A Rieti tra teatro e calcio per PPP

A Rieti, presso lo Stadio del Rugby Fulvio Iacobonini di viale Fassini 52, si terrà alle ore 20.30 di venerdì 12 settembre 2014, un’inedita iniziativa che, tra teatro e calcio, è dedicata a Pasolini. “Pier Paolo!”: questo il titolo dell’insolito progetto, ideato dal regista Giorgio Barberio Corsetti con l’assistenza di Roberto Rustioni, Fabio Cherstich, Roberto Aldorasi. Produzione Fattore K, con Regione Lazio, Comune di Rieti e ABC.

I paesi di Cantalice e Rieti si sfidano, nel nome di Pier Paolo Pasolini. O, meglio, le rispettive squadre – Polisportiva Cantalice e Alba Sant’Elia – si affrontano in una partita di football. E, mentre veri calciatori si scontreranno sul campo, attori professionisti animeranno “il gioco” dello spettacolo, insieme ad artisti vari e ad attori non professionisti. Tra loro, musicisti, tifosi, gruppi locali e tutti quelli che aderiranno in maniera attiva all’insolito format, pensato dal regista Giorgio Barberio Corsetti e realizzato con Roberto Rustioni, Fabio Cherstich, Roberto Aldorasi.
Questo lo spettacolo/evento che, in forma di partita di calcio, debutterà venerdì 12 settembre presso lo Stadio del Rugby Fassini di Rieti, con inizio alle ore 20,30.
Uno spettacolo dunque che sarà al tempo stesso un incontro di calcio e un grande spettacolo corale nel ricordo di Pier Paolo Pasolini e in particolare della sua modalità di lavoro, richiamata anche dal coinvolgimento di calciatori e teatranti dilettanti. Si vuole così raccontare un personaggio straordinario, precursore del nostro tempo, poeta infinito, visionario e acuto osservatore del presente. In questa direzione verrà analizzato anche il rapporto di Pasolini con lo sport, specie con il calcio, grande passione del poeta che nell’evento rituale, simboleggiato appunto da una partita, intravvedeva la possibilità del senso del tragico.
“Il football è un sistema di segni, cioè un linguaggio. Esso ha tutte le caratteristiche fondamentali del linguaggio per eccellenza, quello che noi ci poniamo subito come termine di confronto, ossia il linguaggio scritto-parlato”, teorizzò Pasolini in un saggio dedicato proprio al gioco del calcio. Ma nella partita il poeta vedeva soprattutto la sopravvivenza di un evento ancora in grado di coinvolgere la totalità della polis, una rappresentazione sacra del nostro tempo, l’emersione del senso del rito comunitario e tragico.

Pier Paolo Pasolini con la squadra della Sangiovannese Calcio (1946)
Pier Paolo Pasolini con la squadra della Sangiovannese Calcio (1946)

Per Pasolini il calcio non era tuttavia solo l’oggetto di un ragionamento teorico; era anche una attività da praticare dal vivo. Così decine di foto lo ritraggono mentre non rinuncia al piacere di giocare una partitella tra amici, nella campagna friulana o in un polveroso campetto della periferia romana. Per Pasolini il gioco del calcio fu una passione antica e duratura, maturata da piccolo tifoso del grande Bologna anni ’30, poi da adolescente di Casarsa dove fu ala destra velocissima delle squadre locali e, ancora, da adulto, poeta, narratore ed intellettuale sorprendente, che continuava a guardare con affetto al mondo del pallone.

I pomeriggi – ricordò lui stesso – che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara (giocavo anche sei-sette ore di seguito, ininterrottamente: ala destra, allora, e i miei amici, qualche anno dopo, mi avrebbero chiamato lo “Stukas”: ricordo dolce bieco) sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso. Allora, il Bologna era il Bologna più potente della sua storia: quello di Biavati e Sansone, di Reguzzoni e Andreolo (il re del campo), di Marchesi, di Fedullo e Pagotto. Non ho mai visto niente di più bello degli scambi tra Biavati e Sansone (Reguzzoni è stato un po’ ripreso da Pascutti). Che domeniche allo stadio comunale!

Riprendendo questa visione, lo stadio di Rieti diventerà un contenitore in cui inserire l’universo poetico di Pasolini. E la partita di football e le sue innumerevoli situazioni, dentro e fuori dal campo, saranno le occasioni per creare dei cortocircuiti con i testi e le parole dell’autore, affidate a poesie, romanzi, saggi, opere teatrali, interviste.
Durante lo spettacolo/partita di calcio saranno anzi ricreate interruzioni ad hoc, come incidenti di campo o invasioni, che trasformeranno l’agonismo in un grande affresco sulla collettività e sulla lotta per l’esistenza. Ogni disputa assurgerà a momento poetico e sarà animata dagli interventi di gruppi e associazioni locali, quali la Banda di Rivodutri, il Commando Ultrà Rieti, il Teatro Alchemico, il Progetto Campo d’Arte-Spazio Famiglie di Quattro Strade, le Majorettes New Diamonds Rieti, la Caritas Rieti,l’ ARCI Rieti, gli Orizzonti Sabini.

Tutto secondo le intenzioni del regista-ideatore Giorgio Barberio Corsetti, che così commenta:

Nel campo di calcio tra le righe bianche sull’erba umida sotto il cielo notturno di Rieti due squadre di ragazzi si scontrano… il poeta osserva il gioco con amore e passione… alcuni dei suoi personaggi vengono alla partita e popolano il campo e gli spalti con la vita gioiosa e sofferente che hanno avuto dalle sue parole…

Info: www.fattorek.netfacebook.com/gbc.fattorektwitter/@FattoreK_GBC

[info_box title=”Giorgio Barberio Corsetti” image=”” animate=””]è dal 1976 uno tra i più significativi esponenti del teatro italiano di ricerca, dal gruppo La Gaia Scienza all’attuale compagnia Fattore K di Roma.Nel 1995 realizza con Gigi Dall’Aglio e Mario Martone la versione teatrale della sceneggiatura di Pasolini Histoire du soldat. Direttore artistico della Biennale Teatro dal 1999 al 2002 e consulente per il teatro e la danza presso l’Auditorium- Parco della Musica di Roma, ha dirottato di recente ha dirottato i suoi interessi artistici nella regia di opere liriche, con forti riscontri anche internazionali.[/info_box]