Sabato 21 novembre alle 16.00 lezione di approfondimento su “Accattone” in diretta streaming

Il prossimo anno compirà 60 anni il film che segna il debutto alla regia di Pier Paolo Pasolini, Accattone. Venne presentato a Venezia e uscì poi nelle sale il 21 novembre del 1961, salvo poi essere bloccato e ritirato (come spesso sarebbe poi accaduto ai film del regista) per motivi di censura. Nel 2020 il film avrebbe dovuto tornare nelle sale, distribuito dalla Cineteca di Bologna, che ne ha curato il restauro, ma la chiusura delle sale lo ha impedito.

Cinemazero in collaborazione con il Centro Studi Pasolini ha organizzato un evento speciale nell’ambito della rassegna di incontri e proiezioni “Lo sguardo dei maestri”: sabato 21 novembre alle 16.00 è in programma una lezione di approfondimento su Accattone, a cura di Paolo D’Andrea e di Luciano De Giusti, che sarà possibile seguire gratuitamente in diretta streaming sulle pagine Facebook di Cinemazero e del Centro Studi. De Giusti è professore di Storia e Semiologia del Cinema all’Università di Trieste, nel 2015 ha curato insieme a Roberto Chiesi il volume dedicato al film, intitolato L’esordio di Pier Paolo Pasolini raccontato dai documenti (Bologna-Pordenone, Cineteca di Bologna-Cinemazero).  D’Andrea è cultore della materia all’Università di Trieste e formatore presso Cinemazero.

Vittorio Cataldi, soprannominato Accattone, è un giovane sottoproletario che vive nelle borgate della periferia di Roma, dove trascorre le giornate con i suoi amici, facendosi mantenere dalla prostituta Maddalena. Dopo che Maddalena è stata arrestata e messa in prigione, Accattone incontra Stella; innamoratosi di lei, l’uomo si mette alla ricerca di un lavoro, ma la fatica lo stronca. Ritorna a rubare. Razzia un camion, ma la polizia gli è alle costole: Accattone fugge ma muore durante l’inseguimento.

Accattone avrebbe dovuto essere prodotto dalla Federiz, la società di Rizzoli e Fellini, ma i provini furono giudicati insoddisfacenti e subentrò il giovane e audace Alfredo Bini. Pasolini mescolò fra loro interpreti presi dalla strada (come l’esordiente Franco Citti) a professionisti (Adriana Asti), ma nel doppiaggio del protagonista ricorse all’attore Paolo Ferrari. «Per le tre notti che ho girato, non ho dormito – raccontava Pasolini nel suo diario del set – Pensavo sempre come in una specie di incubo radioso al film: a destarmi di soprassalto, ogni pochi minuti, erano come delle brevi, piacevoli emorragie interne, in testa alle quali comparivano le inquadrature».

Pasolini sul set di "Accattone"