“Pasolini Roma”: parte da Barcellona la mostra curata da Bergala, Ballo e Borgna

PASOLINI ROMA: parte da Barcellona la mostra curata da Bergala, Ballo e Borgna
dal 23 maggio al 15 settembre 2013

Quello di Pasolini è un grande amore per Roma. Tanto che tutto il suo lavoro è stato costruito intorno alla figura e alla passione che questa città trasmette. Nelle sue poesie, i suoi scritti e i suoi film si respira questo rapporto che ha trasformato la città. È stata modificata e riconfigurata la capitale italiana con un lavoro rimasto incompiuto dopo il suo assassinio. Ora questa mostra aiuta ad approfondire il mito e a scoprire quanto sia importante questo riferimento non solo geograficamente, ma nei suoi film e nel suo lavoro artistico e letterario.
La mostra sarà visibile dal 22 maggio al 15 settembre 2013, dal martedì alla domenica dalle 11:00 alle 20:00. Ingresso a pagamento 6 euro.

Curatori: Alain Bergala, Jordi Ballo, Gianni Borgna

Dal 23 maggio al 15 settembre 2013, il Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona presenta la mostra PASOLINI ROMA, che ricostruisce il rapporto dello scrittore e regista italiano con la città di Roma, analizzando tutti gli aspetti dell’opera e della vita di Pasolini: la poesia, la politica, l’impegno per la vita della città, il sesso, l’amicizia e il cinema.
PASOLINI ROMA sarà suddivisa in sei sezioni cronologiche che corrispondono a sei fasi della vita e delle creazioni artistiche di Pier Paolo Pasolini, apertasi con il suo arrivo a Roma il 28 gennaio 1950 e chiusa il 2 novembre del 1975, quando il suo corpo senza vita è stato trovato vicino Ostia.
Per Pasolini, Roma non era solo uno sfondo o un posto dove vivere. Roma aveva un fisico, carnale, passionale esistenziale. L’incontro con Roma è stato, per l’artista, come una grande storia d’amore con le sue delusioni, i suoi sentimenti contrastanti di amore e odio, e le fasi di attrazione, di rifiuto e di straniamento.
Per il Pasolini analista dell’evoluzione della società italiana, Roma era il suo osservatorio principale, il suo costante campo di studio, di riflessione e di lotta. Le trasformazioni della città hanno informato la sua analisi delle variazioni dell’Italia e degli italiani negli anni sessanta e settanta.
C’è una Roma prima e una Roma dopo Pasolini. I suoi articoli e film hanno creato un nuovo immaginario collettivo riferito alla città di Roma. Pasolini non si è accontentato di usare la città come sfondo per i suoi romanzi e film; ha “ricreato” Roma con la sua letteratura e il suo cinema. Come un grande inventore, ha ideato un nuovo mito per questa città e per la politica del Vaticano, i suoi quartieri e i suoi abitanti.
La mostra PASOLINI ROMA è un progetto condiviso dal CCCB , la Cinémathèque française di Parigi, l’ Azienda Palaexpo-Palazzo delle Esposizioni di Roma e il Martin-Gropius-Bau di Berlino. Pasolini Roma è un progetto selezionato, valutato e finanziato dalla Commissione Europea a rappresentare l’europea e transnazionale natura e attualità dell’opera di Pasolini.

Barcellona, Centro di Cultura Contemporanea: dal 23 Maggio al 15 Settembre 2013
http://www.cccb.org/en/exposicio-pasolini_roma-43159
Parigi, Cinémathèque française: dal 14 Ottobre 2013 al 27 Gennaio 2014
Roma, Palazzo delle Esposizioni: dal 3 marzo 2014 al 8 giugno 2014
Berlino, Martin Gropius BAU: dall’11 settembre 2014 al 5 gennaio 2015

La mostra presenta manoscritti originali di sceneggiature, storyboard, poesie, romanzi, saggi e articoli, corrispondenza con gli amici e gli altri intellettuali e artisti, disegni e dipinti di Pasolini, brani tratti dai suoi film, interviste e documentari, fotografie, mappe di Roma, installazioni, ecc . Esso comprende anche opere di vari pittori (Mario Mafai, Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Giuseppe Zigaina, Renato Guttuso, Filippo De Pisis e Giorgio de Chirico), artisti che erano particolarmente cari all’autore e menzionati nel corpo del suo lavoro.

