In arrivo il docu-film “In viaggio con Cecilia” di Cecilia Mangini e Mariangela Barbanente

A quasi quarant’anni dalla sua ultima regia (La briglia sul collo, 1974), Cecilia Mangini, una delle figure più significative della storia del cinema italiano, torna dietro la macchina da presa. Prima donna a girare documentari nel dopoguerra, l’autrice di Ignoti alla città, Stendalì e La canta delle marane (tre cortometraggi che si avvalevano anche della collaborazione di Pier Paolo Pasolini), ha raccontato dalla fine degli anni Cinquanta alla metà dei Settanta un’Italia divisa tra boom economico e contraddizioni sociali.
In viaggio con Cecilia è il titolo del nuovo film, diretto a quattro mani con Mariangela Barbanente (già regista di Ferrhotel e sceneggiatrice, tra gli altri film, de L’intervallo di Leonardo Di Costanzo), che, dopo aver aperto come evento speciale il 54. “Festival dei Popoli”, arriva nelle sale italiane  con un tour che a partire dal 29 gennaio 2014 porterà il film e le sue autrici nelle principali città della penisola. Tra le prime tappe confermate, vanne ricordate Roma (lunedì 27 gennaio, ore 20.30, Cinema Eden), Bologna (mercoledì 29 gennaio, ore 20.00, Cinema Lumière), Taranto (lunedì 3 febbraio, ore 20.30, Cinema Bellarmino), Bari (martedì 4 febbraio, ore 20.30, Cinema Splendor).
In viaggio con Cecilia è un road-movie prodotto da Gioia Avvantaggiato per GA&A Productions, in associazione con Elenfant Film, in collaborazione con Rai Cinema, con il contributo di Apulia Film Fund, con il sostegno della Cineteca di Bologna e del Centro per lo sviluppo dell’audiovisivo e dell’innovazione digitale in Emilia Romagna. E’ stato inoltre riconosciuto d’interesse culturale con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema.

[info_box title=”Cecilia Mangini” image=”” animate=””]classe 1927, ha la verve e la curiosità di una ragazza. Dopo un esordio come critico cinematografico (in Cinema Nuovo, Cinema ’60, L’Eco del cinema), iniziò la sua opera con il marito, Lino Del Fra, e diventò così la prima donna a girare  documentari impegnati nel dopoguerra, con particolare attenzione ai cambiamenti della sua Puglia. Alla fine degli anni Cinquanta,  si avvalse anche della collaborazione di Pasolini per i lavori Ignoti alla città (1958), La canta delle marane (1960), ispirato dal romanzo Ragazzi di vita, e Stendalì  (1960), straordinario documento sulle lamentazioni funebri nella provincia di Lecce (anche sull’analisi di studi di Ernesto De Martino). In seguito si è interessata al mondo della fabbrica, affrontando in particolare  le contraddizioni sociali  legate al boom economico, come  ad esempio in Essere donne, (1965) o in Brindisi ’66 (1966), sul petrolchimico Monteshell a Brindisi (1965). Oltre a  Comizi d’amore ’80 , sui temi della sessualità, da ricordare i lavori  Domani vincerò (1969),  All’armi, siam fascisti! (1962) con Lino Miccichè ( dall’inizio del fascismo fino ai fatti di Genova del 1960)  e nel 1974  La briglia sul collo. [/info_box]