballico.Immagine
                                           “Pupattole” di Francesca Ballico, a sx  nell’immagine

Lo spettacolo nasce da Teta Veleta, una fantasia autobiografica di Laura Betti dalle forti marcature espressionistiche. La vena ironica e dissacrante travolge ogni dato esperienziale, in una ricerca linguistica fortemente teatrale. I monologhi incastonati nel racconto conservano le tracce dei personaggi interpretati mescolando il repertorio al vissuto in un susseguirsi di iperboli e provocazioni. Tutto è ingigantito, filtrato da un’ottica deformante che stravolge la narrazione ed enfatizza i particolari del reale fino a trascinare notabili esponenti della cultura italiana in una parata di maschere circensi. Prevale l’elemento onirico sempre filtrato da una caustica provocazione che non teme l’osceno e non risparmia gli affetti familiari, il legame con Pasolini, la cultura, il grande cinema. C’è l’infanzia nella Bologna fascista, la Roma del boom economico e del Parnaso letterario, la liberazione sessuale femminista in un delirio priapico e carnascialesco.
Ma sotto il gioco tutto teatrale dei travestimenti, tra le pieghe parodiche delle canzoni e gli sberleffi del varietà, serpeggia costante l’elemento tragico, il senso irrimediabile di un lutto. Un dolore profondo che frantuma l’identità e chiama la maschera per sopportarlo. Rimane sola una pupattola dilaniata che si ostina a ricucire i resti di un corpo straziato dalla violenza qualunquista. Come testimoniano le pagine sulle tracce del poeta scomparso che segnano una lacerante, ineluttabile separazione.
Lo spettacolo, per la regia di Francesca Ballico, segue lo stile del romanzo nelle sue deformazioni con rapidi passaggi tra grottesco e poetico, ironia e commozione. La scena sarà essenziale, tesa ad amplificare la sonorità del linguaggio. La cura musicale è affidata a due compositrici, la cantante-attrice Luisa Cottifogli e la bassista Camilla Missio, che rivisiteranno le canzoni in una linea sperimentale che non rifugge il melodico, ma lo traspone in contaminazioni di jazz, musica contemporanea e tradizione italiana. La formazione femminile diventerà così specchio rifratto dell’io narrante, scomposto nei personaggi delle ballate per un’irriverente carrellata italiana: dalla sciantosa all’eterna  bambina, fino alle dolenti figure pasoliniane.

Lo spettacolo è inserito nel cartellone del progetto Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna settembre 2015 – marzo 2016 / Progetto speciale promosso da Comune di Bologna e Fondazione Cineteca di Bologna,  nell’ambito delle iniziative Pasolini 1975/2015 riconosciute dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

[idea]Info[/idea] t o51.2910 910
www.arenadelsole.it
biglietteria@arenadelsole.it

[info_box title=”Laura Betti” image=”” animate=””]al secolo Laura Trombetti, fu cantante, attrice per il cinema e il teatro. Dopo una breve esperienza nel cabaret a metà anni Cinquanta in coppia con Walter Chiari, partecipò al recital Giro a vuoto (1960), con brani ispirati ai testi di letterati celebri come Buzzati, Calvino, Flaiano, Bassani, Moravia, oltre che di Pasolini al quale più tardi la legherà un sodalizio indissolubile.
A teatro interpretò Arthur Miller e Brecht. All’inizio degli anni Sessanta divenne popolare interpretando con Paolo Poli la coppia di cantastorie che intonavano brechtianamente La ballata del pover’uomo, che scandiva gli episodi dello sceneggiato televisivo, per la regia di Edmo Fenoglio, Tutto da rifare, pover’uomo.
Il giro di boa della sua carriera coincise con la conoscenza di Pier Paolo Pasolini, che l’avrebbe diretta ne La Ricotta prima, poi nell’opera teatrale Orgia e in Teorema, film per il quale l’attrice si aggiudicò la Coppa Volpi come miglior attrice al Festival del Cinema di Venezia. Sempre sotto la regia di Pasolini, nel 1974 girò I racconti di Canterbury. Dai testi di Pasolini trasse un LP nel 1968, Potentissima signora. Lavorò anche con Bernardo Bertolucci in Novecento e Mario Monicelli in Viaggio con Anita.
Gli ultimi anni di vita li ha dedicati a curare il Fondo istituito nel nome di Pasolini che, in seguito a donazione, ha dato avvio nel 2003 al Centro Studi-Archivio Pasolini della attuale Fondazione Cineteca di Bologna. Nel 1996 riuscì a mettere in scena un recital di poesie e testi pasoliniani dal titolo Una disperata vitalità e, nel 2001, a realizzare il film in memoria Pier Paolo Pasolini. La ragione di un sogno.
Morì  il 31 luglio 2004, all’età di 77 anni, per le conseguenze di un’obesità trascurata che la affliggeva da anni. Nel novembre 2015 il Teatro Comunale di Casalecchio sul Reno (suo luogo di nascita) è stato a lei intitolato.[/info_box]