A Palermo “Comizi d’amore” per “Visioni differenti”

A Palermo, al Teatro alla Guilla, questa sera domenica 18 gennaio 2015 alle 21, per il ciclo “Visioni differenti”, si proiettano le interviste a donne e uomini di Palermo, contenute in Comizi d’amore, il film d’inchiesta sui comportamenti sessuali degli italiani che Pasolini  girò in tutta la penisola nel 1963. Ne dà notizia la redazione di  www.loraquotidiano.it, da cui riprendiamo qualche stralcio.

 www.loraquotidiano.it – 18 gennaio 2015

In Sicilia una interessante iniziativa rende omaggio al grande intellettuale-regista Pasolini, colto  in viaggio lungo i sentieri dei tanti Sud del mondo nell’ansia di interpretare, documentandole, le mutazioni umane. E’ questo il senso del fitto programma che si terrà  a Palermo, al Teatro alla Guilla, domenica 18 gennaio 2015 alle 21,  per il ciclo “Visioni differenti” curato da Umberto Cantone.
In apertura è in programma la proiezione delle interviste di Pasolini a donne e uomini di Palermo, contenute in un frammento della sua inchiesta sul sesso Comizi d’amore. Seguono le testimonianze del viaggio in Africa e in Palestina dell’intellettuale italiano  alla ricerca della genuinità contadina e di quella forza rivoluzionaria che aveva trovato nelle borgate romane dei suoi primi romanzi e film. Tutto questo è contenuto nei brani di un raro documentario che ha per voce narrante quella di Dacia Maraini.

"Comizi d’amore" (1963) di Pier Paolo Pasolini
“Comizi d’amore” (1963) di Pier Paolo Pasolini

A seguire sono previsti alcuni brani dell’omaggio di Maresco e Ciprì, Arruso, caustico mockumentary (cioè, documentario inventato) sui ricordi dei provini di Pasolini a Palermo.
La serata sarà chiusa infine da un inedito cortometraggio di Umberto Cantone che lega la soluzione tragica della parabola pasoliniana a quella di un altro grande letterato-utopista del Novecento, Yukio Mishima.
Per gli organizzatori si può parlare per entrambi didue contestatori del potere del loro tempo, due anime votate al martirio, entrambi pronti a gettare il proprio corpo nella lotta, con le parole e con i fatti”.