“Pasolini e il teatro” a Cividale del Friuli, mercoledì 17 luglio 2013 alle ore 12.00

Cividale del Friuli (Ud)
Caffè San Marco
Mercoledì 17 luglio 2013 – ore 12.00

Mercoledì 17 luglio alle ore 12.00, in coda alla conferenza stampa di presentazione dell’ultima produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Mittelfest, Una giovinezza enormemente giovane su testo di Gianni Borgna ispirato agli scritti di P.P. Pasolini, i curatori del volume Stefano Casi, Angela Felice e Gerardo Guccini presenteranno il volume Pasolini e il teatro, terzo tassello della collana “Pasolini.Ricerche” edita da Marsilio, che presenta il frutto delle ricerche scientifiche emerse dal convegno del novembre 2010, come ogni anno proposto dal Centro Studi Pasolini di Casarsa della Delizia.

Dalla quarta di copertina 
Un teatro di parola, di poesia, di idee, ma anche un teatro di corpi, di passioni, di macerie… È il teatro di Pasolini, che arriva a noi con tutto il suo mistero e la sua capacità di inquietare, affascinare e interrogare il presente. Una produzione drammaturgica coltivata fin dall’adolescenza, nutrita negli anni friulani e poi sbocciata con la creazione delle sei tragedie iniziate nel 1966 e con una riflessione teorica spiazzante, che si impone nel Manifesto per un nuovo teatro del 1968. Questo volume, sollecitato da due convegni promossi a Casarsa della Delizia (Centro Studi Pier Paolo Pasolini) e a Bologna (Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini-Cineteca e Cimes-Università degli Studi), presenta le riflessioni di un nutrito gruppo di studiosi attorno a questi temi, evidenziando le origini del teatro di Pasolini, le specificità della sua opera tragica, le raffinatezze della sua teoria, le complessità degli intrecci fra il suo teatro e il suo cinema, le intersezioni con altri autori. E raccoglie gli stimoli di registi che, dopo Pasolini, hanno dimostrato la fertilità e l’attualità di quella drammaturgia. Un’ampia panoramica concettualmente rimeditata, che contribuisce a far chiarezza sull’originalità del teatro pasoliniano, ne riposiziona il significato dentro l’opera dell’autore, nel contesto del suo tempo e del nostro, ne illumina il potenziale di rappresentabilità sempre aperta al futuro.

"Pasolini e il teatro" (Ed. Marsilio), lo svolto di copertina
“Pasolini e il teatro” (ed. Marsilio), lo svolto di copertina

Lo spettacolo Una giovinezza enormemente giovane, debutterà in prima assoluta al Mittelfest giovedì 18 luglio presso il Teatro Ristori, alle ore 20.30, realizzato anche grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste, con protagonista Roberto Herlitzka, uno degli interpreti di più intenso e misterioso spessore drammatico della scena italiana, su testo originale di Gianni Borgna, direttamente ispirato alle opere di Pasolini, che l’autore ha personalmente conosciuto e frequentato, e sotto la direzione di Antonio Calenda.

Uno spettacolo singolare, costruito attorno a un monologo presago, quasi divinatorio che da un lato fa omaggio al pensiero di Pier Paolo Pasolini attraverso l’evocazione della sua opera letteraria e poetica, e dall’altro sancisca la grande capacità profetica dello scrittore, sul piano sociale e politico.
Il progetto che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia costruisce su Pier Paolo Pasolini, si sviluppa attorno a questo nucleo concettuale, all’idea – condivisa dall’autore Gianni Borgna e dal regista Antonio Calenda, di riflettere, attraverso le parole di Pasolini, sul mondo attuale, che egli aveva in qualche modo già intuito e adombrato nei suoi scritti. Ne nasce una messninscena rievocativa ma anche profondamente evocativa della sua capacità di “vedere politicamente” la società ed i suoi mutamenti.
Un “vedere politicamente” di cui l’autore del monologo Gianni Borgna, è un vero testimone culturale. Egli infatti – da segretario della FIGC romana – ebbe modo di essere molto vicino a Pasolini, di conoscerlo direttamente, di sperimentare la generosità con cui si dedicava ai giovani di sinistra, nei quali ravvedeva il virgulto di una realtà allora in forte divenire. Successivamente Borgna – che ha ricoperto la carica di Assessore alla Cultura del Comune di Roma per 12 anni ed è stato anche presidente dell’Auditorium della Musica nella capitale – si è dedicato con profonda attenzione allo studio della figura e del pensiero pasoliniano, di cui è profondamente competente (basti ricordare il saggio firmato a quattro mani con Adalberto Baldoni Una lunga incomprensione. Pasolini fra destra e sinistra e il suo impegno, recentemente, nel far riaprire il caso sulla morte dell’intellettuale presso la Procura della Repubblica di Roma).
E proprio dalla sua morte – sempre rimasta oscura – Antonio Calenda trae ispirazione per l’incipit dello spettacolo: rumori, un abbiaiare di cani, un corpo a terra. Un’immagine forte che segnerà lo spettacolo e da cui il protagonista avvia il propio monologare. Come se Pasolini stesso fosse testimone della propria fine e in quel misterioso istante, si lasciasse andare a un flusso di riflessioni sul mondo che ha lasciato e sulle sue evoluzioni di cui non potrà più essere testimone critico e acuto, pur avendole intuite: l’immagine di una Roma così diversa dalla sua, città multietnica, con l’idea che il bene più grande sia la ricchezza, che la storia e la cultura non possano essere che quelle borghesi… Temi con cui oggi quotidianamente ci confrontiamo, confliggiamo e che il suo pensiero, la sua ricchezza poetica, ci insegnano ancora ad attraversare con la necessaria consapevolezza.
I riferimenti a tale pensiero pasoliniano, e al corpo della sua opera letteraria pervaderanno dunque il monologo, che Antonio Calenda ha scelto di affidare a Roberto Herlitzka, uno degli interpreti di più intenso, misterioso spessore poetico e drammatico della scena italiana. Un attore che già nell’aspetto morfologico evoca un’appartenenza al mondo pasoliniano e che con lo Stabile del Friuli Venezia Giulia ha grande intrinsecità: è infatti uno dei professionisti di riferimento, protagonista di alcuni fra i momenti più alti dell’attività di produzione (ricordiamo almeno i premiati ruoli di protagonista in spettacoli come La Mostra di Claudio Magris, Re Lear di Shakespeare).
Una giovinezza enormemente giovane così concepita dallo Stabile del Friuli Venezia Giulia, ha debuttato in prima mondiale nell’ambito di Mittelfest 2013, sancendo – nel nome di un intellettuale che tanto significativo è stato per il Friuli – una sinergia fra due eccellenze culturali della regione. (dal sito internet de Il Rossetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia)