Guests in Versuta

Versuta, casa Bazzana dove si trasferì Pasolini con la madre

The German occupation forced Pasolini and his mother Susanna to seek refuge in Versuta, in a little room of the farmhouse owned by the Bazzana family. The transfer with a cart of wood occurred on October 16th 1944.

[blockquote author=”P.P. Pasolini, dai Quaderni rossi (1947), ora in Romanzi e racconti, Milano, 1998, vol. II, pp. 146-147″ link=”” target=”_blank”]Cominciò così il nostro esodo da Casarsa a V., dove io fin dall’ottobre del ’43, avevo affittato una specie di granaio, che già aveva fornito rifugio ai miei libri. […] Infine, sfuggiti al memorabile rastrellamento dei primi di ottobre, e appunto in seguito a questo, decidemmo senz’altro di partire da Casarsa; io trasportai tutto quello che mi fu possibile con una carriola da Casarsa a V., attraverso i campi stillanti e odorosi, sotto quel cielo… Il sedici del mese io e mia madre facemmo il nostro ingresso a V., con tutto il nostro linguaggio familiare, la nostra fierezza ancora senza incrinature: una fierezza che aveva tradizioni di affetti, di estreme, incomunicabili confidenze, di generosità del tutto laiche ma non per questo meno sacre per noi.[/blockquote]

In those hard days, the kids of Versuta couldn’t go to school in San Giovanni and San Vito because of the occupation; Pier Paolo and Susanna immediately decided to open a school: Pier Paolo used the main room for the eldest class while Susanna took up the basement in the ground floor with the little kids.

[blockquote author=”P.P. Pasolini, Atti impuri (1947-50), postumo (1982), ora in Romanzi e racconti, Milano, 1998, vol. II, pp. 25-26″ link=”” target=”_blank”]Io abitavo nella casa dei B. (due giovani sposi con due figlioletti) presso cui avevo preso in affitto una camera fin dall’autunno del 1943, subito dopo l’armistizio, prevedendo non tanto la gravità dei bombardamenti quanto quella della ritirata tedesca; ma non ci stabilimmo laggiù che nell’ottobre dell’anno successivo. Una ventina di giorni dopo cominciammo a far scuola ai ragazzi di Viluta, due dozzine in tutto. Io avevo dai nove ai dodici scolari (i più grandi), tra cui Gianni, sfollato coi suoi da Castiglione, nella nostra stessa casa, e tenevo le mie lezioni nella povera stanza che ci serviva da cucina e da camera da letto. Non credo di essermi mai comportato con tanta dedizione come con quei fanciulli, che del resto mi erano assai grati per questo; li introdussi ad una specie di gergo, di clan, fatto di rivelazioni poetiche e di suggerimenti morali – forse un po’ troppo spregiudicati: finii col divertirmi sommamente perfino durante le lezioni di grammatica. Non parlo poi del reciproco entusiasmo alle letture di poesia; mi arrischiai a insegnare loro, e le capirono benissimo, liriche di Ungaretti, di Montale, di Betocchi.[/blockquote]

Not far from the house of the Bazzana family, there was a Casolare (a sort of farmhouse)-“ casel”- in which the farmers used to put their tools. During the summer it became the schoolroom in which Pasolini gave his lessons to the children.

[blockquote author=”P.P. Pasolini, Atti impuri (1947-50), postumo (1982), ora in Romanzi e racconti, Milano, 1998, vol. II, p. 26″ link=”” target=”_blank”]Quando venne la bella stagione (erano gli ultimi di marzo: ho davanti agli occhi i peschi e i mandorli degli S. che reggevano il loro scarlatto e il loro candore sul verde appena visibile) andammo a far scuola in quel casello tra i campi […]. Era molto piccolo e ci si stava appena; ma spesso uscivamo sul prato e ci sedevamo sotto i due enormi pini sfiorati dal vento. Ora di quella stagione mi sembra tutto perfetto: anche i bombardamenti.[/blockquote]

The didactic experience in Versuta continued for the whole 1947 and Pasolini considered it as the most fascinating one, because he really felt closer to the children of the farmers rather than the naive middle- class boys.

[blockquote author=”P.P. Pasolini, Atti impuri (1947-50), postumo (1982), ora in Romanzi e racconti, Milano, 1998, vol. II, p. 26″ link=”” target=”_blank”]Mi pare che quei giorni fossero sempre sereni, dolcemente celesti.[/blockquote]

Versuta. il “casel”