Borgata Petrelli. La Roma di “Uccellacci e uccellini”

PAGINE CORSARE

Fondo Angela Molteni

La vita

Una rapida scheda, curata nel 2006 da Angela Molteni, sui luoghi adiacenti a Roma in cui Pasolini girò nel 1965 Uccellacci e uccellini. Tra questi la Borgata Petrelli,  sulla quale Angela Molteni ha raccolto informazioni anche grazie alla collaborazione con Antonello Anappo, creatore del sito www.rivaportuense.it, oggi dismesso.

 Borgata Petrelli, Montecucco, Torre Righetti e Villa Kock
XV Municipio di Roma

a cura di Angela Molteni

Il panorama di Roma, sia quello attuale, sia quello degli anni ’60 nel corso dei quali Pasolini vi realizzò alcune delle sue più significative opere cinematografiche, è caratterizzato dalle testimonianze dell’antichità, da edifici rinascimentali e barocchi e dalle lunghe teorie di palazzi successivi all’Unità d’Italia. E ancora, in città, nelle sue periferie, specie nelle borgate, e nei suoi immediati dintorni, sopravvivono tuttora una miriade di testimonianze (magari poco o per nulla note) di epoca medioevale: torri, case, chiese e campanili, resti di antichi castelli.
È il caso della Borgata Petrelli, su cui scrive Antonello Anappo: “Borgo agrario del Settecento, a cavallo tra Portuense e Magliana, su un territorio ricco di memorie archeologiche. Di qui passava la via Campana, e poco distanti si trovano il Bosco sacro degli Arvali, le Catacombe, Santa Passera, la Villa papale e Villa Bonelli. Nel 1884 una trincea difensiva taglia in due il Petrelli. L’8 settembre 1943 vi si combatté la furibonda battaglia di Ponte della Magliana, in cui i Granatieri resistettero 20 ore agli assalti tedeschi. In ricordo di quei tragici avvenimenti il Piano regolatore del ’62 ha mantenuto la trincea lì dov’era, e salvato il quartiere dal cemento. Oggi il Petrelli è “isola verde”, parte del parco Valle dei Casali. Nel futuro prossimo arriveranno il nuovo ponte sul Tevere, nuove strade e spazi verdi, e forse una buona protezione per le tracce archeologiche e di un recente passato rurale”.

"Uccellacci e uccellini". Fotogramma
“Uccellacci e uccellini”. Fotogramma

Ebbene, Torre Righetti, Monte del Trullo, la Borgata Petrelli, Villa Kock e alcuni altri luoghi della zona, oggi inseriti nel XV Municipio di Roma, sono stati teatro, oltre quarant’anni fa, della performance di Totò e Ninetto, protagonisti di Uccellacci e uccellini, uno dei capolavori di Pier Paolo Pasolini. Ed è proprio di quelle località e di alcune loro caratteristiche che vuole dar conto “Pagine corsare”, anche attraverso un richiamo al film sul quale qui si riportano alcune riflessioni dello stesso regista Pasolini.

Uccellacci e Uccellini è stato il mio film che ho amato e continuo ad amare di più, prima di tutto perché come dissi quando uscì è “il più povero e il più bello” e poi perché è l’unico mio film che non ha deluso le attese. Collaborare con lui [Totò] “reduce da quegli orribili film che oggi una stupida intellighenzia riscopre” fu molto bello: era un uomo buono e senza aggressività, di dolce cera.
Voglio ricordare anche che, oltre che un film con Totò, Uccellacci e Uccellini è anche un film con Ninetto, attore per forza, che con quel film cominciava la sua allegra carriera. Ho amato moltissimo i due protagonisti, Totò, ricca statua di cera, e Ninetto. Non mancarono le difficoltà, quando giravamo. Ma in mezzo a tanta difficoltà, ebbi in compenso la gioia di dirigere Totò e Ninetto: uno stradivario e uno zuffoletto. Ma che bel concertino!

(…)

Mai mi sono così esposto come in questo film. Mai ho assunto a tema di un film un tema esplicitamente così difficile. La crisi del marxismo, della Resistenza e degli anni Cinquanta […] patita e vista da un marxista, dall’interno; niente affatto però disposto a credere che il marxismo sia finito (dice il buon corvo: ‘Non piango sulla fine delle mie idee, che certamente verrà qualcun altro a prendere la mia bandiera e a portarla avanti! Piango su di me!’). Non è finito naturalmente nella misura che sappia accettare molte nuove realtà (adombrate nel film: lo scandalo del Terzo Mondo, i Cinesi e, soprattutto, l’immensità della storia umana e la fine del mondo, con l’implicita religiosità, che sono l’altro tema del film).

La foto si riferisce all'intervista di Pasolini registrata  a Parigi il 31 ottobre 1975 per il programma televisivo "Dix de der" condotto da Philippe Bouvard su Antenne 2. Il giorno successivo, a Roma, Pasolini avrebbe rilasciato un’ultima intervista a Furio Colombo  per il supplemento letterario "Tuttilibri" del quotidiano "La Stampa".
La foto si riferisce all’intervista di Pasolini registrata a Parigi il 31 ottobre 1975 per il programma televisivo “Dix de der” condotto da Philippe Bouvard su Antenne 2. Il giorno successivo, a Roma, Pasolini avrebbe rilasciato un’ultima intervista a Furio Colombo per il supplemento letterario “Tuttilibri” del quotidiano “La Stampa”.