[idea]CCCB – Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona
Montalegre, 5 – 08001 Barcellona
Tel. 93 306 41 00 – Fax 93 306 41 01 – info@cccb.org[/idea]

Cronologia

1950-1954
Pasolini arrivò a Roma con la madre Susanna nel gennaio del 1950, senza risorse né occupazione. Il giovane poeta era stato espulso dal corpo insegnanti della scuola pubblica e dal Partito comunista per la denuncia di “atti osceni con adolescenti” avvenuti a Ramuscello, nel Friuli della sua infanzia, nel Nord Italia. Accusa dalla quale venne in seguito scagionato. Pasolini e la madre vissero il primo periodo provvisoriamente presso una famiglia di amici dello zio, nel centro della città, ma presto si trasferirono in un quartiere povero vicino al carcere di Rebibbia. Pasolini iniziò poi a lavorare come insegnante per un salario miserabile. Oscillò a lungo tra la disperazione e l’entusiasmo, vivendo un periodo di povertà, allietato solamente dall’impressione esultante della “Roma divina”. Pasolini conobbe direttamente la popolazione emarginata delle borgate, la sua lingua e sottocultura, la sua vitalità. Un mondo sconosciuto che sarebbe poi diventato la principale fonte di creazione letteraria e cinematografica. Qui scoprì la libera e immediata sessualità dei ragazzi di Roma. In compagnia dello scrittore Sandro Penna frequentò gli argini del Tevere, uno dei suoi punti simbolici e poetici di riferimento.

1955-1960
Con la pubblicazione di Ragazzi di vita, nel 1955, Pasolini fa il suo rumoroso ingresso negli ambienti della vita intellettuale e artistica di Roma. Con questo dirompente romanzo porta nella letteratura italiana lo slang delle strade, delle puttane della borgate, il loro dialetto romanesco. Il libro provoca uno scandalo e gli costa un processo per oscenità, nel quale la cerchia degli scrittori lo difendono.
Inizia a lavorare sulle sceneggiature per i film di Soldati, Fellini, Bolognini e altri. Ha avuto modo di conoscere le persone che sarebbero diventate i suoi amici migliori: Alberto Moravia e Elsa Morante. Incontra Laura Betti, cantante e attrice, che rimarrà con lui per tutta la vita (e anche oltre), recitando in film e spettacoli teatrali, e divenendo il perno della sua vita sociale a Roma. Il miglioramento delle sue finanze gli permette l’acquisto della sua prima auto e l’abbandono della residenza presso Rebibbia per trasferirsi a Monteverde, dove si stabilì nel 1954.

1961-1963
Pasolini, all’età di 39 anni, realizza il suo primo film, Accattone, pur non avendo alcuna conoscenza della tecnica cinematografica. La narrazione del mondo delle borgate romane prosegue poi con Mamma Roma (1962), di cui è protagonista la grande attrice Anna Magnani. La “trilogia romana” (Accattone, Mamma Roma e La ricotta), è il prodotto dell’amore che Pasolini prova per il sottoproletariato al quale egli ha dato voce nei suoi primi romanzi, donando nel panorama del cinema italiano una voce lirica ai quartieri di Testaccio, Pigneto, Tuscolana e Parco degli Acquedotti.
La ricotta, girato nell’ultimo scorcio del 1962, finisce al centro di un processo per oltraggio alla religione. Da questo momento fino al suo assassinio, Pasolini conosce Roma anche attraverso le sue aule di tribunale: subisce 33 processi, con cui critici e oppositori hanno tentato di mettere a tacere la sua analisi della realtà e la sua voce controversa.
Durante le riprese di La ricotta incontra un giovane borgataro, Ninetto Davoli, apprendista falegname, che diventerà il grande amore della sua vita.

1963-1966
Pasolini lascia il centro di Roma per l’EUR, un tranquillo quartiere residenziale sorto nel periodo del ventennio fascista, dove nei primi mesi del 1963 ha acquistato un appartamento.
Gira Uccellacci e uccellini (1965-1966), interpretato da Totò e Ninetto Davoli; il film ha come scenario ancora le periferie romane ed è per lui l’occasione di esplorare ancora ciò che sopravvive della campagna romana a metà degli anni Sessanta.
A quest’epoca la vita di Pasolini continua ancora a ruotare attorno a Roma, anche se ha inizio un progressivo allontanamento dalla capitale verso il Sud Italia (in cui gira Il Vangelo secondo Matteo, 1964), e fuori dall’Italia per il Sud del mondo: l’India, in cui viaggia con Moravia nel 1961, e l’Africa.
Nel marzo 1963, Pasolini inizia la lavorazione di Comizi d’amore, film frutto di interviste da Nord a Sud Italia a intellettuali e gente comune, su un tema scottante per l’epoca e per un Paese con una forte identità “clericale”: quello del sesso. Le riprese lo portano a Milano, Palermo, Modena, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Catanzaro.
Il Vangelo secondo Matteo, dedicato a Papa Giovanni XXIII, provoca diverse polemiche al Festival di Venezia, pur ricevendo il premio speciale della giuria. Pasolini aveva sperato nel Leone d’Oro che venne invece vinto da Deserto rosso di Antonioni.

