“L’ultima intervista di Pasolini” al Teatro Vascello di Roma (5-15 marzo 2015)

Al Teatro Vascello di Roma, diretto da  Manuela Kustermann, approda dal 12 al 22 febbraio 2015 la rassegna “Teatri Uniti”,  spazio riservato ad alcune significative produzioni che incrociano esperienze teatrali e cinematografiche della compagnia napoletana “Teatri uniti” diretta da Toni Servillo.
Dal 5 al 15 marzo, tra le proposte successive della stagione del Vascello va segnalato anche lo spettacolo
Siamo tutti in pericolo. L’ultima intervista di Pier Paolo Pasolini, per la regia di Daniele Salvo, sulla traccia dell’ultima intervista rilasciata da Pasolini al giornalista Furio Colombo  il 1^ novembre 1975.
Sull’incrocio tra la fucina del Teatro Vascello e la storica esperienza napoletana dei “Teatro uniti”, pubblichiamo una scheda di Maria Vittoria De Matteis. A seguire una descrizione dello spettacolo dedicato a Pasolini, come compare sul sito del teatro romano, da sempre contrassegnato dall’attenzione  alla scena di ricerca e di sperimentazione.

Teatri uniti. Manifesto
Teatri uniti. Manifesto

  di Maria Vittoria De Matteis
www.rainews.it – 8 febbraio 2015

Il Teatro Stabile d’innovazione “Vascello rewolution” propone un focus per tante storie di teatro raccontate sulla scena e dietro le quinte del percorso ultraventennale che ha portato l’ensemble “Teatri uniti” a ricercare e condividere nel tempo esperienze d’arte in mezzo mondo.
“Teatri uniti” nasce a Napoli nel 1987 dall’unione di Falso Movimento, Teatro dei mutamenti e Teatro studio di Caserta, tre formazioni che avevano profondamente caratterizzato il panorama teatrale italiano ed internazionale a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, con produzioni acclamate in Europa e negli Usa. A partire dai tre registi fondatori Mario Martone, Toni Servillo e il compianto Antonio Neiwiller, “Teatri uniti” si configura come un laboratorio permanente per la produzione e lo studio dell’arte scenica contemporanea. Intrecciando in maniera innovativa il linguaggio propriamente teatrale con quello della musica, delle arti visive, del cinema, “Teatri uniti” ha realizzato, oltre all’allestimento di testi classici e contemporanei sui più prestigiosi palcoscenici di quattro continenti, alcuni significativi film indipendenti, presentati con successo nei principali festival internazionali. L’attività di “Teatri uniti”, oltre all’affermarsi di individualità artistiche di spicco come Licia Maglietta e Andrea Renzi, ha visto la partecipazione creativa di numerosi autori e artisti.
Il teatro romano Il Vascello diretto da Manuela Kustermann, coi suoi 25 anni di storia, resiste malgrado i tagli economici alla cultura e la disaffezione del pubblico al genere, credendo in nuove compagnie che lavorano con contaminazioni di musica, danza, arti visive, poetica e letteratura (come Rievoluzione di Andrea Pietrangeli, un viaggio alchemico attraverso i Pink Floyd).
Avvicinandosi al quarantennale della morte di Pasolini, il Vascello produrrà poi Siamo tutti in pericolo – l’ultima intervista di Pier Paolo Pasolini, il nuovo spettacolo di Andrea Rivera e un inedito Gabbiano di Checov diretto da Fabiana Iacozzilli.
Gli spettatori appassionati premiano il coraggio di questi piccoli e temerari teatri sparsi un po’ in tutta Italia: promuovere la coscienza del contemporaneo è il progetto del teatro romano, un progetto da “teatro pubblico” perseguito fin dalla nascita e che trova la complicità di altri soggetti, come il Romaeuropa Festival e il Festival Teatri di vetro.

"Siamo tutti in pericolo". Foto di scena
“Siamo tutti in pericolo”. Foto di scena

www.teatrovascello.it

5-15 marzo 2015

La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello
in collaborazione con Fahrenheit 451 Teatro

Siamo tutti in pericolo
L’ultima intervista di Pier Paolo Pasolini 

con Gianluigi Fogacci e Raffaele Latagliata
immagini video Indyca, Torino
scene e costumi Erminia Bassi
regia e drammaturgia Daniele Salvo

L’idea di questo spettacolo nasce da Lettere Luterane, gli ultimi articoli che Pier Paolo Pasolini scrisse per “Il Mondo” e “Il Corriere della Sera” nel 1975, anno della sua morte, e dalla lettura di un documento estremo e profetico, una confessione più che un’intervista, l’ultima, rilasciata a Furio Colombo il giorno prima di essere ucciso. Un grido d’allarme lucido e disperato sull’inevitabile declino della nostra civiltà, che alla luce degli avvenimenti odierni suona straordinariamente profetico. Pier Paolo Pasolini incarna più di ogni altro la figura dell’intellettuale che, con le armi della parola e della poesia “attiva”, afferma con vigore e “disperata vitalità” il valore dell’uomo, inteso come “homo poeticus” ma anche “homo politicus”, difensore dell’ideale e di quel “privilegio del pensare” che oggi a pochi appartiene. Pasolini è stato il simbolo di un mondo oggi scomparso, un mondo fatto di desideri puri ed impuri, di necessità primarie, di desiderio fisico disperato e bruciante, d’ingordigia d’amore, di purezza, di occhi, volti, sorrisi, ancora non toccati dallo spietato cinismo del mondo moderno.
La sua poesia è “poesia fisica”, costruita con sudore, fede, lacrime e rabbia, poesia che colpisce il cuore senza mediazioni, che diviene atto politico perché sincera, assordante voce nel deserto, grido o sussurro, necessità senza timori, senza vergogna, in un mondo codificato, dove si agisce sempre solamente in vista di qualche vantaggio o di qualche vuota promozione sociale. La voce del poeta, allora come oggi e oggi più che mai, in anni di assoluta banalità che ha svuotato ogni idea, spezzato le verticali di tutti gli impulsi, salvaguarda la natura dell’uomo, assicura continuità e futuro al destino di noi tutti, ci fa ancora intravedere nella nebbia una via possibile. Per coloro che ancora si permettono di credere ed immaginare.

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Teatro Vascello
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