1966-1973
Una notte di marzo del 1966, Pasolini viene ricoverato d’urgenza in ospedale a causa di una emorragia causata da un’ulcera. Durante la convalescenza, scrive le sei tragedie che rappresentano il corpus del suo lavoro per la scena teatrale. Quel periodo segna anche l’inizio del suo disincanto nei confronti di Roma. Pasolini inizia ad osservare gli effetti deleterie della società dei consumi; vede la corruzione del sottoproletariato romano, lo sgretolarsi della sua cultura, sulla quale lui aveva costruito gran parte della sua opera letteraria e cinematografica. Pasolini matura sempre più l’idea che tutta Italia stesse diventando piccolo borghese, con l’eccezione forse di Napoli, unica città che a suo dire non era ancora cambiata. Viene profondamente colpito dalla morte di Totò , che da Uccellacci e uccellini era stato la fonte della vena umoristica dei suoi film e cortometraggi.
Nel 1971, Davoli annuncia il suo matrimonio e Pasolini cade in una profonda depressione. In questo periodo di disillusione generale, l’unica tregua è l’incontro con Maria Callas, alla quale nel 1969 affida il ruolo principale nel film Medea e con la quale nasce una relazione unica e profonda di amore e amicizia.
Tra il 1970 e il 1974, gira la Trilogia della vita, nella speranza di ricreare l’innocenza pagana perduta dalle classi popolari che aveva tanto amato al suo arrivo a Roma. Per dar vita e luoghi al Decameròn sceglie la Campania, la campagna inglese per I racconti di Canterbury, ed Egitto, Yemen, India, Eritrea, Afghanistan e Nepal per realizzare Il fiore delle Mille e una notte.
Parigi diviene un centro di gravità della sua vita intellettuale. Pasolini entra in dialogo con i più importanti intellettuali francesi dell’epoca: Jean-Paul Sartre, Roland Barthes, Christian Metz e Jean-Luc Godard .

1974-1975
Pasolini conosce un periodo di creatività. Vive fra due case né troppo lontano né troppo vicino a Roma, che continua a essere il suo centro di gravità. Una in campagna, in una zona selvaggia tra Viterbo e Orte, la Torre di Chia, l’altra vicino al mare, a Sabaudia, condivisa con il suo amico Alberto Moravia. Si tratta di residente a lungo sognate da Pasolini, come un ritiro dalla vita di Roma per scrivere, dipingere e riposare nelle pause tra le sue attività artistiche.
Le due grandi opere di questo periodo sono il romanzo Petrolio, rimasto incompiuto, e Salò, uno dei film più estremi della storia del cinema. In Petrolio, Pasolini ritrovò un po’ del fascino provato per Roma, pur segnalandone in diversi passaggi cruciali della narrazione proprio la trasformazione subita dalla città nei decenni precedenti.
Per le riprese di Salò Pasolini ricevette minacce di morte; vengono rubate le “pizze” dei negativi del film e non mancano anche pressioni politiche per ostacolarne l’uscita che Pasolini non poté mai vedere. Nelle prime ore del 2 novembre 1972, il suo corpo viene trovato, barbaramente assassinato, presso il litorale di Ostia. Ad oggi non c’è una verità su quanto successo quella notte; l’unico condannato per la morte, il “ragazzo di vita” Pino Pelosi, ha fornito una versione dei fatti in cui molti aspetti restano oscuri.

[idea]CCCB – Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona
Montalegre, 5 – 08001 Barcellona
Tel. 93 306 41 00 – Fax 93 306 41 01 – info@cccb.org[/idea]

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Pasolini presso il Laboratorio
Organizzato dal Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona

Programma
In concomitanza con la mostra Pasolini Roma, presentiamo una Sessione speciale che esplora i modi in cui l’artista italiano ha incorporato il concetto di sperimentazione nel suo lavoro. Amante di eterodossia e di generi misti, in grado di conciliare la cultura alta e bassa e interessato agli emarginati, alle lingue minoritarie e ai generi minori, Pasolini ha avvicinato la cultura come una sorta di laboratorio. La sessione includerà un workshop e una discussione intorno all’artista e alla sua opera.

Traduzione di Angela Molteni